Fallout 1×08 – The BeginningTEMPO DI LETTURA 7 min

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ROB-CO CEO: “There’s a lot of earning potential with the end of the world. But we’re talking about making a significant investment based on a hypothetical.”
Barb: “By dropping the bomb ourselves. A nuclear event would be a tragedy… but also, an opportunity. Perhaps the greatest opportunity in history. Because when we are the only ones left, there will be no one to fight. A true monopoly. This is our chance
to make war obsolete. Because in our current societal configuration, which took shape without intentional guidance, we have friction. We have conflict, and we have war. And war, well… War never changes.”

Questa è la frase che da sempre accompagna il videogiocatore all’interno del mondo di Fallout. Una frase che ha impiegato un’intera stagione prima di essere proferita all’interno dello show di Amazon ma che ne eleva il messaggio e il valore. La guerra non cambia mai e, esattamente come proferito dal personaggio di Matt Berry in “The Trap”, rappresenta il nuovo prodotto, la nuova merce da vendere. O meglio: la Vault-Tec punta alla guerra per poter vendere la speranza di sopravvivere all’intera popolazione americana grazie ai tecnologici vault che ha costruito (e pubblicizzato).
La guerra non cambia mai, ma si adatta alle nuove tecnologie e alle nuove mire di successo e potere che hanno le persone che la innescano. Il coinvolgimento di Barb Howard era diventato ormai molto prevedibile, ma sentire proferire da lei questa specifica frase dà un valore aggiunto al senso di destabilizzazione che Cooper prova, esattamente come lo spettatore.

RIVELAZIONI E CAMBI DI PROSPETTIVA


Una guerra che non è mai stata una guerra, bensì un semplice pretesto per poter vendere qualcosa è l’ennesima riprova che nulla è come sembra all’interno del mondo di Fallout. Quest’intera stagione è servita ai personaggi di Lucy e Maximus per rendersi conto di questa cosa. Quest’ultimo ha ormai perso totale fiducia nella Confraternita d’Acciaio: un cavaliere che fugge spaventato; l’inconsistenza dei principi su cui si basa il suo “culto”; la guerra non è un atto necessario, ma si può essere liberi e in pace (come ha osservato nel Vault 4). Un castello di bugie a cui sembra non potersi sottrarre.
Lucy è senza ombra di dubbio il personaggio cresciuto maggiormente in questa stagione. Il rapimento di Hank, così come la quest relativa alla testa di Siggi Wilzig rappresentano il pretesto per portare a galla la vera ricerca della verità da parte di Lucy: cosa è successo alla madre e da dove proviene, veramente, suo padre?
Moldaver risponde a entrambe con uno spiegone forse eccessivo per la minuziosità dei dettagli, ma in un certo senso necessario (sia per Lucy, sia per il pubblico). Le interconnessioni tra Vault-Tec/Cooper/Moldaver/Hank vengono quindi ridisegnate con un abile utilizzo di flashback e CGI (la ricostruzione del volto di Kyle MacLachlan diciamo che è rivedibile).
Il Vault 31 altro non è che un vault in cui è tenuto ibernato il personale della Vault-Tec insieme ai loro familiari, Hank era infatti un collega di Barb. Questa rivelazione muove due domande: Cooper sembra essere alla ricerca della sua famiglia, possibile quindi che nel Vault 31 siano presenti anche loro? Sono state ibernate in altri vault simili oppure si tratta di vaneggiamenti di una persona cotta dalle radiazioni da oltre 200 anni?
La seconda domanda riguarda Moldaver: il suo stato fisico porta a teorizzare che abbia utilizzato una delle capsule ibernanti di uno di questi fantomatici vault “per il personale”. Si tratta dell’unica dissidente oppure ci sono altri infiltrati?

“Our vaults have the resources to survive for centuries. Meanwhile, our competitors… you know, every other human who isn’t us…will be dead on the surface. Because after all, what is the ultimate weapon of mass destruction? Time.”

PICCOLI DIFETTI E COME NON NOTARLI


In quest’ultimo capitolo viene messa da parte la vena satirica dello show, preferendo mantenere una narrazione prettamente più drammatica e “seria”, se così la si vuole intendere.
La scena dello scontro tra predoni e Confraternita all’Osservatorio Griffith sottolinea in particolar modo la crescita di Maximus, ormai un soldato a tutti gli effetti e non più spaventato da ciò che lo circonda e da ciò che la Confraternita stessa rappresenta. Le sequenze di battaglia, accompagnate al solito da una soundtrack ineccepibile, sono uno dei fiori all’occhiello di questa puntata nonostante il breve minutaggio.
Anche se la facilità con cui il Ghoul-Cooper si libera di tutti i cavalieri e di buona parte dei soldati è forse troppa, nonostante lui stesso la giustifichi appuntando di conoscere molto bene quelle armature avendole lui stesso utilizzate in passato.
Tra le piccole imprecisioni narrative ci sono poi da appuntare la liberazione di Hank, completamente immotivata: Lucy è in stato confusionale, ma resta così giusto il tempo per permettere a Maximus di liberare il padre. Un po’ troppo semplicistico.
Altro dettaglio riguarda il contenuto della testa di Siggi Wilzig: un campione di fusione nucleare a freddo, successivamente utilizzate per ridare energia elettrica all’intera città ai piedi dell’Osservatorio.
Elemento fondamentale ricercato dall’intera stagione da parte di tutti e nessuno cerca di bloccarne l’accensione. In particolar modo Hank che viene costretto a fornire il codice per sbloccare il nucleo (easter egg: il codice è 101097, il giorno dell’uscita del primo Fallout, 10 ottobre 1997), ma se ne disinteressa totalmente prima di abbandonare Lucy e Cooper. Deus ex machina ingombranti, forse, ma Fallout si fa perdonare anche questo.

“I did what was necessary…to save our people. And that woman over there…She’s no different than me. Lucy? I loved your mother. But she stopped being your mother when she left home. When she took you into danger.”

COSA ASPETTARSI DALLA SECONDA STAGIONE?


Essendo stato rinnovato per una seconda stagione, occorre guardare al futuro.
L’invito di Cooper a Lucy (“come meet your makers”) significa che il Ghoul sa dove il management della Vault-Tec si nasconde? Probabilmente sì, visto che è un essere errante da oltre 200 anni. Un team up interessante il loro: da una parte un marito alla ricerca della sua famiglia, dall’altra una ragazza in cerca di risposte, destabilizzata dalla verità cui è venuta a conoscenza grazie a Moldaver.
Maximus, come si diceva pochi paragrafi fa, si ritrova bloccato in un ruolo che non sente più suo, eletto per volere popolare a Cavaliere. Quanto peso avrà questo cambiamento per lui? E, soprattutto, riuscirà a costruire una società come gli è stato promesso oppure anteporrà questo desiderio alla ricerca dell’uomo (Hank) complice della distruzione di Shady Sands?
Hank, nel frattempo, sembra essersi rifugiato a New Vegas, ambientazione ben conosciuta ai videogiocatori di lunga data, al centro dell’omonimo titolo per PS3, ambientato appunto nella Strip di Las Vegas post-atomica.
Resta dubbia, invece, la situazione nei Vault 31-32-33: la scoperta di Norm è stata fondamentale per lo spettatore, ma rischia di vederlo bloccato a imperitura memoria a meno che succeda qualcosa di veramente grave tanto da portare al risveglio di tutte le capsule di ibernazione. Per quanto riguarda gli altri due vault, invece, la loro situazione attuale resta sospesa nel vuoto avendo ora come ora ben poca influenza nella trama generale.

“You’ve seen what it’s like up here. Everyone equally afraid, equally miserable. Forced to do horrible things in order to survive. Lucy…I had to make a choice. Between their violent world and our peaceful one. And I believe, Lucy, I know I made the right choice. If the problem with the world is factions endlessly fighting, endlessly at war, then what is the solution but to get rid of the factions? To make the world us, only ours to shape.”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Rivelazioni
  • Personaggi principali ben presentati e fatti crescere nel corso della stagione
  • Walton Goggins sempre e per sempre
  • Dialoghi e monologhi: niente è stato lasciato al caso
  • Ottimo ponte per una seconda stagione
  • Kyle MacLachlan giovane ricostruito in CGI
  • Deus ex machina, seppur necessari

 

Ora al pubblico aspetta la parte più difficile di tutte: aspettare la seconda stagione.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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