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Cowboy Bebop 1×04 – Callisto SoulTEMPO DI LETTURA 3 min

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Cowboy Bebop 1x04 recensioneMentre si scrivono queste righe (colpevolmente in ritardo rispetto all’uscita della serie), Netflix ha già cancellato la serie dopo solo tre settimane dalla sua uscita e, nel frattempo, ci sono diverse petizioni sparse in giro per Internet che provano a resuscitare l’adattamento curato da Christopher Yost.
Una scelta ovviamente basata su tutta una serie di aspettative, sia in termini di ascolti che in termini di investimento, che il colosso californiano ha palesemente non gradito. Peccato perché, pur con tutte le sue differenze rispetto all’anime, ha un suo motivo di esistere e “Callisto Soul” ne incarna nel bene e nel male la sua essenza.
Si parla ovviamente di una trama orizzontale latente che stenta a decollare ma, allo stesso tempo, anche di una trama verticale che intrattiene molto bene e diverte con il suo essere stravagante. Quindi non un capolavoro ma nemmeno quel tipo di serie che merita tutto questo clamore mediatico estremamente negativo.

Faye Valentine: What the shit is that?
Spike: That’s a dog. You never seen one?
Faye Valentine: Sure, in zoos. Next to the dragon sanctuary and unicorn exhibit. I hear these things are, like, 20-30 million a pop.

POLLICE IN ALTO PER LA TRAMA VERTICALE


L’immagine di recap scelta per questo episodio è volutamente eccessiva ma è anche un ottimo fotogramma per riassumere la trama di questa puntata (anche se manca un albero in primo piano). Una trama che pone al centro il tema della sostenibilità ambientale, dell’assenza dei cani nell’universo e della trasformazione degli uomini in alberi: una sceneggiatura che potrebbe essere stata scritta dopo essersi fumati qualche canna e, proprio per questo, piace.
Vivan Lee, la misconosciuta sceneggiatrice della puntata, riesce a far centro grazie ad un giro di stravaganti trovate che fanno colpo sullo spettatore e lo intrattengono facendogli dimenticare di essere davanti all’ennesima puntata in cui manca un filo conduttore generale. Un divertissement di una quarantina di minuti che fa il suo compitino estremamente bene.

Jet: Spike, we talked about this.
Spike: That was before I saw her lying, cheating, stealing face again.
Jet: Do not shoot her.
Spike: Please.
Jet: No!

POLLICE IN BASSO PER LA TRAMA ORIZZONTALE


Ok, magari il titolo del paragrafo è parzialmente fuorviante ma è ovviamente riferito all’utilizzo (o per meglio dire al non utilizzo) di Vicious piuttosto che all’inserimento di Faye Valentine nel team. Perché se del secondo evento si può effettivamente parlare, del primo non si può poi scrivere molto a riguardo vista l’ennesima comparsata di qualche minuto e poi il nulla cosmico.
Per quanto ci sia qualcosa di strano nell’interpretazione di Daniella Pineda che non quadra completamente a chi sta scrivendo queste righe, bisogna ammettere che l’inserimento di Faye nelle dinamiche della Bebop ha un suo perché. Ed è ancora più visibile dopo aver constato il rapporto tra Jet e Spike nei precedenti tre episodi quando non c’era un terzo incomodo a modificarne l’alchimia.
Se da un lato è quindi apprezzabile il tempo dedicato al duo, dall’altro non si può che essere felici di essere finalmente arrivati a quella nuova fase di Cowboy Bebop che vede finalmente formato il trio Spike-Jet-Faye. Un trio che ora, se Christopher Yost lo permetterà, potrà finalmente lanciarsi in uno scontro frontale con Vicious.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Umorismo sempre molto peculiare
  • Uomini trasformati in alberi
  • Scene d’azione ben fatte
  • Trama verticale intrigante, specialmente con la trasformazione in alberi
  • Trama orizzontale non pervenuta
  • Vicious non pervenuto

 

Cowboy Bebop continua la sua stagione intrattenendo ma probabilmente mancando le aspettative createsi intorno al progetto: una trama orizzontale forte. Qui, per quanto la trama verticale sia interessante e porti all’inserimento di Faye nel team, si sente comunque la mancanza di una prospettiva nel lungo periodo.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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