Foundation 2×09 – Long Ago, Not Far AwayTEMPO DI LETTURA 3 min

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Long ago, not far away” non è solo l’intercalare con cui Demerzel punteggia il suo racconto. Riecheggia anche il “molto tempo fa, in una galassia lontana lontana” della saga di Star Wars. D’altronde, non è la prima volta che, in queste recensioni, si fanno notare suggestioni e contaminazioni fra i due universi fantastici.
L’affascinante storia di come Demerzel, pian piano, sia riuscita a conquistarsi una posizione di potere occupa circa un terzo della durata complessiva dell’episodio. L’interesse per la narrazione si unisce al piacere delle invenzioni visive: dopo la porta celata dall’affresco fatto di molecole, pigmenti o qualunque cosa sia, c’è la prigione del robot diviso in “fette”.
In generale, viene sviluppato degnamente il tema introdotto a sorpresa sul finale della puntata precedente. Un plauso a Laura Birn per la sua interpretazione, ben supportata da Lee Pace e Terrence Mann.

LA RESA DEI CONTI


La narrazione si concede solo un attimo per affrontare un’altra storyline lasciata in sospeso, ovvero quella su Ignis. Salvor riesce a salvare sua madre Gaal da Tellem, così il pubblico, rasserenato, può dedicarsi a seguire le vicende che si svolgono su Terminus.
Laggiù, l’imperatore Day vuole, una volta per tutte, risolvere il problema della Seconda Fondazione. Vuole “domare” quelli che secondo lui sono “i ribelli”, chiamando tale atto non “guerra” ma “operazione militare”. Impossibile non pensare a certe notizie di attualità. La situazione, purtroppo, degenera rapidamente.
Day vuol proprio fare lo show, dare prova di forza e risulta decisamente antipatico. A lui si contrappone il molto più pacato e ponderato generale Bel Riose, costretto ad obbedire agli ordini. Quest’ultimo, fra l’altro, si preoccupa per l’amato marito, combattente al suo fianco.
Questa sottotrama ha il pregio di fornire all’episodio la sua quota di scene d’azione, dopo un inizio molto intrigante ma tutto dialogato e riflessivo.

RESTIAMO UMANI


Un risultato, alla fine, l’imperatore lo ottiene: un colloquio con Hari Seldon, quello in forma olografica nella Volta. Qui è interessante riflettere su un punto. Sono lì un clone, sulla cui “vera umanità” si è già discusso, un robot, ovvero Demerzel e un ologramma. Sembra l’inizio di una vecchia barzelletta, ma è il punto di partenza per quella riflessione sulla vera essenza dell’uomo, da sempre centrale nelle storie di fantascienza.
Ad un certo punto, infatti, salta fuori una frase su come il salvatore sarà colui che è veramente umano. Se fosse vero, l’onore potrebbe toccare a Bel Riose, figura a cui Ben Daniels conferisce ricchezza di sentimenti.
Intanto, Day viene definito da Demerzel “uno spermatozoo guidato da forze esterne”. Questo duetto risulta soddisfacente almeno quanto quelli, molto più sexy, di inizio puntata. Purtroppo, come la stessa consigliera robot fa subito notare, non serve a far cambiare idea ad un imperatore ormai partito per la tangente.

PROSPETTIVE PER LA STAGIONE 3


Al momento in cui si scrive la presente recensione, Apple Tv+ non ha ancora annunciato ufficialmente una terza stagione della serie.
Lo shorunner David S. Goyer, però, fa sapere che i copioni sono già tutti scritti. L’idea sarebbe quella di ambientare il nuovo ciclo di puntate circa 150 anni dopo le vicende narrare in questa seconda stagione. Un evento centrale dovrebbe essere l’arrivo del Mulo.
In effetti, la parte delle vicende ambientata su Ignis non ha riservato momenti di speciale interesse dopo l’introduzione del Mentalics. Sembra proprio una lunga preparazione e introduzione all’entrata in scena di questo temuto personaggio.
Prima di prendere decisioni definitive, la piattaforma di streaming dovrà comunque tenere conto anche delle ripercussioni dello sciopero di attori e sceneggiatori che sta proseguendo ad oltranza.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Duetti Laura Birn – Lee Pace
  • Il Bel Riose di Ben Daniels
  • La prigione “a fette” di Demerzel
  • Day guerrafondaio, gode a veder distruggere un pianeta

 

L’episodio finisce con un cliffhanger degno della fantascienza più pura (la distruzione del pianeta) e lancia così il finale di stagione. Dell’episodio in oggetto sono da lodare le buone interpretazioni di tutto il cast: costituiscono la base irrinunciabile su cui innestare, qua e là, meraviglie visive.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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