Oggi non sono in vena di lucide analisi. Non voglio parlare di cosa ha funzionato e di cosa non ha funzionato. Anche perché sarebbe un inutile e continuo elenco di dualismi che non darebbero a questa recensione nessun peso. Anzi, rischierebbe persino di essere tacciata di “cerchio-bottismo”.
Ma mannaggia la miseria! Ma
ci voleva tanto? Tre! Erano tre i possibili sbocchi che si potevano adottare per dare un senso al finale di stagione e forse mettere con le spalle al muro chi di dovere per il rinnovo di stagione. Vogliamo, per caso, far tornare alla ribalta questo insipidissimo “Insindacato”? No. Mi direte allora forse cosa c’è dietro questo muro? Manco per niente. Bene, allora forse saprò qualcosa in più su Dorian e sui suoi misteriosi ricordi! E invece no.
La cosa triste è che sembra si siano tutti arresi subito. Episodi trasmessi in ordine sbagliato, trame orizzontali abbandonate, nessun cliffhanger nel finale. Almeno quella cagata stratosferica di Alcatraz aveva lasciato tutti con un enorme disagio, per come si concludeva. La recentissima schifezza di Michael J. Fox è stata stroncata da un momento all’altro malgrado timidi tentativi (non riusciti) di creare qualcosa di vivo.
Circa due anni fa, incuriosito, mi trovai a sopportare 22 episodi iper-procedurali e un filino ripetitivi della prima stagione di Fringe. C’era però un qualcosa che mi incuriosiva fortemente. Si percepiva già un alone di mistero che vagava intorno alle varie trame verticali. Vedere poi il passaggio dimensionale tramite un ascensore, poi Spock e infine le Twin Towers, oltre che un grande fomento, è stata una dimostrazione di come, seppur con ascolti bassi e qualche passo falso, si possa tranquillamente mandare avanti una serie.
No. Niente. Almost Human ha continuato imperterrito per la strada della freddezza e dell’indifferenza più totali. E’ vero, abbiamo messo molto spesso voti sufficienti e parlato bene degli episodi singoli ma questo rende il tutto ancora peggiore perché è chiaro a tutti che i mezzi c’erano, e in abbondanza, per creare, se non un capolavoro, un prodotto cult. Hanno trascurato solo un piccolo particolare: la sceneggiatura. La sceneggiatura è importante, signori. La creazione di trame verticali è stata governata con la logica dell’ “F4: Basito” (chi ha amato Boris sa a cosa mi riferisco). E il finale di “Straw Man” è stato esattamente il dito medio degli sceneggiatori verso gli spettatori.
Potrei aggiungere: oltre alle tre pseudo-trame orizzontali, si è aggiunta quest’assurdità di Kennex-senior? Potremmo, volendo, approfondire questa storia, magari creando un bel cliffhanger? Col cazzo! L’episodio finisce con John e Dorian che ritornano allegramente in azione (tra l’altro abbandonando dell’invitantissimo cibo cinese) sbattendo totalmente la porta in faccia agli spettatori, ai telefilm seri, a Fringe, a Person Of Interest, a chi si è impegnato nel far decollare degli show in difficoltà, a chi si è impegnato nel rovinarne di belli, a chi ha vinto gli Oscar, a J.D., al team di Recenserie, alla seconda stagione che non esisterà mai.
Abbiamo visto il niente. Abbiamo scritto del niente. Niente di brutto, niente di bello. Non vale nemmeno la pena sperare di dimenticare un qualcosa che non è mai esistito.
P.S. Si dovesse rinnovare per una seconda stagione sarò in prima fila a guardare i nuovi episodi.
PRO:
- Sì, vabbè, la paglia dentro la gente stampata che però in realtà è viva da qualche altra parte non si sa bene perchè, un po’ fa simpatia. Carina la gamba incartata.
CONTRO:
- Il vuoto cosmico che mi ha lasciato questa stagione.
Per farmi perdonare questo sfogo, in cui praticamente non ho mai parlato dell’episodio in sé per sé, metterò un voto in relazione all’episodio singolo. Chiudo informandovi del fatto che “Straw Man” segna il season/series low nei dati d’ascolto, aumentano (di poco) gli spettatori ma cala il rating, e alla FOX interessa il rating, non gli spettatori. La cancellazione sembra guadagnata di diritto.
| Beholder 1×12 | 5.27 milioni – 1.6 rating |
| Straw Man 1×13 | 5.63 milioni – 1.5 rating |
