Nel mondo di Foundation tutti, a modo loro, combattono per il bene.
Cleon e i suoi cloni cercano di salvare l’Impero. Hari Seldon cerca di limitare i danni che deriveranno dal suo inevitabile crollo. In questo, è aiutato da Gaal Dornick, da Salvor Hardin e anche, in un certo senso, da chi ha tenuto viva la fede in lui fondandoci una vera e propria religione (a questo proposito, è bello vedere agire gente come Poly Verisof e Brother Costant, anche nella loro incompetenza che a volte degenera in vera e propria cialtronaggine).
Sicuramente è difficile, se non impossibile, coordinare perfettamente azioni e volontà dei diversi personaggi in gioco, ciascuno con le sue caratteristiche e i suoi progetti. Anche per questo, si può dividere la narrazione in tre filoni, per ora separati ma intrecciati.
HARI SELDON
Ovvero la meraviglia, intesa nel senso di grandiosità e stupore. L’escamotage per garantire a Jared Harris un tempo in scena ancor maggiore rispetto alla prima stagione è graditissimo, ma rischia di diventare un punto minore rispetto a quanto si vede nell’episodio in oggetto.
Seldon si fa portare da Gaal e Salvor in un pianeta di miniere imperiali abbandonate. Lì ci sono delle architetture colossali. Non saranno colorate e simpatiche come il mondo dei Cappuccetti Rossi (Poly Verisof e Brother Costant), ma danno idea di solennità, richiamando alla memoria la grandezza di un impero decaduto narrato nella poesia Ozymandias di Shelley.
Se ancora non bastasse, un attimo dopo la prevedibile decisione delle due ragazze di piantare lì Hari e andarsene, scattano vertiginosi colpi di scena. Si va dal riattivarsi dei macchinari abbandonati, all’arrivo di un misterioso personaggio, ad una probabile resurrezione nientemeno. Tutto accende l’interesse per le prossime puntate.
BEL RIOSE
Ovvero le umane emozioni. Questo personaggio è ispirato al grande generale Belisario, al servizio dell’imperatore Giustiniano. I due vennero definiti “gli ultimi dei romani”, (perché quelli chiamati bizantini dai libri di storia si sentivano profondamente Romaioi, eredi di Roma anche se parlavano greco).
Giustiniano e Belisario combatterono sempre per preservare la grandezza dell’Impero, proprio come vuol fare Cleon XVII ripescando Bel Riose dalle miniere dove era stato mandato a morire.
In attesa di sapere se il piano riuscirà, questa sottotrama è ricca di sentimenti: il generale liberato può riabbracciare l’amato marito che credeva morto. Le sue emozioni vengono messe a contrasto con quelle di Cleon che si sta facendo coccolare da Demerzel. Lee Pace cede quasi il passo al nuovo ospite e già questo fa notizia.
Non meno coinvolgente è vedere Bel Riose tornare sul ponte di comando di un’astronave, la cui estetica richiama molto Star Trek. Citazione particolare per il personaggio di She Bends Light, non si capisce se aliena o umana ibridata con le macchine.
Insomma, questo comandante, così attento anche al benessere dei suoi sottoposti, si presenta con grandi potenzialità e non solo come occupante della casella lgbt+.
HOBER MALLOW
Ovvero azione e simpatia. Rispetto ai romanzi di Asimov, il personaggio mantiene intatti genere e professione. Sullo schermo sembra un po’ parente dell’Han Solo di Guerre Stellari. I Cappuccetti Rossi lo stanno cercando perché, a quanto pare, il suo apporto sarà determinante per ripristinare la fede in Hari Seldon. Lui preferisce dedicarsi a furti e contrabbando. Per fare questo, si serve delle più moderne tecnologie.
In questa sottotrama si concentrano gli elementi che quadrano di meno. Il colpo di scena dei braccialetti scambia-posto è prevedibilissimo. Chi conosce bene l’inglese, inoltre, sarà rimasto un po’ sconcertato nel sentire chiamare lo strumento dell’esecuzione “The Titan’s prick“. Non è certo un gioiello di finezza.
Si apprezza comunque il pensiero di inserire qualche sequenza più leggera e scanzonata in un mondo di discorsi sui massimi sistemi e sentimenti profondi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Puntata meno colorata rispetto alla precedente che porta avanti bene il lavoro di questa stagione sempre più interessante. Bel Riose, sulla pagina scritta, viene ucciso molti secoli prima dell’epoca in cui è ambientata la puntata in oggetto, ma non importa. Un personaggio così ricco di spunti merita di essere recuperato e usato bene. Nella parte riguardante Hari Seldon si vedono, uno per uno, tutti i soldi del budget e come sono stati spesi (con gusto e criterio). Addirittura si allunga l’elenco dei risorti dopo Jon Snow. Hober Mallow provvede all’alleggerimento comico e non resta che aspettare gli sviluppi futuri. Saranno esplosivi, si è già intravisto il Mulo!
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).