Questo terzo episodio viene interamente dedicato all’analisi del ritorno di Sean e a cosa gli è avvenuto dopo il colpo di pistola in volto sparato da Elliot.
Dopo la sequenza vista in “Episode 9”, in cui Sean viene dato per morto anche dal gruppo scelto di poliziotti introdotti nella struttura in fiamme, Lale e la sua squadra lo portano via salvo poi essere fermati nel tragitto in auto dagli stessi agenti governativi che avevano interrogato Elliot nel precedente finale di stagione.
Il flashback apre la puntata e si circoscrive al periodo di inizio “cattività” di Sean in cui viene giornalmente interrogato e violentemente picchiato in seguito al suo rifiuto di aiutare la polizia nell’incastrare The Investors.
FLASHBACK IL MINIMO INDISPENSABILE
Dopo un rapido cambio temporale, la puntata tornerà a trattare del periodo di reclusione di Sean spostandosi però a soli tre mesi di distanza dagli avvenimenti odierni. Per quanto sia importante ai fini della storia riuscire a giustificare il perché ed il come Sean sia ritornato a Londra, i flashback risultano raffazzonati e poco interessanti in linea generale. Sia chiaro: assolvono al compito principale di rispondere alle domande “come” e “perché” ma lì si fermano con estremo dispiacere del pubblico che forse avrebbe meritato qualcosa di più del minimo indispensabile da questo punto di vista.
Altro appunto che si può fare è legato ai fantomatici The Investors che sì, incutono il giusto timore reverenziale visto il trattamento riservato ad Elliot, ma ad ora assomigliano di più all’uomo nascosto nell’armadio di cui i bambini hanno paura: un mostro che in realtà non esiste. La speranza è che questa sottotrama non segua le orme dei fantomatici Twelve che venivano menzionati in Killing Eve.
SEAN WALLACE OGGI
Ma nella Londra di oggi, ad un anno di distanza da quello sparo, Sean Wallace può ancora fare la differenza? A questa domanda cerca di rispondere la restante puntata.
Il ragazzo viene sfruttato come rapido deus-ex-machina per trarre in salvo Marian da una mitragliatrice piazzata su un elicottero che restituisce l’ennesima sequenza di action gangster di questo show. Il vero cruccio di queste esagerazioni “all’americana” (nonostante lo show sia inglese) è la sopravvivenza dei personaggi principali che, non si riesce mai a capire bene come, riescono a rimanere salvi e indenni in ogni singola occasione. È questo il caso di Marian, per l’appunto, e Floriana, l’aiutante insperata per la famiglia Wallace visto e considerato che si tratta dell’amante di Finn.
IL CASTELLO DI CARTE PRONTO A CROLLARE
Gli equilibri, come di consueto, sono precari e labili. Sean è appoggiato dai curdi principalmente per Lale, ma anche la ragazza può poco considerata la bassa opinione che il gruppo ha del giovane Sean. Servono quindi armi e soldi da poter fornire ai curdi, due fattori di cui i Wallace sono stati privati dopo il testamento di Finn che ha lasciato i propri averi a Floriana e alla sua futura figlia. Per poter ottenere l’appoggio dei curdi e riconquistare Londra spodestando Koba, Sean deve prima ottenere la fiducia della madre e poi quella di Floriana (che controlla i conti correnti). Un castello di carte che precipita nel preciso istante in cui Floriana cerca di tagliare i Wallace come tramite: stringe un patto con i curdi promettendo loro soldi in cambio di protezione da chiunque.
A questo punto Gangs Of London fa calare la mano del realismo e mette in scena quello che deve accadere in situazioni di questo tipo, ma che in molti altri show si cerca di evitare fino all’ultimo: Sean percorre la strada più corta e fredda con un colpo di pistola Floriana. Semplice, diretto e pulito (circa, se si esclude lo schizzo di sangue in pieno viso che colpisce Marian).
Così doveva andare e così è effettivamente andata: i curdi dovranno mantenere l’accordo preso con Sean, Londra è nelle mani di Koba (per ora) e Marian sembra quasi insicura rispetto al nuovo ruolo assunto da Sean.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Sean torna in grande stile e Gangs Of London gli dedica un episodio per far raccapezzare anche lo spettatore. Tuttavia continua a mancare qualcosa per raggiungere il Bless come votazione. Ma siamo pur sempre alle prime puntate di questa seconda stagione, c’è ancora tempo.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.