House Of The Dragon 1×10 – The Black QueenTEMPO DI LETTURA 5 min

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House Of The Dragon 1x10 recensioneBreve premessa prima di cominciare: così come accaduto più e più volte a Game Of Thrones nel corso degli anni, anche “The Black Queen” è stato vittima di un rilascio illegale prima della vera data di uscita. Tra i maligni che accusano HBO stessa di autosabotaggio a fini di marketing e chi ritiene ci sia sempre almeno una talpa che si aggira tra i corridoi dell’azienda, rimane comunque innegabile come nel 2022 ci si ritrovi ancora ad assistere a certe situazioni che non sono praticamente mai accadute ad altri competitor come Netflix, Showtime o AMC. E questo dovrebbe far riflettere.
Al di là del leak, c’è anche qualcos’altro che accomuna questo season finale e la serie madre. Una Regina che vuole conquistare il Trono di Spade e pianifica la strategia nella sala grande di Roccia del Drago, intorno al grande Tavolo Dipinto: impossibile non pensare a Daenerys Targaryen. Ma stavolta i nemici non sono i ricchissimi Lannister bensì altri Targaryen con relativi draghi. La Danza dei Draghi è ufficialmente iniziata.

I NERI


Dopo aver visto le mosse dei “verdi” nella puntata precedente lo show ora si concentra sulle contromosse dei “neri” che, naturalmente, partono dall’incoronazione di Rhaenyra: la guerra tra neri e verdi prende il via con relative manovre politiche per avere più alleati possibili al proprio fianco.
Nonostante la moderazione della Regina, è evidente come la guerra civile sia inevitabile e porterà una profonda spaccatura non solo nella dinastia del drago, ma tra tutte le famiglie che fanno parte dei Sette Regni. Paradossalmente sono state proprio le azioni, guidate dalle migliori intenzioni, di Re Viserys “Il Pacifico” a scatenare la più letale delle guerra fratricide.
Questo finale di stagione è contraddistinto da un ottimo ritmo narrativo che mantiene alta la tensione nello spettatore per tutti i 55 minuti e una scrittura all’altezza del notevole budget, circa 20 milioni di dollari a episodio, fattore non sempre scontato (al riguardo chiedere agli spettatori de Il Signore Degli Anelli: Gli Anelli Del Potere.) Anche in assenze di grandi battaglie, l’ottima caratterizzazione dei personaggi e le trame politiche per il Trono rendono la puntata estremamente interessante.

IL PRIMO SANGUE


Nella prima parte della puntata Rhaenyra, dopo aver saputo della morte del padre, entra prematuramente in travaglio e al termine di un parto drammatico perde il figlio, quasi come dovesse compiere un sacrificio personale per la sua pretesa al trono. Ma le perdite non sono ancora finite per l’ex principessa.
A colpire però sono invece due personaggi maschili, Aemond e Daemon: Matt Smith, nemmeno a dirlo, è perfetto nell’interpretazione di Daemon e di certo Ewan Mitchell non sfigura nei panni di Aemond, per un casting che ha fatto centro sin da “The Lord Of The Tides“. Il giovane Aemond sembra la copia giovane di Daemon e nutre una sincera ammirazione per lo zio.
Non è un caso che Aemond sia l’anagramma di Daemon visto i numerosissimi punti in comune tra i due Targaryen: entrambi secondi figli (lato maschile e non in generale vista la presenza di Helaena, sorella maggiore di Aemond e moglie di Aegon), sovrani mancati a causa dei fratelli maggiori, irruenti e sicuri di sè, colti, intelligenti, grandi guerrieri e cavalcatori dei due draghi più grandi e temibili, Vhagar e Caraxes.
In questo decimo appuntamento entrambi mostrano la loro furia in diversi frangenti e i character, appartenenti a fazioni contrapposte, bucano lo schermo e rappresentano i personaggi più affascinanti della loro dinastia, destinati inevitabilmente a scontrarsi.
A proposito di scontri, sono splendide le scene con Vhagar e Arrax che volano e si scontrano in cielo ma ci si aspettava di più a livello action per questo season finale. Risulta molto interessante invece l‘imprevedibilità dei draghi che possono essere controllati ma fino a un certo punto, fattore che potrebbe rendere ulteriormente avvincenti gli scontri tra Targaryen.
La morte di Lucerys (comunque Targaryen a metà) e del suo drago Arrax evidenzia immediatamente chi sarà il vero grande sconfitto della Danza dei Draghi: la dinastia Targaryen. Poichè, come già ipotizzato da Re Viserys, gli unici a poter sconfiggere la potenza della dinastia Targaryen sono loro stessi.

E ORA?


In un’intervista rilasciata da George R.R Martin la scorsa settimana, lo scrittore statunitense ha affermato che vorrebbe 40 episodi a disposizione, 10 per 4 stagioni, per completare il racconto della Danza dei Draghi che, giova ricordarlo, è solo una parte del libro “Fire And Blood”.
La presenza dello scrittore e la sua partecipazione alla serie come sceneggiatore e consigliere è fondamentale per la serie co-creata con Ryan Condal e senza dubbio uno dei motivi del successo di questo primo ciclo stagionale, come era stato per Game Of Thrones sino alla quinta annata.
La serie, visto l’ottimo seguito a livello mondiale e il successo commerciale, è già stata rinnovata da HBO per una seconda stagione e non ci sono dubbi al riguardo nemmeno per le stagioni a seguire.
Dopo aver visto tutti gli episodi, appare evidente come questa prima stagione non sia stata altro che un’immensa introduzione alla guerra in arrivo e il meglio, teoricamente, deve ancora arrivare. Non resta che aspettare un paio di anni ora.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’incoronazione di Rhaenyra: la guerra tra neri e verdi è iniziata ufficialmente con relative manovre politiche e primi morti
  • Splendide le scene con Vhagar e Arrax…
  • Ottimo ritmo narrativo e scrittura all’altezza della situazione
  • Aemond e Daemon Targaryen bucano lo schermo
  • L’imprevedibilità dei draghi, fattore sorpresa molto interessante
  • …ma ci si aspettava più azione per il season finale

 

Un ottimo episodio per la serie di casa HBO che conferma quanto di buono visto in questa prima stagione. Ci si aspettava qualcosa di più per quanto riguarda le scene più propriamente action ma l’ottimo ritmo narrativo, la validità della scrittura dei personaggi e l’inizio della guerra non hanno deluso le aspettative. La valutazione è ampiamente positiva per un season finale che aumenta l’hype degli spettatori per le seconda stagione che però non dovrebbe arrivare prima del 2024. Sarà una lunga attesa.

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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