“Gods made wine to compensate those who cannot afford revenge.“
Foundation ha messo in scena un universo ricco e stratificato. Una partita a scacchi interplanetaria a cui ognuno, volente o nolente, dà il suo contributo.
Scollinata la metà di questa seconda stagione, scocca l’ora di tirare le fila. Bisogna far capire come le varie sottotrame si incastrino l’una con l’altra ed arrivare ad un discorso compiuto, per quanto si stia realizzando già una terza stagione.
La narrazione, quindi, si mette all’opera diligentemente in questo senso. Per fortuna, come si vedrà, questo non influisce sul tasso di meraviglie visive riservata agli spettatori, come è ormai abitudine per chi conosce la serie. L’immagine qui accanto è solo un esempio, ma c’è anche la spiegazione di chi siano gli Spacers (ovvero esseri umani geneticamente modificati) a conquistare.
TRA I MENTALICS
L’episodio si apre sul pianeta Ignis, con un elaborato gioco di mosse e contromosse tra Hari Seldon, Gaal Dornick, Salvor Hardin e Tellem, la “madre” del popolo con poteri psichici rifugiatosi lì.
A proposito di quest’ultima, dà quasi fastidio vedere come tutti la ricordino come figura salvifica da adorare. Ispira diffidenza nei suoi confronti, non aiutata dal vederla tramare astutamente per tirare dalla sua parte Gaal e Salvor contro Hari.
Risulta invece divertente la spiegazione del perché Seldon sia “risorto“: perché sostanzialmente, per diventare miti “occorre una buona storia di resurrezione“. Questo toglie un po’ di sacro timore nei confronti di un essere che ora è in cielo, in terra e in ogni luogo come Dio secondo il vecchio catechismo. Buona anche l’altra spiegazione: con un corpo fisico c’è qualcosa da rischiare.
La Psicostoria aggiunge una quarta dimensione al problema: qualsiasi cosa decidano Tellem e i suoi, il coinvolgimento in battaglia di chi ha poteri psichici avverrà di lì a cento anni, con l’arrivo del Mulo. La narrazione si giova di questa complessità.
LADY DIANA SARETH
Quando la scena si sposta su Trantor, gli sviluppi non sono meno interessanti. L’arrivo di Pauly Verisof e Brother Constant fa da piacevole alleggerimento comico ad un momento incisivo ma che rischia di rivelarsi ancor più importante in futuro. Si tratta del discorso con cui Sareth di Cloud Dominion, futura Imperatrice, si presenta al popolo.
La sovrana rivela subito un carisma trascinante e grande sapienza nel saper toccare le corde del cuore degli ascoltatori. L’imperatore Day si sta già pentendo di averla scelta come sposa e di aver annunciato ufficialmente la fine della dinastia genetica. Lo si capisce dall’espressione sul suo viso. Potrebbe succedere quanto accadde fra Carlo d’Inghilterra e Lady Diana, con lui a soffrire per la stellare popolarità di lei.
Demerzel, intanto, si è già messa in allarme rosso.
FINALE A SORPRESA
Quando una persona sta per morire gli passa davanti tutta la sua vita. Almeno così dicono. La sceneggiatura, quindi, si prende tutta l’ultima parte dell’episodio per mostrare il passato di Hari Seldon.
Non si capisce, all’inizio, il perché di questa scelta. Pare solo una divagazione, utilissima comunque per far scatenare Jared Harris, finché tutto non culmina con una scena che pare tratta dal film Il Re Leone. Seldon, però, si ritrova nella parte del perfido zio Scar. Uno spiazzante colpo di scena che ribalta la figura del sapiente salvatore.
Notare, inoltre, come persino nel momento di vendicarsi venga fuori un discorso sulle “cose che capitano” e la responsabilità individuale. Un tocco di classe.
Senza nulla togliere al rispetto e all’ammirazione dovuti alla Psicostoria, miracolo di bellezza ed eleganza, forse, alla fine, le differenze individuali e le imperfezioni del singolo si dimostreranno molto più determinanti del previsto.
La visione così prosegue, perché c’è sempre una copia di Hari Seldon all’interno della Volta e si è già dimostrata un personaggio pieno di risorse, per quanto a razionalità “editata” e limitata.
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Lo show continua, con grazia e gusto, a intrecciare storie tratte dai romanzi di Isaac Asimov, cercando anche di inserire rimandi ai problemi del mondo attuale. Nella puntata precedente, ad esempio, c’era il discorso su come, se si pensa che ogni animale e ogni pianta può soffrire, si presta più attenzione a cosa mangiare.
La puntata in oggetto è ben strutturata, per come riesce, piano piano, a far convergere le varie sottotrame e a portare a termine un proprio discorso compatto, anche quando sembra divagare.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).