“It’s me.”
Impossibile non aprire questa recensione citando la sequenza con cui si chiude questo episodio. Un ritorno atteso, sperato e che per certi versi sembrava quasi non voler avvenire. Bisogna essere onesti: fino a quel momento la morte di Sean era quasi data per certa anche dal pubblico. In oltre due ore la sua figura era sì stata citata, ma con rammarico e distacco, quasi si volesse allontanare un fantasma dalla propria vita. Sean era morto, o almeno questo era quello che si credeva. Ricompare in scena giusto in tempo per trarre in salvo Billy e portarlo in un luogo sicuro, lontano dal mercato ittico in cui è da poco avvenuta una vera e propria carneficina.
IL RITORNO DEL RE
Sean, come si può intuire, sta lavorando nel dietro le quinte di Londra, probabilmente per riottenere la corona di Re così brutalmente strappatagli. I cadaveri violentemente torturati trovati da Koba sono probabilmente opera sua, così come la morte del capo delegazione algerina, freddato all’interno del mercato. La sequenza della sparatoria all’interno del mercato esemplifica, ancora una volta, cosa è Gangs Of London: un mix di action, testosterone puro, sangue, violenza efferata e poca trama. Ma quando si guardano prodotti di questo tipo, consapevoli di ciò che si sta seguendo, è lecito attendersi diverse sequenze di questa levatura.
Anche perché la trama la si può ritrovare in altri frangenti.
La figura di Koba sta prendendo sempre più piede a Londra tanto che lo stesso Luan deve soccombere al georgiano: vende la posizione di Marian per salvare la moglie, inimicandosi nuovamente la famiglia Wallace che sicuramente non comprenderà la motivazione di sopravvivenza alla base di questo scambio di informazioni. D’altra parte Ed Dumani sembra quasi pentito del potere lasciato nelle mani di Koba da parte di Asif: il modus operandi del georgiano non lo convince soprattutto per la freddezza e la naturale cattiveria con cui raggiunge i propri obbiettivi. Da questo fronte è lecito aspettarsi più di un semplice colpo di scena, magari un cambio di fronte repentino e fondamentale per mischiare ulteriormente le carte.
LA TEMATICA DELLA FAMIGLIA ED IL POCO UTILIZZO DI ELLIOT
La morte di Alex viene inizialmente affrontata con freddo distacco da parte di Ed che solo verso il finale di puntata, di fronte al corpo esanime del figlio, si lascerà andare ad un pianto di dolore. La tematica della famiglia e della sua importanza all’interno della vita dei singoli viene affrontata all’interno di ogni singola sottotrama: Dumani, Wallace, Afridi, Dushaj inseriscono in un modo o nell’altro all’interno dei dialoghi alcune riflessioni in merito. In alcuni frangenti apparendo forzata come cosa, in altre naturale e spontanea.
Risulta poco interessante, per ora, il ruolo di Elliot che da infiltrato della polizia all’interno dei Wallace ora sembra essere diventato un infiltrato per sgominare The Investors. Tuttavia tra Ed, Koba, Asif ed il suo contatto in polizia, Elliot continua ad essere rimbalzato da una parte all’altra senza una chiara disposizione nello scacchiere. Considerato il ruolo il personaggio interpretato da Sope Dirisu merita maggior approfondimento ed attenzione. Forse ora che Sean è ricomparso a Londra (Elliot ha osservato il salvataggio a debita distanza) le cose cambieranno per Elliot. O almeno si spera.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Sean Wallace vive e questo secondo episodio di Gangs Of London fa decollare le aspettative tra sparatorie cariche di piombo e momenti di riflessione.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.