Grey’s Anatomy 21×03 – I Can See Clearly NowTEMPO DI LETTURA 3 min

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Sintomatico di uno show che non ha più molto da raccontare, come si appuntava nella precedente recensione, c’è la gestione scellerata di personaggi e storyline che portano lo spettatore ormai avvezzo e conoscitore della serie tv (con oltre 430 episodi alle spalle si è ormai plasmati dalla visione) a indovinare dove si andrà a parare nel breve periodo.
Il legame tra Jules e Mika non era destinato a durare e, infatti, ecco che compare una sorella di quest’ultima che informa la specializzanda (tramite telefonata offscreen) di essere malata (tumore al colon a 22 anni). Notizia che spinge Mika a rompere perché non si reputa pronta ad affrontare una storia d’amore considerata la situazione.
Altro personaggio che viene accompagnato all’uscita è Levi che, tolti i panni del medico che ostracizza la religione, sembra propenso ad innamorarsi proprio di un cappellano. Da segnalare che la virata a tinte religiose, in uno show come Grey’s Anatomy, lascia un po’ il tempo che trova e sembra più che altro un contentino per una porzione di pubblico mai presa in considerazione da uno show che ha da sempre fatto della sua modernità e apertura mentale su determinati argomenti il proprio stendardo.
Ma è comprensibile anche che, con gli ascolti in picchiata verso i 2 milioni, cercare una nuova fetta di pubblico potrebbe essere un’opzione da tenere in considerazione, ma si è ormai alla 21esima stagione e forse bisognerebbe semplicemente realizzare che lo show ha fatto il proprio tempo senza ricevere il giusto ricambio generazionale nel corso del tempo.

SPECIALIZZANDI E SOLITE STORIE


Il nuovo ciclo di specializzandi ha dato nuova linfa vitale alle ultime stagioni, ma da solo non può reggere i quaranta minuti di puntata. Soprattutto se anche qui le dinamiche sembrano reiterarsi già ora: Lucas e Simone, ormai coppia fissa, si scontrano per un caso medico con quest’ultima che accusa velatamente il ragazzo di nepotismo e facilitazioni lavorative in quanto “Shepherd”. Fortunatamente un litigio che si riassorbe rapidamente altrimenti era pronosticabile l’ennesimo inizio di un tira e molla eterno.
Dopo così tanta “passione” (intesa la sofferenza fisica del pubblico) ormai Lucas-Simone devono resistere e chiudere il cerchio o come Lexie e Mark (grande uscita) oppure diventando l’ennesima coppia fissa che progressivamente eroderà la pazienza del pubblico (Teddy e Owen). Agli sceneggiatori l’ardua scelta.
Menzionate Jules e Mika, resta Kwan, ancora di difficile inquadramento rispetto alla storia della misteriosa ragazza dal passato che ancora non sembra voler essere troppo analizzata nello show. Ma considerati i 18 episodi totali di questa stagione, ci sarà spazio anche per questo.

RIASSESTAMENTO DEGLI EQUILIBRI


Le altre sottotrame si chiudono esattamente come era lecito attendersi: Catherine viene operata e Richard viene, forzatamente, informato; Miranda riottiene il lavoro e Sydney Heron viene licenziata; Ben viene assunto di nuovo dal Grey Sloan. Il primo avvenimento porta ad una (momentanea) rottura tra Richard e Meredith che sicuramente si risolverà.
L’operazione a Catherine riavvicina Miranda alla donna e quindi le due fanno anche pace. Ben, considerato che Station 19 è stato cancellato, doveva essere reinserito all’interno della trama e quindi è stato assunto di nuovo in ospedale.
Si può tranquillamente dire che questi primi tre episodi hanno rimesso in ordine i tasselli malamente spostati nel precedente finale di stagione. Sarà da questo momento in poi che lo show cercherà di raccontare qualcosa di nuovo? Può essere, d’altra parte gli anni continuano a farsi sentire e pesare e con le quote giovani in uscita (Levi e Yasuda), il compito si fa sicuramente più arduo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Nuovi screzi e nuove dinamiche all’orizzonte? Poche, però meglio farsele bastare
  • Molte dinamiche già viste, purtroppo anche per i nuovi personaggi

 

La votazione finale è sì negativa, ma è da sottolineare che lo show non sta mostrando nulla che non si sia già visto in passato: quelle appena trascorse sono tre puntate non belle, ma serenamente categorizzabili tra le “non peggiori” dello show. C’è stato di molto peggio. Certo, anche di molto meglio, ma quello purtroppo è un passato talmente lontano da prendere in considerazione che i ricordi iniziano ad affievolirsi.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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