Con la visione di questo season finale appare chiara anche la ragione per cui questa stagione sia stata concepita per durare otto episodi e non dieci come la prima: la trama portante non bastava per farne dieci, però vale anche il contrario, ovvero otto puntate sono troppe per quanto mostrato. Ed è, sfortunatamente, un tratto somatico che hanno in comune sia questa stagione di House Of The Dragon, sia la terza stagione di The Bear.
L’intera storyline di Daemon ad Harrenhal basta e avanza come esempio, tanto che l’immagine scelta per rappresentare questo episodio è perfetta, oltre che per diventare un nuovo meme, anche per celebrare la fine di questa sottotrama lunghissima, mal gestita e che poteva durare fondamentalmente due o al massimo tre puntate. Certo, si potrebbe appuntare come “strategicamente” servisse tenere Daemon ad Harrenhal fino al confronto con Rhaenyra, ma d’altro canto si potrebbe anche rispondere con un’altra domanda: era davvero così necessario far convogliare tutte le trame contemporaneamente solo per dare più risalto al finale di stagione?
E la risposta è ovviamente no, non era necessario.
Corlys: “My ship is no longer the Sea Snake. She was a testament to my own glory. I’ve given her a new name: The Queen Who Never Was.“
PREPARARE TUTTE LE PEDINE
L’episodio trova il suo punto di forza nel confronto tra Rhaenyra e Daemon ad Harrenhal, un momento carico di tensione che funziona molto bene sullo schermo, vuoi per la lunghissima attesa nell’arrivare a questo momento (ben sei episodi), vuoi per la tensione palpabile vista la possibilità di tradimento da parte di Daemon.
Si percepisce il profumo di tradimento, ma una serie di visioni (inclusi riferimenti a Daenerys e i suoi tre baby draghi, Rhaenyra sul trono, Ser Brynden Rivers come il Corvo dai Tre Occhi, un White Walker e la morte di un drago) offre a Daemon una nuova prospettiva, impedendogli di agire contro Rhaenyra sua moglie/nipote. Queste visioni non solo aggiungono profondità al suo personaggio ma anche un senso di continuità con l’universo di Game Of Thrones. Senso di continuità di cui comunque non si sentiva il bisogno di vedere su schermo, tanto che forse, ripensandoci, va a minare anche il valore stesso dello spin-off che invece dovrebbe ambire ad essere indipendente. Quindi bella serie di easter-eggs ma con riserva.
Va però notato come questo momento si contrapponga efficacemente alla missione di Tyland Lannister a Tyrosh, dove la ricerca di alleanze e supporto dalla Triarchia assume toni ben più leggeri e comici pur condividendo lo stesso scopo, ovvero racimolare braccia armate da utilizzare nello scontro finale.
ALICENT E RHAENYRA: PARTE DUE
L’incontro tra Alicent e Rhaenyra è un altro momento cruciale dell’episodio che funziona bene grazie alla sua capacità di richiamare l’altro incontro avvenuto a King’s Landing, dove era Rhaenyra a cercare la pace senza iniziare la guerra visto che i pesi specifici delle due fazioni erano diametralmente opposti. Anche qui, così come nel resto della puntata, l’incontro è costruito pensando al futuro e non al presente dello show, quindi è tutto in prospettiva e sono le mosse future a pesare (sia in positivo che in negativo) sull’apprezzamento o meno della scena.
E il motivo principale è uno solo, ovvero una pace che arriva con una richiesta fondamentale: la testa di Aegon. Mamma Alicent promette l’uccisione di suo figlio, il re, senza sapere che al suo ritorno Aegon sarà sparito da King’s Landing con Larys. Questa promessa non mantenuta è destinata ad alimentare ulteriori conflitti, poiché è già scritto che Rhaenyra si sentirà tradita dalla sua ex amica, il che porterà allo scontro definitivo. Tuttavia, questa trama, seppur ben eseguita, risulta prevedibile, togliendo parte del coinvolgimento emotivo che avrebbe potuto avere.
L’arrivo di Alicent è molto casuale, inaspettato e potenzialmente da rivedere con un occhio più critico vista la facilità nell’arrivare a Dragonstone senza dare nell’occhio a King’s Landing, ma questo è un altro discorso che non si inizierà per non penalizzare ulteriormente una puntata già piuttosto imperfetta.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Uno dei difetti principali di questa stagione è la sua evidente natura preparatoria. Come conferma questo season finale, gli episodi sembrano costruiti principalmente per posizionare i due eserciti e mettere nella giusta posizione tutte le pedine per il conflitto finale. Questa scelta narrativa, però, penalizza l’azione e la gestione del minutaggio che alla fine porta a questo risultato finale. E ora bisognerà attendere altri due anni per assistere al proseguo di questo episodio.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
3.8
Nessun voto per ora
Tags:
Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.