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La cucina Kaiseki indica un pasto tradizionale giapponese, formato da tante piccole portate, in completa armonia di gusti e colori; la NBC ha fatto ricorso a questo durante la scorsa primavera e ce lo dimostra anche nel pilot della seconda stagione.
Il progetto affidato a Bryan Fuller (ricordato essenzialmente per “Star Trek: Deep Space Nine”), è la rielaborazione attenta, metodica
e visivamente ineccepibile, dei romanzi di Thomas Harris che raccontano la vicenda di uno dei personaggi letterari e cinematografici più
affascinanti di sempre: lo psichiatra cannibale, Hannibal Lecter.
e visivamente ineccepibile, dei romanzi di Thomas Harris che raccontano la vicenda di uno dei personaggi letterari e cinematografici più
affascinanti di sempre: lo psichiatra cannibale, Hannibal Lecter.
Piccole porzioni di male, di orrore umano, ci sono state presentate durante un percorso verso gli inferi, arrivando a ribaltare, coraggiosamente, gli scritti dell’autore: il season finale ci presentava la cattura di Will Graham, incastrato dal Dr. Lecter, riuscito a manipolare tutte le prove, in un sottile gioco di sadismo e ammirazione per una mente acuta ed un’empatia completamente sconosciuta allo psichiatra.
“Kaiseki” ci porta direttamente al centro dell’azione attraverso un flashforward in cui vediamo Hannibal contro Jack Crawford. Nel momento più succoso, torniamo al presente e all’equilibrio della portata a cui si allude nel titolo: Will è rinchiuso nel manicomio criminale di Baltimora, Alana Bloom denuncia Jack per non essere stato responsabile della salute di Graham e Hannibal, impeccabile, calmo e freddissimo diventa il nuovo profiler dell’FBI, calandosi nei panni della sua nemesi. Il cambio di rotta più interessante, rispetto a quello che si legge in Harris, è la lucidità con cui Will è convinto della colpevolezza del Dr. Lecter e la risolutezza con cui vuole dimostrare la sua innocenza; altra differenza rispetto ai testi è quella che vede Graham, aiutare l’FBI da dietro le sbarre e non Hannibal, in un rovesciamento di ruoli molto promettente.
Insomma, si sono gettate le basi di quello che vedremo in questa stagione, confermando la volontà della serie di volersi distanziare dal procedurale con casi settimanali, ponendo l’attenzione sulle dinamiche all’interno dei rapporti tra i personaggi e all’interiorità dei protagonisti, in questo viaggio nell’animo umano e nelle sfaccettature del male; il tutto è accompagnato dalla visione godibile di un’ opera artistica quasi pittorica, basti pensare all’assassino che sceglie le sue vittime per comporre una tavolozza di colori. Madds Mikkelsen dona corpo e voce ad un Hannibal perfetto, dal gusto raffinato e crudele: è un cannibale certo ma è con l’arte della parola che ferisce nel profondo, ancor prima di uccidere materialmente le sue vittime; Hugh Dancy è un Will trasformato, non più preda delle sue percezioni ma predatore analitico e razionale, pronto a giocare a carte scoperte con il Dr. Lecter.
Se proprio vogliamo trovare un difetto in questa prima puntata, c’è una sensazione di lentezza e attesa che mette a freno la frenesia del voler sapere subito tutto ciò che succederà nei prossimi episodi; ma come l’alta cucina insegna, bisogna assaporare ogni portata a tempo debito, senza tralasciare nessuno dei cinque sensi.
Ittadakimasu
Ittadakimasu
Ittadakimasu
PRO:
- Madds Mikkelsen riesce nell’impresa di rendere più che credibile un personaggio che fino a questo momento, nella mente dello spettatore, aveva solo un volto: quello dell’interpretazione immortale di Anthony Hopkins
- La dinamica tra Hannibal e Will è sempre riuscitissima e intensa
- Dialoghi mai scontati che stimolano l’interesse
- Fotografia eccelsa che richiama l’arte pittorica
CONTRO:
- Accennata lentezza nello svolgimento dell’azione
Il nostro cannibale preferito è tornato in grande spolvero: non ci resta che gustarci il primo assaggio, in attesa di una portata ancor più sostanziosa. Itadakimasu.
Savoureaux 1×13 | 1.98 milioni – 0.8 rating |
Kaiseki 2×01 | 3.35 milioni – 1.1 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.