A sole tre puntate dal finale di stagione, Foundation decide di dare una sferzata agli eventi, e lo fa dopo un episodio “Seldon-centrico” che era stato, per una buona metà, un enorme flashback.
Ovviamente tutto questo avviene secondo lo stile di David S. Goyer, ovvero prendendosi i suoi tempi ma infarcendo il tutto con scene non per forza scontate, anzi dal forte impatto visivo e simbolico, da cui non si può comunque rimanere indifferenti.
Nonostante quasi il 90% dell’episodio sia perlopiù dialogico, infatti, non si può certo dire che “A Necessary Death” risulti noioso. Anzi, il cliffhanger finale lascia talmente basiti e scioccati che sarà praticamente impossibile non decidere di proseguire con la visione dei restanti episodi.
SARETH VS DEMERZEL
Se si prende, ad esempio, la storyline riguardante gli intrighi all’interno della corte dei Cleon, ci si accorge subito di quanto detto poc’anzi.
Praticamente tutta l’attenzione è catalizzata sul personaggio di Sareth (l’ottima esordiente Ella-Rae Smith). Se nel precedente episodio, infatti, aveva dimostrato tutto il suo carisma risultando ben più potente (agli occhi dei sudditi) del marito Giorno, qui è costretta a ridimensionare le proprie ambizioni, rendendosi conto di qual è il suo reale “potere” all’interno della corte.
E questo grazie a una sequenza di dialoghi veramente impressionanti con Demerzel (Laura Birn) che all’apparenza potrebbe sembrare una normale scenata di gelosia (visti i suoi sentimenti nei confronti di Giorno) ma che, in realtà, nascondono un sottile gioco di potere degno della miglior puntata di Games Of Thrones, con tanto di relazione “incestuosa” finale.
INCONTRI E SCONTRI IN QUEL DELL’IMPERO
D’altro canto, non è una novità che il genere a cui si rifà questo adattamento di Asimov sia quello della space-opera, un tipo di fantascienza più legato all’aspetto “fantasy” delle storie che non a quello strettamente scientifico.
La struttura stessa degli episodi è quella di tante quest singole che verranno poi a convergere nel momento in cui la “profezia finale” (in questo caso la teoria della psico-storia di Hari Seldon) si avvererà. E proprio da questo episodio si comincia a ragionare in questi termini grazie all’incontro di alcune di queste storylines.
Si comincia ovviamente dall’incontro dei Magicians (Poly e Constant) proprio con la dinastia dei Cleon, dopo il loro arresto avvenuto nello scorso episodio.
E qui si scoprono tante cose che erano state lasciate in sospeso dall’ormai noto “Where The Stars Are Scattered Thinly“, anch’esso un episodio-spartiacque per molti versi, fra cui il vero motivo del loro viaggio.
Ed è sempre da qui che nasce anche il secondo “incontro” importante di questa puntata, quello fra Hober Mallow e i comandanti Bel Riose e Glawen Curr, forse la parte più “action” dell’episodio, con più di un richiamo a Star Wars (a cui lo show pare ispirarsi forse più che ai romanzi di Asimov).
CLIFFHANGER FINALE
Queste due storylines principali, oltre a rappresentare il vero cuore pulsante dello show, sono anche quelle che reggono, anche da sole, tutta la puntata. Diversamente dalla storyline riguardante Salvor e Gaal “prigioniere” della sacerdotessa Tellem Bond (Rachel House). Questo rappresenta il proseguimento del precedente episodio ma, a differenza di “Why The Gods Made Wine” (anche per una questione di ritmo narrativo rispetto alle altre storylines), sceglie di avere il minutaggio inferiore e prendersi i suoi tempi. Anche troppo considerando che tale sequenza appare fin troppo rallentata per poi accellerare con un cliffhanger sì d’impatto (che probabilmente darà il “la” al prossimo episodio) ma che appare fin troppo “costruito” proprio per questo motivo.
Si tratta forse dell’unica nota negativa in una puntata che comunque rilascia molto hype per i successivi episodi e che avvicina inesorabilmente il tutto al finale di stagione dando una profonda accelerata a tutti gli eventi narrati.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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I vari personaggi proseguono nelle rispettive storylines confrontandosi e scontrandosi fra loro. Da qui comincia a profilarsi una linea chiara verso il finale di stagione, non rinunciando a plot twist e sorprese per lo spettatore (soprattutto negli ultimi minuti).
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!