Winning Time: The Rise Of The Lakers Dynasty 2×03 – The Second ComingTEMPO DI LETTURA 4 min

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recensione Winning Time 2x03Procede a passo fin troppo spedito questa seconda stagione di Winning Time: The Rise Of The Lakers Dynasty. Gli appassionati di pallacanestro sanno bene che ogni singola stagione sportiva dei Los Angeles Lakers degli anni ’80 sarebbe meritevole di una stagione a sé.
Ovviamente, nell’economia dello show, tutto questo deve essere riassunto possibilmente in maniera tematica e coerente con lo scopo della stagione. Che, in questo caso, è il mostrare lo sfaldarsi dei Lakers in una vera e propria “crisi post-titolo”.
Per questo motivo il precedente episodio ha di fatto riassunto in un’unica puntata tutta la stagione sportiva 1980-1981.
“The Second Coming” (titolo scelto non a caso), riprende esattamente dal trauma dovuto al mancato titolo e getta già le basi per la prossima stagione che i Lakers dovranno affrontare.

CONTRASTI IN CASA LAKERS


Lo fa in una maniera un po’ schizofrenica, alternando il racconto delle varie storylines dei protagonisti principali con alcune scene “oniriche” che mostrano in maniera chiara i loro sentimenti e le loro paure (bellissima quella di Magic Johnson durante un camp estivo per bambini).
In questa maniera gli sceneggiatori riescono a tenere il passo dei 40 minuti canonici, sicuramente senza annoiare, ma senza celare il fatto che ci si trovi di fronte ad un episodio di raccordo che serve innanzitutto per annunciare i futuri contrasti fra i vari protagonisti dello show.
Il cliffhanger finale non lascia dubbi al riguardo con Earvin che si ritrova fra le mani uno dei contratti più “pesanti” (per l’epoca) di tutta l’NBA e una rinnovata solidarietà con il presidente Buss che lo pone al di sopra degli altri giocatori e perfino degli allenatori.
E a proposito di allenatori continua la faida sotterranea (ma non troppo) fra i due “ex-vice” Paul Westhead e Pat Riley, impreziosita dalle interpretazioni di Jason Segel e Adrien Brody, veri e propri mattatori dello show, unita all’interpretazione di Hadley Robinson nei panni della figlia di Jerry Buss, sempre più presente e co-protagonista dalle mille sfaccettature dello show.

LARRY “the hick from French Lick” BIRD


Al di là delle varie storylines presenti in casa Lakers comunque, l’episodio si contraddistingue per il focus su un altro personaggio che è sempre stato fondamentale per le vicende (per la rivalità con Magic) ma che finora era sempre stato fatto vedere di sfuggita: Larry Bird (Sean Patrick Small).
La sua storyline viene narrata a parte rispetto a tutte le altre (soprattutto per una questione temporale) ma in maniera quasi funzionale al racconto, evidenziando soprattutto la sua natura di “nemesi” di Earvin. Di carattere differente rispetto a “Magic”, molto più schivo e introverso nei modi e negli atteggiamenti (tanto da definirsi lui stesso, nella sua biografia, “un contadinotto da French Link”), finora era stato mostrato solamente come personaggio arrogante e sicuro di sé, soprattutto per suscitare nello spettatore lo stesso sentimento di rivalità e odio che Earvin prova per lui.
La puntata scava invece ulteriormente nella sua psiche mostrando le fragilità e le insicurezze (anche dovuti a traumi molto pesanti) dell’uomo dietro la stella NBA.
Il tutto ovviamente non fa che accrescere, nello spettatore, il desiderio di veder confrontarsi in campo queste due leggende (Johnson e Bird), soprattutto adesso che lo storytelling dello show li ha resi, di fatto, uguali come grandezza e come background narrato.

CONCLUSIONI


Si tratta di un episodio quindi che gioca tutto su vari tipi di climax emotivi. Le varie storylines dedicate ai Lakers mostrano una squadra sempre più divisa e lacerata da piccole rivalità interne, pronta a scoppiare al suo interno. Quella di Bird invece punta tutto sull’empatia verso quello che, da qui in poi, punta a diventare un nuovo co-protagonista dello show.
Entrambi questi due filoni narrativi hanno i loro pregi e difetti e sarebbe stato forse meglio dedicare ad entrambi un episodio “ad hoc” dedicato. Questo miscuglio fra due storylines così diverse e staccate invece rende la prima alquanto velocizzata e frenetica, e la seconda quasi una sorta di “riempitivo” per far arrivare il tutto ai canonici 40 minuti di episodio.
Di fatto, “The Second Coming” è una classica puntata di raccordo che prepara il terreno per le successive. Si spera però, a questo punto, che qualcosa di importante accada già dal prossimo episodio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Retrospettiva su Larry Bird…
  • Climax di tensioni crescenti in casa Lakers
  • Regia e soundtrack as usually
  • Hadley Robinson (Jeanie Buss)
  • Jason Segel e Adrien Brody
  • …anche se qui appare più come un riempitivo che altro
  • Un po’ troppa fretta nel raccontare un’intera stagione sportiva
  • In generale ritmo narrativo un po’ schizofrenico

 

Secondo episodio a meritare un Save per lo show a firma Max Borenstein. Non che abbia chissà che difetti, anzi. Più che altro il ritmo fin troppo forsennato e schizofrenico e la sensazione costante di star guardando un normale episodio di raccordo rendono la puntata più trascurabile rispetto alle altre. Non mancano ovviamente momenti drammatici con alta tensione emotiva, fra cui una singolare retrospettiva su Larry Bird.

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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