La Chimera recensione film
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La Chimera

Probabilmente il capolavoro di Alice Rohrwacher. Un film poetico e misurato dove tutto ha un suo equilibrio anche nei momenti di sublimazione e potere immaginifico.

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A Riparbella nella Tuscia, una banda di tombaroli si affida al rabdomante Arthur per scovare i tesori degli antichi etruschi. Tra personaggi eccentrici, continue fughe dalla polizia e un misterioso mercante d’arte detto Spartaco, Arthur vive le sue giornate tra lo scavare la terra e il ricordare il suo amore perduto, Beniamina. Gli etruschi, un popolo oscurato dalla grandezza dell’Impero Romano, sono lo sfondo perfetto di una storia che di districa tra ricordo, bellezza e malinconia.

La Chimera, quarto film di Alice Rohrwacher, è uscito in Italia il 23 novembre dopo essere stato presentato in anteprima a Cannes lo scorso 26 maggio. Durante la kermesse francese ha ottenuto commenti positivi sia dalla critica che dal pubblico, più affezionato alla regista italiana.
Nel suo primo weekend il film era presente in 150 sale italiane, ma a causa dell’incasso non esaltante le sale nel fine settimana successivo si sono dimezzate. Venuti a conoscenza della distribuzione scadente, Alice Rohrwacher e Josh O’Connor, l’attore protagonista, hanno girato un video molto scherzoso che è diventato virale su Instagram, dove chiedono al pubblico di andare nel proprio cinema di fiducia a chiedere di tenere il film ancora in sala. Dopo l’appello così spontaneo e genuino il film è poi rimasto nelle sale e ci resterà fino alla metà di gennaio.
Altra curiosità legata alla pellicola e al suo destino ormai raggiante, sempre in termini di fama e critica più che di incassi, è che Josh O’Connor (The Crown) ha raccontato di aver visto per caso Lazzaro Felice con suo fratello in un cinema di Edimburgo e di esserne rimasto folgorato.
Dopo la visione ha in tutti i modi cercato di rintracciare Alice Rohrwacher scrivendole persino delle lettere e chiedendole di girare un film insieme. I due ci sono riusciti ed è palpabile la connessione magica che si è creata tra loro.

Artur ha le cose sue, le sue chimere, ma che non te l’ha detto cosa facciamo? Scaviamo nelle tombe dei morti.

Alice Rohrwacher riesce a creare immaginari sempre diversi, ma sempre riconoscibili. Nel suo ultimo film, dove i ricordi e la memoria si mischiano al presente e alla vita, la regista disegna un mondo sognante e dalla poetica etrusca e lo accosta alla bassezza di chi si guadagna da vivere trafugando tesori e disonorando tanta bellezza. Oggetti straordinari vengono rubati dalla terra che li ha ospitati per un millennio da mani avide e sporche. In mezzo ai tombaroli della Tuscia però, la regista inserisce un personaggio maschile bellissimo: Arthur il rabdomante inglese.
Questo ragazzo alto e magro dal volto senza tempo non ha un passato, è soltanto lo straniero con il dono, o meglio con la chimera, di saper connettersi con il mondo dei morti. Se da una parte questo suo talento serve a lui e alla sua banda per appropriarsi degli stupendi resti delle tombe etrusche, dall’altra lo tiene costantemente in bilico tra il sotto e il sopra. L’unica cosa che si sa di Arthur è che ha perso il suo amore Beniamina e che da quel momento in poi la terra per lui non ha avuto più lo stesso significato.
La regista trasporta il suo pubblico in un luogo immaginario dove il passato sembra più importante del presente e dove la dimensione del sogno acquisisce più colore della realtà. Per quanto Arthur provi a rimanere attaccato alla vita provando anche dei sentimenti forti e carnali, non riuscirà mai ad abbandonare le sue chimere.

 Se in Italia avessimo tenuto la cultura Etrusca invece di quella Romana, non avremmo tutto questo machismo oggi.

La cultura etrusca, oltre a essere un portale con l’aldilà, è stata scelta dalla regista perché nel IV secolo a.C. questa popolazione aveva reso il ruolo della donna il centro della sua civiltà. I personaggi femminili della Chimera ruotano intorno ad Arthur, ma sono fondamentali e lo tengono costantemente in bilico tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
Il rifugio, la memoria e la malinconia sono affidati al personaggio di Flora, una bravissima Isabella Rossellini, che si fa custode dell’amore perduto del rabdomante inglese. Lei è la madre di Beniamina ed è la donna da cui Arthur torna ogni volta che ha bisogno di conforto. Beniamina è l’Euridice di questo film, costantemente cercata dal suo Orfeo, è ricordo così scolpito da confondersi con la realtà, è lei a tenere le fila di tutto con il suo filo rosso che durante il racconto viene seguito dall’inglese e dallo spettatore.
Italia è il terzo personaggio che si fa largo tra l’ingombrante madre e la perduta figlia, è lei che tiene Arthur ancorato alla terra, che lo coccola, gli fa provare dei sentimenti umani e caldi. La ragazza è così terrena che è l’esatta antitesi di Beniamina, ha problemi pratici da risolvere ed è vera, piange, ride, si dispera. Italia è un contraltare perfetto e in qualche modo rappresenta la speranza.


La Chimera è forse il capolavoro di Alice Rohrwacher, un film poetico e misurato dove tutto ha un suo equilibrio anche laddove la regista si è lasciata andare a momenti di sublimazione e altissimo potere immaginifico. Il grande talento tecnico della Rohrwacher le ha inoltre permesso di poter giocare con diversi formati passando agilmente dal 35 al 16 millimetri. Questo dimostra che dietro la poesia, il sogno e i grandi spunti intellettuali e colti, esiste una talento solido sia nella regia che nella scrittura.
La Chimera è un film da vedere assolutamente e da gustare al cinema per carpirne la magia, si esce dalla sala estasiati e quando le luci si accendono sembra quasi di essersi appena svegliati.

 

TITOLO ORIGINALE: La Chimera
REGIA: Alice Rohrwacher
SCENEGGIATURA: Alice Rohrwacher, Marco Pettanello, Carmela Covino
INTERPRETI: Josh O’Connor, Isabella Rossellini, Carol Duarte, Alba Rohrwacher, Vincenzo Nemolato
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
DURATA: 121′
ORIGINE: Italia, 2023
DATA DI USCITA: 23/11/2023

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Vivo a Milano, ma sono una romana doc, guardo tante serie tv e film e nel mio tempo libero lavoro, faccio sport e viaggio tanto.
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