Murderville 1×02 – Triplet HomicideTEMPO DI LETTURA 3 min

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Murderville 1x02 recensioneOmicidio, omicida e acchiappa omicida sono gli elementi essenziali di ogni episodio di Murderville, in cui il detective Terry Seattle fa da mentore all’apprendista di turno che porta sulle spalle l’ingrato compito di indicare il nome del colpevole, al termine di un’indagine non priva di colpi di scena.
Il nuovo esperimento portato sugli schermi Netflix è tanto semplice quanto esilarante, capace di attrarre di fronte la televisione un po’ tutti i generi di spettatori, risultando un prodotto leggero, originale, ben fatto.

“The kill was obviously…”

LO SCHEMA NARRATIVO


Al secondo episodio è chiaro che lo schema narrativo risulti sempre lo stesso. Terry Seattle è affiancato da un aspirante detective del dipartimento omicidi che lo accompagnerà alla caccia del colpevole.
Il caso del giorno è la morte di una dolce vecchietta per mano di uno dei suoi figli: il colpevole è stato ripreso in pieno volto dalle telecamere di sorveglianza, ma la prole della defunta è composta da una triade di gemelli, elemento che complicherà l’indagine dell’infallibile squadra omicidi. L’indagine vede protagonisti la neo coppia di detective, in particolare l’ospite di turno il quale troverà ancora una volta nella giacca le domande giuste per ogni sospettato.
La risoluzione del caso è quindi nelle mani del partner di Terry Seattle a cui quest’ultimo si limita a fare da spalla nelle indagini, mentre, parallelamente, la guest star funge da spalla comica di Arnett. In questo gioco di ruoli è ovvio che le maglie dell’improvvisazione siano ristrette da una serie di escamotage che la serie utilizza per far ritornare la situazione nei binari della narrazione: i bigliettini dentro la giacca dell’ospite, l’auricolare con cui Arnett fornisce indicazioni e la sua entrata in scena quando la situazione “sembra che abbia bisogno di lui”. Inevitabile in uno show che si prefissa di essere un prodotto diverso da un semplice “buona la prima” e che proprio per questo riesce ad attrarre anche i non amanti del genere. 

L’OSPITE: MARSHAWN LYNCH


L’aspirante detective del giorno è lo sportivo Marshawn Lynch che si presta in maniera perfetta come spalla comica di Arnett. Nonostante Lynch paghi il pegno di essere fuori dall’ambiente televisivo/attoriale, la riuscita dell’episodio non è comunque intaccata e i due detective riescono a mettere in scena una serie di sketch davvero divertenti. Tra tutti, spicca senza dubbio la scena allo specchio, dove Lynch e Arnett danno il loro meglio, in uno spettacolo a metà tra il grottesco e il geniale.
Come sopra accennato, Lynch non è un attore e in questo senso il divario tra il primo e il secondo episodio bisogna ammettere che si nota, tant’è che nel pilot nemmeno sembrava che Conan O’Brien (superlativo) stesse improvvisando. Eppure il giocatore di football riesce comunque a imporre la sua presenza, non risultando fuori luogo in nessun momento.
Lynch in scena e di fronte la telecamera è decisamente meno naturale del resto del cast, ma ciò offre l’occasione per esaltare le qualità di Will Arnett, abilissimo a destreggiarsi perfettamente in ogni situazione. Arnett sfrutta al meglio la situazione comica, dando il giusto input allo sketch, senza strafare e cadere nel ridicolo. La genialità di Murderville è proprio quella di presentare situazioni illogiche senza mai creare quel tipico fastidio da comicità scadente.

I SOSPETTATI: (ROB HUEBEL)3


Non si può concludere la recensione senza menzionare i sospettati dell’omicidio di turno.
Rob Huebel nei panni di Chadd, Charles e Chester risulta uno spettacolo piacevole già da solo, dimostrandosi un mostro di bravura. Lo stesso approccio nei confronti di Lynch, unico ignaro dello script, appare dei più naturali e aiuta lo spettatore a immergersi nell’indagine come fosse in una vera e propria serie tv, a caccia dell’omicida. In Murderville nulla è lasciato in mani sconsiderate, un esperimento del genere può essere retto solo da attori davvero capaci. 

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Idea originale e vincente
  • Will Arnett è favoloso 
  • Gioco dei tre sospettati 
  • Scena allo specchio davvero esilarante 
  • Comicità assurda, mai scadente 
  • Rob Huebel nei panni dei tre fratelli 
  • Lynch si è dimostrato ottimo partner, nonostante fuori dal mondo attoriale
 

  • Caso del giorno forse un po’ banale (il mago che tagliava in due l’assistente durante il gioco di prestigio aveva tutto un altro fascino)

 

Murderville si conferma un’idea originale e vincente, nonostante una necessaria ripetitività negli schemi narrativi che restringe le maglie dell’improvvisazione.

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