Carter: “What happened to your face?”
Beth: “What happened to yours, you insensitive little fuck?”
Carter: “Nothing happened to mine.”
Beth: “Yeah? You should go find a mirror.”
Carter: “My dad’s dying.”
Beth: “So is mine. What’s killing yours?”
Carter: “Heroin. What’s killing yours?”
Beth: “The Twenty-first century.”
Impossibile non ripartire esattamente con le sequenze con cui erano stati archiviati i fatti della terza stagione: Kayce attaccato in ufficio; Beth vittima di un attacco bomba; John colpito da una raffica di proiettili. E quindi Sheridan riparte esattamente da quelle sequenze con dovizia di particolari, grande pathos ed un action gangsteristico di cui si aveva estrema necessità. Il risultato? Venti minuti iniziali di puro e semplice intrattenimento visivo d’altissimo livello. E il resto della puntata non si attesta attorno al tema action alla stessa maniera, ma perfeziona una premiere da applausi.
LA FAMIGLIA DUTTON RISORGE DALLE PROPRIE CENERI
John Dutton viene tratto in salvo da Rip che si era diretto verso il capo del ranch con estrema velocità già in “The World Is Purple”. Tra la vita e la morte, John viene salvato nuovamente grazie all’intervento di un elicottero, esattamente come già avvenuto in precedenza durante lo show. Ma si tratta di un uomo dalla scorza dura e difficile da scalfire, tanto da rimettersi fisicamente in tempi abbastanza brevi e facendo confessare allo stesso John di essere ormai certo che “the only thing on this earth that can kill me is me”.
È l’unico frangente medico che viene affrontato dall’episodio: Beth viene mostrata dilaniata dall’esplosione ma in salute (anche se porta diverse cicatrici a ricordo dell’avvenimento); Kayce è pronto a dare la caccia a chiunque li abbia attaccati, nonostante la pallottola presa durante la sparatoria con cui si è concluso l’inseguimento al commando che aveva attaccato i Dutton.
Due aspetti relativi ai due Dutton junior vanno fin da subito portati all’attenzione del pubblico.
Beth è la vera mattatrice di questo primo episodio, mettendo in mostra tutti i lati della sua personalità che l’hanno caratterizzata fino a questo punto. Un’arma spietata e pronta a colpire al momento opportuno.
Kayce viene mostrato visibilmente ferito e collassato a terra e successivamente in dialogo con John. La mancanza di una terza persona durante il dialogo, la visibile angoscia di Beth di dover parlare con il padre delle “sconfitte” riportate durante l’attacco, la mancanza di scene stand alone di Kayce (magari con Monica e Tate, assenti in scena da dopo l’attacco) fanno depositare diversi dubbi. Potrebbe trattarsi di una sorta di “fantasma” di Kayce con cui John si ritrova a dialogare una volta tornato al ranch? Oppure si sta cercando una soluzione eccessivamente fuori narrazione per la sceneggiatura mancante riguardante Kayce? I dubbi verranno sicuramente dissipati dai prossimi episodi, ma si tratta di un aspetto interessante da tenere in considerazione.
YELLOWSTONE 1883
Dopo la sopravvivenza del ranch dal poderoso attacco esterno, grazie anche ai cowboy (e alle cowgirl) della bunkhouse, Dutton si prende un attimo per sottolineare l’elemento fondamentale per la controffensiva (indagare sui mandanti) e per rincuorare le proprie truppe, esattamente come farebbe un generale dopo una disastrosa battaglia.
Il confronto alla bunkhouse è breve, ma serve per risollevare il morale a tutti, compreso quello di John che ha estrema necessità di avere prove tangibili e concrete di cosa stia proteggendo, di quale sia l’oggetto della contesa: il ranch.
Un ranch di cui Sheridan vuole mostrare anche le origini, il passato, la nascita e le lotte per la sopravvivenza. Un’idea che trova terreno fertile nello spin-off in uscita il 19 dicembre di quest’anno: Yellowstone 1883. E questa premiere non perde tempo per sondare il terreno e dare al pubblico un assaggio di quello che sarà questo spin-off: una piccola sequenza (datata 1893), dedicata alla famiglia Dutton e al suo rapporto con i Nativi, viene mostrata giusto per dare un assaggio.
SAWYER NON PERVENUTO
Una premiere che accoglie tutti gli elementi necessari per ripartire alla grande: elementi tipici di un backdoor pilot per un imminente spin-off; la ripresa dal precedente finale di stagione con doverosa spiegazione degli avvenimenti; annuncio di una guerra; ricerca dei mandanti (di cui Rainwater potrebbe essere a conoscenza avendo catturato e torturato uno degli artefici); confronto tra fratelli (Beth vs Jamie, un semplice assaggio di ciò che attende lo spettatore).
E poi, perché non chiudere in bellezza, eliminando un insignificante personaggio della precedente stagione quasi fosse l’ultimo residuo di una narrazione rimasta in stasi, bloccata e mai seriamente decollata? Ancora una volta (l’ultima): “Roarke… which one is he?”
“Fuck you. Fuck you for leaving me in this place with nothing and nobody. If there’s a hell, you’re in it. And I’ll see you when I get there. Son of a bitch.”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Una premiere accattivante, piena di pathos e che carica di aspettative lo spettatore per questa quarta stagione.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.