House Of The Dragon 2×07 – The Red SowingTEMPO DI LETTURA 4 min

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House Of The Dragon 2x07 recensioneDopo un paio di episodi di stallo, in cui l’azione ha lasciato spazio allo sviluppo dei personaggi, House Of The Dragon torna nel vivo della Danza dei Draghi.
Non ci sono epici scontri al grido di “fuoco e fiamme” e nemmeno gloriosi sacrifici come quello di Rhaenys, ma il settimo episodio finalmente regala emozioni e hype allo spettatore.
Se fino alla scorsa puntata la fazione dei Verdi poteva dichiararsi in vantaggio – con Aegon ancora vivo al contrario di Rhaenys e la coppia Aemond/Vhagar quasi imbattibile – questa volta gli alfieri dei Neri avanzano sulla scacchiera e si posizionano in attacco in vista di un season finale che promette fuochi d’artificio.

UN ESERCITO DI BASTARDI


Durante la lotta con Meleys, il grande drago Vhagar ha dimostrato di essere superiore, nonostante la “Regina Rossa” si sia difesa egregiamente e abbia dato tutta se stessa per proteggere la sua Principessa.
Vhagar, d’altronde, è uno dei tre draghi scatenati da Aegon I Targaryen durante la sua conquista di Westeros e – al tempo della Danza Dei Draghi – rimane il drago più vecchio e imponente del Continente Occidentale. Inutile sorprendersi, dunque, della volontà di Rhaenyra di trovare al più presto dei dragonriders per Seasmoke, Vermithor e Silverwings, così da passare in vantaggio e poter sconfiggere Vhagar e Aemond.
Sul finire dello scorso episodio, Seasmoke ha scelto il suo compagno e quindi Addam of Hull – figlio illegittimo di Corlys Velaryon – giura fedeltà ai Neri e Rhaenyra lo porta con sé a Dragonstone.
Spinta da Mysaria, Rhaenyra comprende che solo i parenti stretti dei Targaryen possono essere degni di cavalcare i draghi e quindi richiama tutti i bastardi Targaryen di King’s Landing. In una bellissima e potente sequenza – in cui finalmente un drago è protagonista – Vermithor compie una brutale strage di bastardi, bruciandoli quasi tutti, tranne il fabbro Hugh Hammer che diventa suo cavaliere.
Anche Silverwing, sebbene in maniera non prevista, decide di lasciarsi cavalcare da Ulf, l’ubriacone che, a quanto pare, non mentiva sulla propria discendenza.

“SI VIS PACEM PARA BELLUM”


La decisione di Rhaenyra di affidare le sorti della guerra a dei bastardi non piace al suo Concilio Ristretto e nemmeno a Jacaerys, suo figlio ed erede legittimo. Come non biasimare il povero Jace, che conosce benissimo la verità sulla propria nascita e sull’illegittimità del proprio cognome, Velaryon. In un gioco di potere e sotterfugi, in cui anche un minimo dubbio di paternità, può scatenare guerre di successione, Jacaerys si sente tradito dalla propria madre, la quale potrebbe mettere a rischio il posto di Jace sul Trono di Spade.
Un altro punto da analizzare, all’interno della puntata, potrebbe essere un parallelismo – seppur blando – con Daenerys Targaryen e la sua strage di King’s Landing. Rhaenyra e Daenerys, infatti, sembrano disposte a tutto pur di raggiungere il proprio obiettivo e, nonostante molte differenze, tutte e due le regine compiono atti atroci.
Certo, Daenerys nella sua furia ha bruciato vivi uomini, donne e bambini innocenti, ma anche Rhaenyra ha deciso di sacrificare delle persone per conquistare un vantaggio sui Verdi.
“Be a dragon!”, avrebbe detto svariati anni più tardi la mitica Lady Olenna Tyrell.

DAEMON, ALLICENT E AEMOND


La storyline di Daemon ad Harrenhall e le sue visioni, che durano ormai da troppi episodi, sembrano solo un pretesto per alcuni cameo di Milly Alcock (Rhaenyra da giovane) e Paddy Considine (Viserys I Targaryen).
In “The Red Sowing” la narrazione comincia a smuoversi un pochino, con l’arrivo di Oscar Tully e di tutti i Lords delle Terre dei Fiumi. Il giovane Oscar, seppur ancora inesperto, riesce a convincere i vari Signori a portare avanti il giuramento fatto a Viserys e, quindi, a Rhaenyra. Per certi versi, Oscar Tully ricorda il carisma e la passione di Lyanna Mormont, giovanissima Lady di Bear Island interpretata nella serie originale da Bella Ramsey.
Per conquistare il favore delle Terre dei Fiumi, Daemon è costretto a piegare leggermente il capo (Oscar Tully gli ricorda che la fedeltà va a Rhaenyra e non a lui) e deve giustiziare William Blackwood, l’unico Lord ad avergli giurato fedeltà dal primo momento. Un altro senso di colpa si aggiunge all’animo disturbato di Deamon.
In questo settimo episodio, i Verdi risultano sottotono con Allicent che si improvvisa campeggiatrice dopo essere stata esclusa dal Concilio Ristretto (e per fortuna!), mentre Lord Larys Strong che tesse la sua ragnatela attorno ad Aegon ed Aemond per la prima volta spaventato da Rhaenyra ed i suoi draghi.
Le pedine sono posizionate, le decisioni sono state prese, i favori sono stati vinti, manca solo aspettare la puntata finale per assistere ad un’altra epica battaglia.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Draghi über alles
  • La sequenza della strage dei bastardi e la scelta di Hugh Hammer
  • Oscar Tully che riesce a far piegare la testa a Daemon Targaryen
  • Attriti tra Rhaenyra e suo figli Jacaerys
  • Nessuna traccia di Ser Criston Cole
  • Daemon ancora alle prese con le sue visioni, sebbene la narrazione sia progredita

 

Finalmente un ottimo episodio con i draghi come protagonisti! Ora non rimane che attendere l’ultima puntata al grido di “fuoco e fiamme”!

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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