Con questa puntata How I Met Your Father fa il giro di boa della 1° stagione che, per l’appunto, è composta da soli 10 episodi. Una durata piuttosto risicata per una sit-com ma che aiuta anche a mettere in prospettiva una delle differenze con la serie madre che, anche per essere andata in onda su CBS rispetto ad Hulu, non ha mai avuto meno di 20 episodi a stagione.
Questa è la prima chiave di lettura sia per questo episodio che per la struttura della stagione, una struttura che, arrivata alla sua metà, ha esemplificato un DNA simile a quello di HIMYM ma depauperato di quel lato filler che è anche un elemento fondante delle sit-com. La trama orizzontale non è infatti la caratteristica principale di questo tipo di prodotto ma lo era in HIMYM e lo è anche in HIMYF e, di conseguenza, la presenza di episodi filler è semplicemente legata alla necessità di dilatare la stagione il più possibile. Cosa che non è necessaria in questo caso.
L’IMPORTANZA DI CREARE UN LEGAME COL PUBBLICO
“The Good Mom” è un altro episodio che pone molta attenzione alla caratterizzazione dei suoi personaggi principali, una scelta che viene preferita a risate facili e che sta ripagando sicuramente nel lungo periodo. Dopo cinque episodi si può infatti dire che, pur non brillando di luce propria e non ambendo a soppiantare HIMYM, i due showrunner Isaac Aptaker & Elizabeth Berger siano riusciti in un’impresa non facilissima: creare un legame con il pubblico.
Lo spettatore è infatti ormai piuttosto legato ai vari Jesse, Sophie, Valentina, Sid Charlie ed è merito del tempo dedicato a ciascuno di loro. L’approfondimento psicologico è ciò che fa la differenza per uno spin-off molto difficile da far funzionare sulla carta. Tralasciando Sid che, oggettivamente, è lo sfortunato vincitore del premio “Peggior Character”, tutti gli altri personaggi stanno vivendo un’evoluzione e non rimangono fermi nel loro bozzo.
L’IMPORTANZA DI AVERE UN GENITORE PROBLEMATICO
In soli 20 minuti, “The Good Mom” permette a Charlie, Sophie e Jesse di fare un passo avanti verso la loro maturità. Passi che sono segnati da alcune forzature classiche di una comedy/sit-com, come la decisione di Charlie di essere uno psichiatra, ma che sono anche necessari per smuovere le acque ed arrivare al punto di svolta.
Dall’essere un personaggio in cerca di un’identità ad essere il nuovo barista nel bar di Sid(dharta), l’evoluzione per Charlie è visibile ad occhio nudo e funziona anche estremamente bene. Lo stesso si può dire di Sophie, specialmente con il focus che le è costantemente dedicato e che, a questo giro, include l’introduzione di sua madre e delle sue relazioni sentimentali instabili. Una storyline che magari può sembrare un cliché, e forse lo è, ma è apprezzabile perché indirettamente è creata per favorire la tridimensionalizzazione di Sophie e non è un semplice riempitivo della puntata. E lo stesso si può dire anche di Jesse e del suo tentativo di superare l’evento traumatico che lo ha reso famoso nel web.
Piccolo easter egg come nota a margine: Ash, il fidanzato di Lori è il figlio di Cuba Gooding Jr.. ovvero Mason Gooding.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Anche per essere consistenti con i voti dati ai precedenti episodi, “The Good Mom” si guadagna un Thank Them All anche un po’ generoso. La puntata, pur continuando a non far ridere ma sorridere, ha il pregio di creare quel giusto approfondimento psicologico dei personaggi che tanto basta a consolidare il rapporto tra loro e lo spettatore. Touché.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.