“Tonight’s the night.”
La principale motivazione addotta per il forzato allontanamento di Dexter da Harrison ed Hannah è stata da sempre individuata nel desiderio dell’ematologo di preservare la vita dei suoi cari, essendo certo di essere la causa della loro morte.
Appuntato ciò, si percepisce fin da subito l’inconsistenza narrativa di questo sequel, New Blood, dal momento che si poggia su una sceneggiatura fallace già di partenza.
Se la motivazione che ha mosso Dexter a non andare in Argentina è quella precedentemente esposta, perché avrebbe mai dovuto riallacciare rapporti umani (dipendente in un negozio) e portare avanti relazioni (con il capo della polizia della cittadina)? Certo, il Codice prevede la costruzione di un’identità segreta che preservi il lato da serial killer di Dexter. Ma in questo caso si incorre in un circolo vizioso: crearsi un’identità secondaria significa dover per forza di cose creare dei legami con qualcuno che con il passare del tempo diventerà un affetto. Perché quindi non tentare direttamente la fortuna in Argentina?
Altro capitolo è la soppressione dell’Oscuro Passeggero portata in scena in maniera abbastanza ben orchestrata ma che fa sorgere spontanea una domanda: se l’obiettivo è il controllo dei suoi istinti, perché Dexter deve portare avanti una vita a stretto contatto con persone e situazioni snervanti? Perché altrimenti non ci sarebbe stata una storia e di conseguenza una serie tv? Questo, dunque, ciò che in precedenza è stato definito come “sceneggiatura fallace già in partenza”.
UNA FENICE CHE RISORGE DALLE PROPRIE CENERI? NON PROPRIO
New Blood è la continuazione dello show, terminato nel 2013, e ritrova tra gli addetti ai lavori sia Marcos Siega (regista della puntata) sia Clyde Phillips che nel frattempo sono riusciti a portare al pubblico nuovi show memorabili come The Following, The Passage e The Flight Attendant.
Un sequel, questo, che come si è già appuntato risulta partire da premesse narrative totalmente sbagliate visto e considerato quello che era stato mandato in onda in “Remember The Monsters?”.
Inoltre, i due plot twist celati all’interno dell’episodio risultano abbastanza telefonati in quanto, seguendo la quotidianità di Jim Lindsay (alias di Dexter dopo esseri stabilito nella città di Iron Lake), risultava difficile attendersi altro. Il giovane ragazzo che pedina Dexter era preventivabile potesse essere Harrison dal momento che poteva essere l’unico elemento in grado di sconvolgere la narrazione. Sarà interessante capire come il ragazzo sia riuscito a rintracciare il padre, sempre che gli sceneggiatori decidano di dedicare del tempo a questo aspetto senza lasciarlo al caso.
Il secondo colpo di scena era il preventivabile ritorno del dark passenger all’interno della vita di Dexter: per quanto sarebbe stato interessante vedere un Dexter alle prese con una vita quasi normale, ritrovarlo nuovamente nel proprio ambiente fatto di lame, coltelli, seghe e teli di plastica mette in moto una certa nostalgia dello show madre.
“Everyone close to you dies. That’s why we’re here. Doakes. LaGuerta. Rita. Me. Everyone.”
BEN POCO DA SALVARE
La forzata soppressione dei suoi istinti ha reso Dexter decisamente meno attento e ponderato nelle proprie azioni: dopo aver fatto sparire i pezzi del ragazzo con cui ha rotto il suo lungo digiuno di morte, diverse tracce di sangue vengono mostrate sulla neve fresca che circondano la casa in cui l’ex ematologo vive. Una disattenzione che potrebbe costargli cara, soprattutto considerato l’alto lignaggio del giovane eliminato, figlio della star della città.
Un personaggio totalmente lasciato nel dimenticatoio è sicuramente Hannah: Harrison sembra non averla coinvolta nel suo viaggio alla ricerca del padre, ma anche Dexter una volta che decide di uscire allo scoperto sembra incurante dell’avvenente bionda lasciata partire per l’Argentina con il figlio dieci anni prima.
Interessante, invece, la scelta di soppiantare la figura di Harry come voce della coscienza di Dexter con un parente scomparso più di recente: Debra, con una Jennifer Carpenter scomparsa dai riflettori dopo l’esperienza Dexter in Showtime (colpevole anche la sfortunata breve vita di Limitless e The Enemy Within).
“It’s been a long time. But if I’m gonna do this, I need to do it right. First rule of the code… don’t get caught.”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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L’idea di riprendere sottomano lo show è interessante, specialmente per l’opportunità di rivedere in scena Dexter Morgan e, magari, riuscire ad avere un finale degno di questo nome. Tuttavia, questa premiere si basa su una narrazione decisamente prevedibile, seppur con due colpi di scena necessari per poter dar modo alla storia di iniziare ad essere raccontata. Resta il fatto che molteplici dettagli (alcuni fondamentali per determinati passaggi della storia) vengano lasciati coperti da un velo di incertezza e silenzio da parte degli sceneggiatori. Un inizio decisamente sottotono.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.