L’atleta sessantenne Diana Nyad decide di realizzare un sogno quasi impossibile che consiste nel percorrere nuotando in mare aperto gli oltre 160 chilometri che separano Cuba dalla Florida. |
Diana Nyad nasce il 22 agosto 1949 a New York e fin da bambina si sente legata a doppio filo all’origine del proprio cognome. Nyad – naiade – nella mitologia classica è la ninfa delle acque. Quando si dice “un nome, un destino”.
All’età di dieci anni, infatti, per vincere una sfida proposta da un insegnante, Diana accetta di far parte della squadra di nuoto ed è amore a prima vista con il suo elemento, l’acqua.
Da quel momento comincia a macinare ore e ore di nuoto al giorno (sei, per l’esattezza), affinando tecnica, potenziale e resistenza. L’università è il luogo in cui Diana Nyad entra in contatto con il nuoto in acque libere, sport che l’avrebbe consacrata nell’olimpo degli atleti.
Dopo aver portato a casa svariati successi e record personali, la giovane Diana ha un grande sogno: percorrere il tratto di oceano che separa Cuba da Key West, in Florida. Più di 170 chilometri a nuoto, senza mai fermarsi.
Un sogno che, però, si farà attendere per più di 30 anni dato che la Nyad riuscirà in questa titanica impresa solamente il 2 settembre 2013, all’incredibile età di 64 anni.
I just want to say three things. One, never, ever give up. Two, you’re never too old to chase your dreams. And three, it looks like a solitary sport, but it takes a team.
UNA NUOTATA LUNGA 35 ANNI
La giovane, talentuosa e inarrestabile Diana Nyad ha 29 anni quando tenta per la prima volta di nuotare da Cuba alla Florida. Gli occhi di tutto il mondo sono puntati su di lei. L’atleta nuota per 42 ore ininterrotte, protetta da una gabbia anti-squalo, ma si arrende ai forti venti e alle correnti.
Dopo “appena” 76 miglia, Diana rinuncia all’impresa e rinchiude questa esperienza nel cassetto dei sogni impossibili, ma mai dimenticati.
Così, la giovane donna si butta a capofitto su altri progetti, come scrivere il suo libro di memorie, lavorare come cronista sportiva e addirittura battere il record di distanza in acque libere, nuotando per 102 miglia dalle Bahamas alla Florida. Spoiler alert: senza gabbia anti-squalo, questa volta.
Il richiamo di Cuba, però, non ha mai smesso di scuotere l’animo e i ricordi di Diana che si ritrova a spegnere 60 candeline rivalutando tutta la sua vita e carriera sportiva. In barba a ciò che la società si aspetta da una sessantenne, la Nyad riprende ad allenarsi, minuto dopo minuto, ora dopo ora, bracciata dopo bracciata e decide che sì, finalmente è giunto il suo momento e la vittoria sarà sua.
“IT TAKES A TEAM” (OF ACTORS)
Nyad – Oltre l’Oceano non è solo un film sportivo, anche se la regia di Elizabeth Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin, oltre all’incredibile lavoro di montaggio e fotografia, riescono a catapultare lo spettatore in mare aperto con Diana, dove anche il pubblico nuota assieme a lei. Questa pellicola è una storia di perseveranza e tenacia, con un pizzico di testardaggine ed egoismo, “difetti” di quasi tutti i grandi atleti.
A dare il volto a Diana Nyad e Bonnie Stoll, coach personale della donna, nonché sua migliore amica da una vita, ci pensano Annette Bening e Jodie Foster che regalano due performance da Oscar.
Le due attrici, infatti, portano sulle proprie spalle tutto il peso del film e lo fanno in modo spontaneo e naturale, come se queste due parti fossero state cucite loro addosso.
A far da collante e da paciere tra queste due super donne entra a gamba tesa Rhys Ifans (House Of The Dragon), che ricopre il ruolo di John Bartlett, il capitano del catamarano che segue la Nyad nell’impresa e il suo navigatore.
Queste tre personalità così diverse si dividono lo schermo e il minutaggio danzando assieme all’unisono, come un perfetto meccanismo che non si inceppa ma si alimenta grazie all’interazione e relazione tra questi characters.
LA FORZA DELL’AMICIZIA
Come detto precedentemente, il comparto tecnico riesce ad innalzare e potenziare la componente sportiva della pellicola, con inquadrature e movimenti di camera che seguono tutte le bracciate e i respiri di Diana.
Il pubblico si ritrova, così, in acqua con l’atleta, tra avvistamenti di squali (questa parte è stata romanzata), attacchi di cubomeduse (questa parte è veritiera), allucinazioni da stanchezza, bruciature del sole e canzoni cantate nella propria mente per darsi il ritmo e occupare le 53 ore di “isolamento”.
Anche il lato umano, però, trova il suo spazio nel minutaggio. Anzi, forse è proprio l’elemento che rende il film ancora più meritevole. Il rapporto tra Diana e Bonnie è la linfa vitale di tutta la narrazione: i dialoghi tra le due amiche, i loro scontri, le loro litigate furiose, i loro silenzi e un allontanamento giustificato dal troppo egoismo della Nyad.
Ma sarà proprio Bonnie, supporto morale di tutta una vita, a dare all’atleta l’ultima spinta per raggiungere la sabbia bianca di Key West. Per fare quelle ultime bracciate, anche se troppo stanca e affossata da un’impresa che sembrava più grande di lei e di chiunque altro. E invece Diana nuota a fatica, si mette in piedi su due gambe traballanti e con le labbra gonfie dal sale diventa leggenda.
Nyad – Oltre l’Oceano è un’incredibile esperienza visiva ed emotiva. Annette Bening, Jodie Foster e Rhys Ifans regalano delle performance laceranti ed indimenticabili. Un film che – nonostante qualche buonismo di troppo – trascina lo spettatore alla meta, bracciata dopo bracciata, e lo rende fiero della visione.
TITOLO ORIGINALE: Nyad REGIA: Elizabeth Chai Vasarhelyi, Jimmy Chin SCENEGGIATURA: Julia Cox INTERPRETI: Annette Bening, Jodie Foster, Rhys Ifans DISTRIBUZIONE: Netflix DURATA: 120′ ORIGINE: USA, 2023 DATA DI USCITA: 20/10/2023 |