Il lavoro svolto da Ryan J. Condal e George R.R. Martin è fin qui encomiabile. La debolezza causata dai frequenti, ma necessari salti temporali, volti a coprire interi decenni di storia di Westeros, è ampiamente arginata ogni volta grazie a una sceneggiatura solida, una regia intelligente ed interpretazioni credibili e di altissimo livello. “The Lord Of The Tides“, alla fine dei conti, risulta forse un titolo fuorviante, in quanto più che sui Velaryon la puntata è incentrata sugli ultimi giorni di Re Viserys, un personaggio bellissimo e pieno di sfaccettature.
La questione relativa alla successione del Serpente di Mare è solo un pretesto per mostrare un’ultima riunione della casa Targaryen prima di quel che si annuncia essere un sanguinoso conflitto interno. C’è spazio per numerosi volti nuovi, come l’intera nuova generazione di principi, più (Aemond) o meno (Luke) appariscenti. I molti avvenimenti intercorsi nei sei anni dopo “Driftmark” vengono invece riassunti attraverso poche linee di dialogo, in maniera sottile e mai invadente. Se le prime cinque puntate potevano rappresentare un lunghissimo e consistente prologo, ora sì che si entra nel cuore della vicenda e che lo spettatore si ingolosisce.
LIGNAGGIO VELARYON
L’episodio si apre a Driftmark dove si viene a conoscenza della grave situazione di sir Corlys Velaryon. Dopo aver perso entrambi i suoi figli negli ultimi episodi, casa Velaryon è in bilico. È qui che entra in scena suo fratello, il cavaliere Vaemond Velaryon, che si offre infatti per assumere le redini di Driftmark ora che la guerra incombe con la Triarchia che si è riorganizzata. Una premessa che spezza alcuni equilibri, e che getta ancor più ombre sulla casata Velaryon, ormai in caduta ripida. Tuttavia, non sembra esser d’accordo invece Rhaenys, che vuole lasciare il trono a suo nipote (seppur non di sangue) Lucerys, per evitare ulteriori scandali che potrebbero definitivamente affossare Driftmark.
La faida finisce inevitabilmente per coinvolgere Rhaenyra, la cui integrità viene messa in dubbio dalle accuse mosse da Vaemond Velaryon. È interessante come questo nuovo personaggio possa essere visto in modo duplice. Da un lato l’ennesimo rampollo assetato di potere che intravede l’occasione giusta per sé stesso, ma dall’altro lato Vaemond dice la verità. Con una guerra incombente il piccolo Luke non sarebbe in grado di comandare Driftmark. Questo rimanda la questione a un commovente Re Viserys, che rimette la decisione in mano all’unica persona realmente responsabile: una donna, sua cugina, Rhaenys, la “Regina che non fu mai”. Rhaenys, forse addirittura sorpresa nel vedere il rispetto manifestato dal suo vecchio cugino (e rivale per il trono), sceglie di rispettare la volontà del Serpente di Mare, scatenando l’ira e le accuse incontrollate di Vaemond, che pagherà con la testa. Game of Thrones style.
Daemon Targaryen: “He can keep his tongue.”
CENONE DI FAMIGLIA
Il ritorno ad Approdo del Re, dopo ben sei anni, di Rhaenyra e Daemon è l’occasione per chiudere alcuni cerchi e completare l’arco di Viserys. Il Re è infatti in condizioni gravissime, a causa delle ferite che l’hanno reso scheletrico e deforme. In sua assenza sono Alicent e Otto Hightower a regnare, mentre però continuano a prendersi cura di lui. In particolare la reunion tra Alicent e Rhaenyra è piena di tensione, trasmessa benissimo allo spettatore attraverso la chimica fortissima tra le due attrici. Olivia Cooke in particolare regala una prestazione di livello assoluto, sfoggiando tutta la ambizione ma anche le contraddizioni interne del suo personaggio, fatte di sguardi e movenze.
Viserys vede in tutto ciò un’occasione per riunire la famiglia a cena e allentare vecchie tensioni tra consanguinei. Ne viene fuori un successo parziale. Finché il Re è presente Rhaenyra si riconcilia con Alicent, mentre quest’ultima la riconosce come legittima erede al Trono di Spade. Quando però Viserys è costretto ad abbandonare la tavola ecco che i giovani principi trasformano un momento di riavvicinamento in venti di tempesta. Spicca il giovane Aemond (un carismatico Ewan Mitchell), che per magnetismo ricorda quasi il Daemon delle prime puntate. Una metafora del fatto che questa pace non sarà certo duratura, e quando Re Viserys tirerà le cuoia una guerra civile esploderà.
LUNGA VITA AL RE
Infine è doveroso dedicare qualche riga alla dipartita del personaggio più importante di questa prima stagione di House Of The Dragon. Paddy Considine ha saputo regalare, nel ruolo di Viserys, una complessità sempre crescente di puntata in puntata. Il suo Re è un personaggio che ha compiuto degli errori, ma che si è saputo sempre redimere, con lo scopo di tenere unita la famiglia e l’intero reame. A guidarlo sempre la famosa profezia, il sogno di Aegon il Conquistatore chiamato “Song of Ice and Fire“. Viserys ha agito per tutta la sua vita con lo scopo di tener fede a questa promessa, tramandata di re in re tra i Targaryen.
Tuttavia, sul letto di morte, la malattia confonde il vecchio Re ormai stanco e consumato, passando il testimone a una Alicent stranita e forse addirittura scoraggiata dall’accettare tale investitura. Questo malinteso provocherà probabilmente una nuova rottura tra la Regina e la Principessa erede al Trono, distruggendo quanto di buono costruito durante l’episodio. Una scelta crudele ma comprensibile da parte degli autori, per preparare lo spettatore a un finale pieno di emozioni, grazie soprattutto alla bravura degli attori in scena.
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Con la morte di Re Viserys si chiude uno dei migliori episodi usciti finora di House Of The Dragon, ma anche un intero capitolo. Senza il suo Re a tenerlo unito il reame ora si scinderà e una nuova guerra per il Trono di Spade potrà avere inizio.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.