Dopo l’effetto iniziale, causato dal concept intrigante del prodotto, quali sono gli elementi di cui necessita Murderville per mantenere alto il gradimento (e l’attenzione degli spettatori)? Di certo, lo status degli assistenti detective gioca un ruolo importante. Da questo punto di vista, lo show sembra soddisfare le aspettative: tutti e 6 gli ospiti sono personaggi più o meno celebri e apprezzati, alcuni a livello internazionale, altri nel contesto statunitense.
Un altro aspetto importante è la necessità di offrire ruoli variegati agli ospiti: anche se lo svolgimento della puntata è consolidato e non cambierà nelle restanti puntate, le dinamiche dei rapporti di Terry Seattle con le guest star non è sempre lo stesso. In un certo senso, si può affermare che le tre puntate viste finora abbiano mostrato un’evoluzione della figura dell’assistente. Nel primo episodio, Conan O’Brien era impacciato e aveva una certa deferenza – seppur in chiave comica verso Seattle. Al contrario Marshawn Lynch, pur non indovinando il colpevole, aveva un rapporto paritario con il suo mentore, e la coppia ha mostrato un certo affiatamento.
In quest’occasione, infine, Kumail Nainjani ha avuto un atteggiamento molto sicuro nei confronti di Terry e si è anche posto in una posizione sovraordinata in alcuni momenti. Oltre al rango degli ospiti e alla varietà di dinamiche, l’altro elemento cardine è l’enfasi sulla comicità e sull’elemento di improvvisazione che caratterizza lo show. Da questo punto di vista, “Most Likely To Commit Murder” è l’episodio più riuscito finora.
LA RIMPATRIATA
L’ospite di giornata, come accennato in precedenza, è Kumail Nanjiani, attore comico celebre per il suo ruolo in Silicon Valley e che di recente è entrato a far parte del Marvel Cinematic Universe (nel film Eternals, ha interpretato il personaggio di Kingo). Nanjiani e Terry Seattle si ritrovano a dover risolvere un omicidio avvenuto durante una rimpatriata tra compagni di liceo. Rimpatriata alla quale, peraltro, era stato invitato lo stesso Terry, che ha studiato in quella scuola e viene ricordato soprattutto per i continui svenimenti. In questo caso, il colpevole è stato identificato nell’ex atleta prodigio del liceo, che ha ucciso la vittima per una vicenda risalente ai tempi della scuola.
Lo svolgimento della puntata è quello canonico di Murderville: una breve introduzione dell’aspirante detective; uno scambio di battute tra Rhonda e Terry per far comprendere all’ospite la situazione nella quale si trova il protagonista dello show; interrogatori ai tre principali sospettati del caso; risoluzione finale proposta dalla guest star, con eventuale conferma o smentita da parte di Rhonda, che riassume gli indizi disseminati nel corso dell’episodio. Si tratta di una formula semplice e lineare ma che, almeno per il momento, si sta rivelando efficace. Anche se l’aspetto dell’indagine non è certo il fulcro dello show, i 35 minuti scorrono velocemente e la narrazione mantiene alto l’interesse.
LA BRAVURA DELL’OSPITE
Se il canovaccio narrativo è in linea con le precedenti puntate, un cambio di passo si è registrato nel ruolo svolto dall’ospite di puntata. Kumail Nanjiani, infatti, è risultato più spigliato rispetto a chi lo ha preceduto. Inoltre, l’elemento di improvvisazione era particolarmente evidente. Si pensi, ad esempio, alle varie occasioni nelle quali Nanjiani ha dovuto trattenere la risata, come quando Arnett ha iniziato a ordinargli il modo in cui avrebbe dovuto camminare. Il risultato di tutto ciò è una maggiore sensazione di spontaneità, la quale si lega bene con l’idea alla base del prodotto.
In generale, è apparso evidente che Nanjiani fosse più abituato a recitare rispetto a O’Brien e Lynch. Il primo è uno straordinario conduttore e il secondo – oltre a essere uno sportivo – è anche abituato alla platea mediatica. Tuttavia, la differenza si è comunque vista. Si può pensare, ad esempio, che O’Brien sia abituato a condurre gli sketch, mentre in questo caso doveva reagire agli input forniti da Arnett. Il giudizio sulle prime due puntate rimane positivo; quello che si voleva sottolineare, in questa sede, è che la terza puntata sembra aver fatto compiere un ulteriore salto di qualità allo show.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Giunti a metà stagione, l’unica cosa che si può dire di Murderville è che ci si augura continui così.
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.