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Dope Boys Alphabet

Noyz Narcos, al secolo Emanuele Frasca, autore di barre indimenticabili e hit di strada che diventano dischi dischi d'oro. Ma anche l'occhio dietro la camera di centinaia di cassette Mini dv, pubblicate per la prima volta, con cui ha documentato il suo percorso artistico lungo oltre 20 anni.

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Noyz Narcos, al secolo Emanuele Frasca, il rapper più importante mai uscito da Roma. L’autore di barre indimenticabili e hit di strada che diventano dischi dischi d’oro. Ma anche l’occhio dietro la camera di centinaia di cassette Mini dv, pubblicate per la prima volta, con cui ha documentato il suo percorso artistico lungo oltre 20 anni.

 

È il 29 aprile 2006. A Bologna si sta tenendo la terza (ed ultima) edizione del 2TheBeat, una manifestazione hip hop italiana a cadenza annuale che per gli amanti del genere rappresentava l’appuntamento per i migliori freestyler della penisola. Si tratta del secondo round e sul ring si ritrovano a sfidarsi Gel, Rayden, Ira e Clementino. Gel faceva parte del TruceKlan, collettivo nato nel 2003, ma rappresentava l’elemento meno di spicco del crew che si pensava venisse rappresentato per l’occasione da Noyz Narcos. L’agnello sacrificale (come descrisse graficamente sul suo blog Noyz prima dell’evento), invece, fu Gel.
Il TruceKlan era già chiacchierato all’epoca ed il suo rap truculento faceva sorgere spesso e volentieri delle incomprensioni anche tra gli addetti ai lavori. Quella volta non fu da meno.
Al secondo giro di un minuto (la “battaglia” prevedeva due giri di freestyle per rapper, entrambi di un minuto ciascuno) Gel utilizza del materiale “fresco” anticipato ai Truceboys nel viaggio Roma-Bologna, da poco pensato: “Ok, TruceKlan| Voglio vedere le mani dei fan| Io vado a naso| Gli faccio fare la fine del piccolo Tommaso!“.
Nota a margine: il Tommaso a cui si riferisce Gel è Tommaso Onofri che, rapito in casa verrà barbaramente ucciso e ritrovato solamente il 2 aprile del 2006.
Un avvenimento tremendamente vicino a livello temporale che fa aizzare la folla presente a Bologna tanto da ricoprire di insulti e fischi Gel che non sarà in grado di terminare il proprio turno venendo, come immaginabile, eliminato dalla competizione.
Questo un piccolo avvenimento, raccontato in Dope Boys Alphabet, per riuscire a cogliere l’essenza di un crew, i TruceKlan, che con le rime amare e politicamente scorrette si è spianato la strada ad inizio millennio riuscendo a far avvicinare al mondo dell’hip hop svariate nicchie di pubblico.
Dope Boys Alphabet assume un duplice ruolo: il primo di documentario sugli albori e sulla nascita di Noyz Narcos (non di Emanuele), partendo dai Truceboys e dal collettivo, approdando ai lavori più vicini temporalmente; il secondo ruolo è quello di vero e proprio making of del nuovo disco, Virus, in uscita il 14 gennaio 2022. Una lavorazione studiata e che rappresenta una sorta di “cerchio che si chiude” per Noyz, ma che è anche la giusta occasione per guardarsi alle spalle e osservare quanta strada è stata percorsa in oltre 20 anni di carriera.
Il documentario, accuratamente suddiviso in precise sezioni, fa luce sul personaggio di Noyz Narcos attraverso le parole di buona parte della scena hip hop italiana odierna e passata che hanno lavorato, vissuto, collaborato e condiviso qualcosa con il rapper romano.
Concettualmente si può suddividere l’elaborato in cinque distinti tronconi, tre rappresentano la carriera e l’ascesa di Noyz sulla scena rap italiana, mentre due pongono maggiore attenzione sugli elementi prettamente musicali e stilistici riguardanti il rapper romano.

C’è porno, pedofilia, bondage e necrofilia| Tunnel dell’orrore negli archivi della polizia| Amore estremo e ultra violenza| Del resto tutto ha un senso dentro la testa di chi lo pensa| Scappa finché sei in tempo, il mondo sta impazzendo| Cresce il seme del male che stai coltivando| Un altro dramma familiare che ci compromette| Un altro killer seriale sulle nostre magliette. (Inferno Minorile, Sangue)

DAI TRUCEBOYS AL TRUCEKLAN


L’approdo ufficiale dei Noyz Narcos con il mondo dell’hip hop avviene nei primi anni novanta quando entra a far parte dei Savage Boys e successivamente tramite Fetz Darko entrerà nel gruppo Erreaccanegativo con cui inizierà a fare i primi freestyle. Ma il documentario parte da leggermente più avanti quando, in una serata di jam session open mic organizzata dal Rome Zoo, Noyz sale sul palco dando per un attimo libero sfogo alle proprie rime amare. Presenti in quella serata e catturati dalla bravura erano presenti Gel, Metal Carter, Cole e DJ Kimo, fondatori dei Truceboys di cui Noyz diventerà velocemente membro e volto principale. La collaborazione culmina nel 2003 quando venne pubblicato il primo ed unico album, Sangue.
La gestione dei live dei Truceboys, tuttavia, diventa sempre più difficoltosa con il passare del tempo dal momento che il gruppo era solito avere in apertura altri rapper a loro vicini (per tematiche e tipologia di musica), quali per esempio gli In The Panchine. Fu naturale, arrivati a questo punto, la creazione di un vero e proprio collettivo (spesso visto come un “movimento” a se stante rispetto alla scena hip hop del resto d’Italia): fu così che nel 2003 nacque il TruceKlan, “il clan dei ragazzi coi problemi”. Particolare enfasi viene dedicata all’interno del documentario a questo spaccato di vita di Noyz e del T.Klan: gli album Non Dormire, La Calda Notte e Verano Zombie vengono tutti analizzati sotto l’ottica del cambiamento delle regole che il Klan porta insito in sé.
In particolar modo La Calda Notte. Una villa in zona Castel Madama, soprannominata “Villa Maledetta”, venne affittata a due distinti gruppi di persone: da una parte Matteo Swaitz, regista di film pornografici, stava girando un film (La Calda Notte), dall’altra i TruceKlan stavano registrando tracce per il secondo disco solista di Noyz (che prese, ovviamente, come titolo La Calda Notte). Come immaginabile i due lavori si influenzarono a vicenda, tanto che la clip della title track venne girata dallo stesso Swaitz e distribuita in un DVD (al cui interno venne inserito anche il film porno) allegato al CD. Se questo non vuol dire essere fortemente hardcore, risulta difficile capire cosa lo sia.
Il documentario incede molto sull’aspetto “folle” dei live e sul consumo di alcool e droghe, riuscendo tuttavia a mantenere un certo equilibrio senza scadere nella banalizzazione e nella pubblicizzazione delle stesse: c’è una punta di esibizionismo, sicuramente, ma lì si circoscrive rimanendo fine a se stessa.
Proprio con un’altra “calda notte” si conclude l’avventura del T.Klan in quanto tale: “la calda notte” è infatti il nome di un’operazione dei Carabinieri che nel 2009 portò all’arresto di 18 persone ed una 30ina di perquisizioni per spaccio di droga. Tra i volti coinvolti ci furono anche Chicoria e Noyz Narcos, quest’ultimo tuttavia solamente denunciato ed interrogato in quanto conoscente di implicati nell’indagine.
Il TruceKlan va quindi in archivio con un solo vero album, esattamente come i Truceboys: Ministero dell’Inferno, 22 tracce di torbido rap che sfocia nell’horrorcore. Numerosi i featuring raccolti ed inseriti, tutti con persone che, come sottolinea Metal Carter, “facevano un rap che piaceva anche a noi”.

Il T.Klan è come il Wu-Tang, cioè il peso che si può dare ad una cosa del genere in Italia: è un crew storico che resiste, che rimane e che se anche poi non procede insieme nella timeline della storia del rap italiano comunque ha fatto qualcosa di talmente tanto significativo che precede. (Ensi)

ENEMY-VIRUS: DUE MODI DI VIVERE IL CAMBIAMENTO


Il resto del documentario copre, come si diceva, la fase creativa, costruttiva e di registrazione del nuovo album di Noyz Narcos in uscita a gennaio 2022, Virus. Un vero e proprio making of che vede come principale voce narrante, oltre ai consueti intervistati, Night Skinny.
Scelta peculiare quella di costruire questa sezione non totalmente incentrata su Virus, quanto piuttosto sul mostrare l’evoluzione creativa tra Enemy (album uscito nel 2018) e quest’ultimo prodotto: la fase di scrittura di Enemy andò a rilento e pesò fortemente sulle spalle di Noyz che venne visto molto scarico e lui stesso, in uno spezzone del documentario, mostra tutti i suoi dubbi sul continuare a scrivere e cantare rischiando di non riconoscersi più nella propria musica.
Un aspetto che non viene assolutamente percepito, invece, nei video in cui viene mostrata la registrazione di alcune strofe di Virus: Noyz sembra essere molto più sciolto, coinvolto, convinto di quello che lentamente sta venendo plasmato dalla sua voce, dai mixer e dalle basi sapientemente scelte. D’obbligo, inoltre, citare rapper, DJ ed addetti ai lavori coinvolti nel progetto Dope Boys Alphabet: Cole, Gel, Metal Carter, DJ Kimo, Benetti DC, Supremo73, Mystic1, Gemello, Chicoria, Sine, Gengis Khan, Ensi, Gué Pequeno, Marracash, Fabri Fibra, Salmo, Andrew Propaganda, Night Skinny, Rasty Kilo, Luchè.
La parte making of si sofferma anche su diversi piccoli spoiler relativi alla tracklist, ai featuring, a parti di strofe e ritornelli e ad una singola canzone: la terza parte di Verano Zombie.

Promuovo il rap degenerato| Odio lo Stato| È un mondo circondato da filo spinato| Scendo in strada e carbonizzo la tua macchina| Sintetizzo droga nella bibita, porto le tenebre al tuo cinema| Affollo il sanatorio con ‘sta merda distorta| Mando tuo figlio all’obitorio con la testa aperta. (Tour Notturno, Non Dormire)

VERANO ZOMBIE: UN ALTRO MODO DI FARCELA


Il capitolo riguardante Verano Zombie conclude il documentario e cerca di racchiudere l’essenza di quello che è stato e di quello che è ancora oggi Noyz Narcos. I numerosi featuring con rapper definibili commerciali (in quanto sotto contratto con una major) non hanno minimamente snaturato il tipo di scrittura, lavorazione e iconica illustrazione del rapper romano: la penna rimane tagliente e truculenta esattamente come era al tempo dei Truceboys. Forse, ed è inequivocabile, l’incessante bisogno di trattare di determinati argomenti è scemata lasciando spazio a qualcosa di diverso, ad un incontro con tematiche ed argomenti più moderni e più vicini al Noyz Narcos di oggi, una influenza musicale che si percepisce ma che non ha snaturato l’essenza truce. A livello creativo Noyz è semplicemente cresciuto riuscendo ad accogliere nel proprio bagaglio l’amaro agglomerato delle rime dei Truceboys adattandolo alla modernità quotidiana. Come sottolinea Luchè verso la fine del documentario, Noyz Narcos rappresenta per i ragazzi di oggi un altro modo di farcela, cioè mantenere intatta fame, attitudine e passione, rimanendo fedeli alle proprie radici underground, street raised.

È un rapper che non si piega alle tendenze del momento. È importantissimo perché adesso più che mai i rapper si assomigliano un po’ tutti o pensano che per poter farcela devi fare la cosa che fa quello là. No? E Noyz ha sempre fatto il cazzo che gli pareva, quindi. Questo è l’importante: finché c’è Noyz vuol dire che anche tu puoi fare il cazzo che ti pare nel rap se ci credi. (Fabri Fibra)


Poco dopo l’annuncio del suo nuovo disco Virus, giustificato come una necessità di tornare a parlare e sfogare le proprie frustrazioni, Noyz Narcos presenta il documentario Dope Boys Alphabet, una interessante raccolta di video registrati dallo stesso Noyz prima, dopo e durante i live e sessioni di registrazione, alternati da video interviste di diverse figure dell’hiphop italiano chiamate per l’occasione. E, come ciliegina sulla torta, una corposa sezione making of proprio di Virus. Insomma, i fan di Noyz Narcos hanno di che essere felici in queste feste natalizie.

 

TITOLO ORIGINALE: Dope Boys Alphabet
REGIA: Marco Proserpio
SCENEGGIATURA: Emanuele Frasca, Marco Proserpio
INTERPRETI: Noyz Narcos, Cole, Gel, Metal Carter, DJ Kimo, Benetti DC, Supremo73, Mystic1, Gemello, Benassa, Chicoria, Sine, Ensi, Gue Pequeno, Marracash, Fabri Fibra, Salmo, Andrew Propaganda, Night Skinny, Rasty Kilo, Luchè
DISTRIBUZIONE: Amazon Studios
DURATA: 98′
ORIGINE: Italia, 2021
DATA DI USCITA: 17/12/2021

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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