Army Of Thieves recensione
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Army Of Thieves

Mentre a Las Vegas è scoppiata una guerra tra zombie ed esseri umani, Ludwig Dieter viene reclutato tramite YouTube da una banda di ladri professionista. L'obiettivo è aprire le tre casseforti più sicure al mondo create dal leggendario Hans Wagner.

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Mentre a Las Vegas è scoppiata una guerra tra zombie ed esseri umani, Sebastian Schlencht-Wöhnert (Ludwig Dieter) viene reclutato tramite YouTube da una banda di ladri professionista. L’obiettivo è aprire le tre casseforti più sicure al mondo create dal leggendario Hans Wagner.

 

Nel settembre 2020, molto prima che Army Of The Dead venisse rilasciato da Netflix lanciando ufficialmente il franchise, questo spin-off/prequel veniva annunciato con il titolo Army Of The Dead: The Prequel. Una scelta molto coraggiosa e sicuramente voluta per enfatizzare la creazione di un universo volto, ovviamente, a supportare l’uscita del film di Zach Snyder non come una pellicola stand-alone.
Nonostante il titolo sia poi stato cambiato in quello effettivamente più interessante e aderente, i collegamenti tra i due film vengono enfatizzati più e più volte, confermando l’intenzione di investire tempo ed energie nel character teutonico.
A scrivere la sceneggiatura ci sono ancora Zack Snyder e Shay Hatten, a quanto pare ufficialmente i demiurghi dell’universo di Army Of The Dead,

In his waning years, his greatest work truly began. A series of four safes, one for each opera of Richard Wagner’s legendary Ring cycle, comprised of four epic operas, with roots in Norse mythology. The four safes being, Das Rheingold. Die Walküre, or The Valkyrie. The Siegfried. And finally, the Götterdämmerung, also known as the Twilight of the Gods.

NICE TRY…


Matthias Schweighöfer ritorna nei panni di Ludwig Dieter/Sebastian Schlencht-Wöhnert e questa volta anche in quelli di executive producer e regista, sancendo un certo tipo di investimento emotivo e professionale nel progetto. Un investimento che, come logica conseguenza, lascia le porte apertissime ad un suo ritorno nel già annunciato sequel di Army Of The Dead.
Le differenze tra la pellicola diretta da Snyder e questa diretta da Schweighöfer sono molte, a partire dal genere e proseguendo per la caratura e le ambizioni. Il cast di attori non è infatti assolutamente paragonabile, così come si percepisce una certa “impronta europea” che distanzia il film da quello di Snyder. Non necessariamente un male, però oggettivamente inferiore in alcuni ambiti, tipo quello recitativo (nello specifico per colpa dell’intollerabile Jonathan Cohen e di Stuart Martin che pare una brutta copia di Hugh Jackman) e anche sceneggiativo (specie nel finale o in quel di Praga).
I difetti nella recitazione sono in parte dovuti ad una sceneggiatura non proprio da Oscar che prende e sposta i personaggi a piacimento senza effettivamente spiegare molto delle circostanze (un esempio è quando Gwendoline improvvisamente sbuca fuori nel furgone). Legata alla scrittura c’è poi una certa bidimensionalità di diversi character (Brad Cage/Alexis Broschini, Delacroix), vuoi per una mancanza di tempo, vuoi semplicemente per una mancanza di interesse visto che non sono un focus. Con maggior attenzione però si sarebbe potuto elevare il tenore del film di almeno un paio di voti.

Did you just say “gulp”?

UN “THE ITALIAN JOB” AI TEMPI DELLE PANDEMIE ZOMBIE


L’obiettivo dichiarato della pellicola è quello di un’avventura stand-alone che riproponga un classico heist-movie con l’aggiunta di qualche elemento romantico. Non si parla quindi di reinventare un genere, quanto piuttosto di usufruire di un modello già molto funzionante e aggiungere qualche dettaglio diverso dal solito senza che influisca più di tanto nella trama. Army Of Thieves è infatti un classico film da guardare in compagnia, ridendo ad un paio di situazioni strane senza aspettarsi troppo.
La piacevole sorpresa arriva principalmente da Schweighöfer che, pur essendo stato presentato come un character particolare in Army Of The Dead, aveva destato alcuni dubbi circa la sua caratura da protagonista. Ed invece è proprio per merito di Matthias Schweighöfer che il film si rende estremamente godibile, il che è una piacevole sorpresa. Come si diceva ci sono degli attori nel cast che avrebbero potuto rimanere disoccupati con sommo piacere di tutti ma i protagonisti principali, Sebastian e Gwendoline, bastano ed avanzano per tenere sulle proprie spalle l’intera pellicola.


Nel complesso Army Of Thieves è una pellicola guardabile, abbastanza curata nella regia ma che non si pone obiettivi ambiziosi. La sensazione è quella di avere davanti un film che ambisce ad ottenere il massimo risultato col minimo sforzo, ovviamente usufruendo di un traino importante che altrimenti avrebbe reso questi 127 minuti evitabili.
Insomma: un film guardabile ma consigliabile solo se si è amato Army Of The Dead e Ludwig Dieter.

 

TITOLO ORIGINALE: Army Of Thieves
REGIA: Matthias Schweighöfer
SCENEGGIATURA: Zack Snyder, Shay Hatten

INTERPRETI: Matthias Schweighöfer, Nathalie Emmanuel, Ruby O. Fee, Stuart Martin, Guz Khan, Jonathan Cohen
DISTRIBUZIONE: Netflix
DURATA: 127′
ORIGINE: USA, 2020
DATA DI USCITA: 29/10/2021

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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