La nuova dark comedy di Netflix, uscita l’11 aprile ed esplosa in pochi giorni come il caso del mese, è la mini serie di cui negli ultimi giorni stanno parlando tutti. Questo nuovo prodotto totalmente made in UK, non ha un cast famoso e non racconta una storia molto conosciuta, seppure realmente accaduta, ma tramite il passa parola e l’argomento pruriginoso, è riuscita a conquistare le vette delle classifiche delle serie più viste di aprile. La chiave del successo è anche nel fatto che dietro la realizzazione di essa ci sia parte del team che ha realizzato The End of the f***ing world, una serie cult sempre targata Netflix uscita nel 2018. Baby Reindeer è però un caso davvero unico, perché l’incredibile storia che Richard Gadd, che ne è autore e interprete principale, racconta una storia vera, la sua storia di giovane cameriere/comico trentenne che improvvisamente incontra sul suo cammino una stalker, Martha. Gadd aveva già scritto una piece omonima che aveva presentato al Fringe Festival di Edinburgo nel 2019 e che aveva avuto in quell’ occasione una grande eco tra il pubblico. Un anno dopo lo stesso Gadd aveva deciso di iniziare a scrivere una mini serie in sette episodi, tratta dalla sua opera e di proporla a Netflix, dopo qualche trattativa la piattaforma ha accettato e sono iniziate le riprese tra Londra ed Edinburgo.
Oltre a Richard Gadd che firma la sceneggiatura e interpreta sé stesso una menzione speciale va fatta per Jessica Gunning
A lei il compito di interpretare Martha una stalker seriale, personaggio disturbato e sopra le righe di cui si rimane impressionati.
UN CLICHÈ ROVESCIATO
Donny è un comico trentenne che vive a Londra a scrocco a casa della madre della sua ex fidanzata e che fa il cameriere per mantenersi, già questi ingredienti fanno intendere che il protagonista non stia vivendo il sogno, ma tutto diventa anche più catastrofico quando improvvisamente e senza rendersene conto si ritrova a gestire una stalker che lo perseguita. Il racconto di questa storia inizia con un salto in avanti a sei mesi dopo i fatti, quando Donny si reca alla polizia deciso a raccontare tutto e a liberarsi di Martha, da qui poi si fa subito un salto indietro e lo spettatore si trova davanti al primo incontro al pub tra i due protagonisti. Molto interessante e ben gestita è la narrazione delle vicende fatta tutta in prima persona, aspetto che la serie ha ereditato dalla piecè da cui è tratta e che mette in primo piano la voce interiore di Donny/Richard, che compie un viaggio esilarante, molto oscuro e per certi versi comico, all’interno della rocambolesca storia della sua relazione con questa donna. L’idea semplice, ma efficace, di iniziare dalla fine, accende la luce su i due protagonisti e incuriosisce, ci si chiede infatti come da una semplice tazza di tè offerta a una cliente in difficoltà si possa essere arrivati a una denuncia.
Il fenomeno dello stalking negli ultimi anni ha vissuto il suo momento di gloria, ci sono state diverse serie, libri e film in cui questa malattia mentale è stata presenta e raccontata quasi in modo glamour, come dice lo stesso Gadd in una intervista al The Guardian. Gadd invece con il suo stile autoriale e attingendo alla sua carriera di comico, ha voluto raccontare una storia di stalking scevra da qualsiasi patina e molto fedele alla realtà dei fatti, senza però essere retorico. A lui il compito di rovesciare un clichè che vuole l’uomo che insegue e molesta le donne e che ritiene la donna meno capace di tale violenza psicologica e fisica.
MARTHA
Martha è tutto, è malata di mente, è simpatica, è violenta, è gentile, è empatica, Martha è un personaggio che entra dentro, proprio come ha fatto con Donny scompigliando totalmente la sua esistenza. La sua risata che risuona fortissima tra le mura del pub dove lei si presenta ogni giorno per vedere la sua “piccola renna” è contagiosa e inquietante. Il personaggio scritto da Gadd, non si sa purtroppo quanto sia aderente alla realtà, si sa solo che la vera Martha era molto più vecchia di quella raccontata, riesce restituire il forte disagio e le difficoltà che affrontano una persona malata di mente e la sua vittima. Jessica Gunning la interpreta con maestria, rimanendo equilibrata nello squilibrio e rendendo credibile e non macchiettistica una persona realmente esistita e dalla personalità folle. I cambi di sguardo di Martha, capace di passare da simpatica e di compagnia a triste e violenta rimangono impressi nella mente dello spettatore sin da subito. Il primo episodio traghetta immediatamente nella storia con un forte impatto e la curiosità di voler vedere il seguito.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Baby Reindeer, da serie di nicchia a fenomeno di questo mese, è partita con un pilot decisamente accattivante e che predispone lo spettatore a continuare con gli altri episodi. La mini serie è scritta bene e grazie a un tone of voice credibile e identitario, riesce a raccontare una storia realmente accaduta con un uno stile da dark comedy, nonostante i fatti siano riconducibili al genere true crime.
Richard Gadd ha il merito di aver portato in scena un argomento delicato e attuale, attingendo alla sua vita privata, tirando fuori una piccola gemma nel panorama dei prodotti Netlix. Assolutamente da non perdere.
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Vivo a Milano, ma sono una romana doc, guardo tante serie tv e film e nel mio tempo libero lavoro, faccio sport e viaggio tanto.
Mi piacciono molto i cani e amo le mezze stagioni, anche se non ci sono più.