Chicken Nugget 1×01 – Episodio 1TEMPO DI LETTURA 3 min

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Chicken Nugget 1x01 recensione“Ma che cazzo è sta roba?” potrebbe serenamente essere una delle varie esclamazioni che lo spettatore medio potrebbe aver sbottato durante la visione di questo pilot. Un’esternazione, oggettivamente, più che comprensibile ma che arriva anche un po’ in ritardo se si è visto il trailer e se si è letta la sinossi decisamente peculiare:

Una donna è trasformata in un Dakgangjeong (nugget di pollo agrodolce) dopo essere entrata in un misterioso macchinario. Questo è solo l’inizio di una catena di eventi imprevedibili. Una serie comica tinta di giallo in cui due uomini cercano di salvare l’amante/figlia“.

Nell’episodio del podcast in cui si presentavano le serie in uscita a Marzo erano già state spiegate le motivazioni divisive che portavano o ad approcciarsi in maniera curiosa alla serie o a starne fortemente alla larga. Dopo la visione di questo “Episodio 1” si può scendere di un altro livello incontrando una nuova dicotomia: chi ha apprezzato la follia messa in scena (molto probabilmente un fan del webtoon o qualcuno che apprezza il tipo di ironia e recitazione koreana) e chi è rimasto ancora più disorientato e anche un po’ infastidito (molto probabilmente la stragrande maggioranza).

DAKGANGJEONG È FOLLE


A dirigere e scrivere adattare il webtoon in 10 episodi di questa follia netflixiana coreana c’è Lee Byeong-heon, famoso in madre patria per i film TwentyExtreme Job ma tendenzialmente sconosciuto oltre i confini sudcoreani; e con lui gli altrettanto sconosciuti tre protagonisti dello show Kim Yoo-jung (la ragazza trasformata in un nugget di pollo), Ryu Seung-ryong (il padre della ragazza trasformata in un nugget di pollo e anche presidente della piccola azienda chiamata All Machines) e Ahn Jae-hong (uno dei due dipendenti dell’azienda chiamata All Machines che è anche segretamente innamorato della ragazza trasformata in un nugget di pollo).
Chiaramente Byeong-heon è rimasto molto fedele alla versione originale visto l’utilizzo estremo di colori saturi, personaggi decisamente poco “normali” e un senso dell’umorismo che rasenta l’assurdo. Si ha quasi la sensazione di essere di fronte ad una recitazione teatrale, che non è esattamente ciò che ci si aspetterebbe, nemmeno da una produzione coreana. Eppure fa parte del prezzo del biglietto.

DAKGANGJEONG È UN PO’ TOO MUCH


Il problema del pilot (e della serie più in generale) è l’eccentricità, e non si parla tanto della trama in generale, piuttosto dei dialoghi e dei vari character che sono stati introdotti in questi 30 minuti. Il protagonista “egretamente innamorato della ragazza trasformata in un nugget di pollo”, anche chiamato Go Baek-joong, viene introdotto da una passante che rimane attonita nel vederlo cantare e ballare in mezzo alla strada vestito in maniera non proprio “cool” e qui nasce il primo problema: anche se cuccioloso, il character è troppo distante dalla realtà per poter essere apprezzato.
Lo stesso si può dire del padre “della ragazza trasformata in un nugget di pollo”, un altro character un po’ meno folle ma pur sempre sopra le righe e non proprio facile da apprezzare nonostante il flashback non richiesto sull’infanzia della figlia.
Per poter prendere la decisione di proseguire nell’impegno di una serie di 10 episodi bisogna che ci sia un certo tipo di chimica tra lo spettatore e i personaggi (oltre che una storia decente) e qui dopo 30 minuti quell’alchimia non c’è e l’assurdità di questo mondo e di questi character è troppo per poter giustificare questo tipo d’impegno e anche la visione della 1×02. Purtroppo. C’erano le potenzialità che la serie fosse folle alla Dirk Gently’s Holistic Detective Agency ma non è assolutamente questo il caso.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Colori saturissimi e senso dell’umorismo tendente all’assurdo
  • Premessa iniziale
  • Il senso dell’umorismo tendente all’assurdo deve anche piacere
  • La recitazione è ampiamente sopra le righe, risultando troppo teatrale e difficile da “accettare” per lo spettatore medio
  • Ci sono molte scene che non hanno senso nemmeno se si accetta l’assurdità del progetto
  • L’idea di guardare 10 episodi così è un deterrente e, fa male ammetterlo, ma 30 minuti sono un po’ troppi

 

Le probabilità che si termini la visione con la voglia di proseguire sono molto risicate se non inesistenti. Forse in madrepatria la serie potrebbe riscuotere più successo/apprezzamento ma è molto difficile che lo spettatore occidentale medio ne rimanga intrigato. Molto difficile.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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