Lucille Ball e Desi Arnaz sono una coppia sia nella vita che sul piccolo schermo, dove interpretano Lucy e Ricky Ricardo nell’amata sitcom I Love Lucy. Ma l’equilibrio delicato tra amore e lavoro viene messo in crisi in una settimana del 1952, quando sia la loro carriera che il loro matrimonio rischiano la fine. Mentre i ripetuti tradimenti di Desi Arnaz occupano le prime pagine dei giornali, Lucille Ball viene accusata di avere simpatie comuniste nel pieno della paura rossa. |
Una storia d’amore tra due star affrontata con lo sfondo di una crescente paura rossa. Aaron Sorkin sfrutta il gimmick del periodo storico per portare in scena la rottura di una coppia ben nota nel panorama televisivo degli anni ’50-’60: Lucille Ball e Desi Arnaz. La pellicola condensa al suo interno tre prospettive diverse di narrazione: le interviste degli sceneggiatori Jess Oppenheimer, Bob Carroll Jr. e Madelyn Pugh; flashback riguardanti il passato della coppia; la preparazione di una puntata live dello show I Love Lucy che corrisponde ad un momento di rottura all’interno della coppia.
Sorkin cerca di condensare all’interno della pellicola un lato documentaristico con le interviste, uno prettamente rivolto al drama ed un altro che cerca di cogliere una parte di critica sociale-politica del periodo. Ma Being The Ricardos, forse per i troppi elementi attorno a cui destreggiarsi, finisce per non convincere sotto tutti questi punti di vista riuscendo a risaltare come film drammatico solo negli ultimi concitati minuti durante la discussione tra Lucy e Desi.
I’m a contract player at RKO. I play the roles I’m told to play. My career’s gone as far as it’s gonna go. It’s hit cruising altitude. I’m at peace with that. So I’d like to be at peace. I want a home.
Il dubbio di Lucy riguardo un possibile tradimento di Desi è la fantomatica goccia che scava la roccia: lentamente, senza perdere energia e con continuità, la donna cerca di carpire informazioni, date, avvenimenti, per riuscire a capire cosa effettivamente stia avvenendo tra lei e l’uomo. La resa scenica di Nicole Kidman e Javier Bardem è forse l’elemento migliore dell’intero film: i due mostrano una grande chimica sia sul falso set durante le riprese di I Love Lucy, sia nei momenti di privacy coniugale. Bardem porta in scena un attaccamento passionale, rovente per la propria donna essendo disposto a scomodare tutto e tutti (compreso il direttore dell’FBI) pur di riabilitare il suo nome. Kidman, dal canto suo, incanta il pubblico con una performance da Oscar soprattutto per la fierezza del personaggio ed il modo composto ed ordinato con cui riesce a farsi valere nonostante i pareri contrari del canale (CBS) e degli sponsor (Philip Morris).
L’idea di Sorkin era di partire dalla notizia uscita prima sui giornali scandalistici e poi confermata anche altrove riguardo l’affiliazione di Lucy al partito comunista. Una notizia che rischia di devastare sia il canale che la carriera dell’attrice. La pellicola sembra quindi prendere fin da subito una direzione simile e Trumbo (2015) ed in certi aspetti anche Hail, Caesar! (2016) tuttavia ben presto si nota che l’interesse attorno alla problematica del Maccartismo è puramente legata alla reazione dei personaggi e non si tratta dell’argomento centrale della storia.
Il rapporto di Lucy e Desi viene analizzato prendendo in esame la loro reazione all’uscita della notizia, ma si tratta solamente di uno degli aspetti che viene affrontato per parlare della coppia.
She used the word ‘home’ a lot. She talked about having a home. Lucy owned three houses, but sometimes, when she fell into a funk, she’d say… she didn’t have a home.
Particolare interesse potrebbe suscitare il film per gli addetti ai lavori (o i curiosi) visto e considerato che Being The Ricardos presenta il dietro le quinte dello show I Love Lucy affrontando, quindi, la fase di creazione del progetto stesso, di sceneggiatura e confronto sui dialoghi, sulle tematiche e sulla costruzione delle scene in sé, mostrando anche le varie fasi di realizzazione (dall’ideazione alla resa live passando, per la classica lettura dello script).
Ulteriore elemento che impreziosisce la pellicola, quindi, ma che rappresenta l’ennesimo fattore narrativo a sé che sembra non girare alla perfezione con tutto il resto. Documentario, critica sociale-politica, storia d’amore, drama, dietro le quinte di uno show: molti stili differenti che presi singolarmente convincono, ma che nel risultato finale faticano ad ingranare ed intrattenere come sarebbe lecito aspettarsi.
Il flashback con cui viene presentato il crescendo sentimentale tra Lucy e Desi è interessante per mostrare la loro storia d’amore, sia per raccontare le trasformazioni del rapporto collegate al lavoro di entrambi: il successo sembra a tratti soffocare il rapporto, tenendoli lontani e rendendoli differenti. Tuttavia la coppia trova sempre il modo di sistemare le cose e di trovare soluzioni per i vari problemi che si palesano. Una capacità che lo spettatore si attende si ripresenti per l’intero film, ma in certe scene questa sicurezza sembra venir meno soprattutto per il fantomatico dubbio di Lucy che, continuando a scavare, sembra tentare di instillare cattivi pensieri attorno a Desi anche nello spettatore.
To all Philip Morris and CBS employees: don’t fuck with the Cuban.
Il risultato finale è un film che si lascia guardare. E qui si potrebbe chiudere. Le interpretazioni di Bardem e Kidman sono di alto livello, ma il resto del cast viene sfruttato solo come spalla rendendo quasi un orpello di scena figure come J.K. Simmons e Jake Lacy. La storia cerca di abbracciare varie tipologie di racconto e di genere, ma sembra fallire su tutta la linea recuperando in extremis con l’ultima spallata drammatica del finale. Ma è veramente poco sia per Sorkin (che arriva da un convincente The Trial Of The Chicago 7), sia per il prodotto finale in generale. Una sufficienza che premia alla perfezione uno dei tanti film che si guarda e di cui rimane ben poco dopo aver concluso la visione.
Desi: “Usually, right now, I’d be doing the final audience warm-up. […] I’m not doing that tonight, and here’s why. Last week, my wife, Lucille Ball, was asked to testify in front of a closed session of the House Un-American Activities Committee. Yes, the congressmen who investigate Communism. After hours of testimony, the committee concluded unambiguously that Lucy was and is in no way involved with the Communist Party. So everything’s swell, right?No. Because this is the evening edition headline in the Herald-Express. So…I made some phone calls. I called the editor of the Herald-Express. I called the chairman of the committee. I called all the members of the committee. And I made one more call to someone, and I believe he’s still on the line. Thank you. Are you still with me, sir?”
Uomo al telefono: “Yes.”
Desi: “I’m now standing in front of a studio audience in Hollywood, California and we are joined by a number of members of the press.”
Uomo al telefono: “That’s fine.”
Desi: “We want to know, sir, does the FBI have any case against Lucy? Does the FBI have any evidence of wrongdoing? Does the FBI have any reason to believe that Lucille Ball is a Communist?”
Uomo al telefono: “No. Absolutely nothing. She’s 100% clear.”
Desi: “Thank you, sir. One more question. Will you tell us your name please?”
Hoover/Uomo al telefono: “This is J. Edgar Hoover.”
Desi: “Thank you, sir. Enjoy your evening. Ladies and gentlemen, please welcome my wife and the star of I Love Lucy, Lucille Ball!”
TITOLO ORIGINALE: Being The Ricardos REGIA: Aaron Sorkin SCENEGGIATURA: Nicole Kidman, Javier Bardem, J.K. Simmons, Nina Arianda, Tony Hale, Alia Shawkat, Jake Lacy DISTRIBUZIONE: Amazon Studios DURATA: 131′ ORIGINE: USA, 2021 DATA DI USCITA: 10/12/2021 |