Almost Human 1×12 – BeholderTEMPO DI LETTURA 3 min

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Guardo ogni episodio di Almost Human e ciò che vedo sono solo occasioni sprecate. Deve essere il leitmotiv della serie perchè non ci possono essere altre spiegazioni logiche per la superficialità costante e recidiva dello show di Wyman che mira decisamente più a curare l’estetica delle innovazioni
tecnologiche piuttosto che la trama e la tridimensionalità dei personaggi.
In Almost Human la superficialità regna sovrana e non basta un tentativo maldestro di approccio a Stahl o un’ultima inquadratura malinconica per creare profondità, così come non basta citare un paio di volte The Wall per instaurare una sorta di connessione tra le puntate. Presumendo che una serie fantascientifica come questa o come Fringe richieda un budget notevole, il minimo che si possa fare è tentare di creare una connessione efficiente che generi attesta, stupore ed apprensione per i protagonisti. Non serve sforzarsi eccessivamente, basta solo che ogni tanto si creino dei legami che vengano poi ripresi dopo qualche puntata così da far notare che ci sono stati dei precedenti. Non parlo di cose alla Beautiful ma di qualcosa di più banale che fino ad ora è stato fatto notevolmente e, inutile negarlo, volutamente poco. Ad aggravare la situazione è stata sicuramente una produzione scellerata che ha scambiato l’ordine di alcuni episodi prolungando la serie di filler andati in onda e così anche “Beholder” ne risente perchè, essendo potenzialmente il penultimo episodio della serie, è decisamente dimenticabile.
Di norma il recap settimanale viene fatto con cura, spesso ci sono più attimi che andrebbero immortalati e quindi la scelta è anche difficile, questa volta la scelta è tosta per motivazioni diametralmente opposte: non c’è nessuna scena degna di essere ricordata. Con un creatore di androidi disperso dietro il Muro (“Unbound“), ed una fidanzata scomparsa che ha continuato a spiarti in gran segreto (“Perception“), gli sceneggiatori decidono di giocarsi la loro penultima carta con un caso del giorno risolto tramite fin troppe casualità e che, a parte allontanare la love story Kennex-Stahl e riportare in auge i Chrome, è fin troppo noiosa. C’è addirittura il tempo per lasciare Rudy in secondo piano quando, un personaggio come il suo, meriterebbe ben più spazio a discapito di una Stahl o di una Maldonado che fino ad ora ha dato veramente poco allo show.
Ci sono fin troppe cose che non si possono perdonare ad Almost Human, l’unica nota positiva è sicuramente l’attenzione agli effetti speciali che sono sempre molto ben curati e piacevoli da vedere ma sarebbe preferibile guardare una serie più profonda e con una CGI oscena piuttosto che continuare questa superficialità. Wyman ha di che riflettere.

PRO:

  • Effetti speciali sempre ottimi
  • Rudy preoccupato perchè in giro c’è il “Beauty Killer”
CONTRO:
  • I richiami a The Wall sono controproducenti e danno più fastidio che altro
  • Troppa superficialità in ogni occasione
  • Caso del giorno dimenticabile
  • Love story Kennex-Stahl nel dimenticatoio
“Lo studente ha le potenzialità ma non si applica”. Quante volte ve lo siete sentito ripetere? Ora è il caso di dirlo a Wyman che con questa serie ha decisamente floppato per superficialità e concretezza optando per una patinatura robotica a discapito di un cuore e di un’anima. E si vede: ennesimo fillerone da dimenticare


Disrupt 1×11 5.35 milioni – 1.7 rating
Beholder 1×12 5.27 milioni – 1.6 rating

 


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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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