Amanda e Clay, una coppia di newyorchesi stressati dalla vita di città, organizzano una vacanza in una villetta di lusso isolata nel Long Island. Partiti assieme ai due figli adolescenti, Rose e Archie, presto si ritroveranno a dover affrontare situazioni inaspettate. Una notte due sconosciuti bussano alla loro porta mentre un misterioso blackout costringe tutti i protagonisti a venire a patto con le proprie paure e i propri limiti etici. |
La casa è veramente un luogo sicuro? Ci si può fidare degli estranei? Come reagiremmo se la tecnologia, di colpo, ci abbandonasse?
Sono queste le domande che Il Mondo Dietro di Te, uscito su Netflix l’8 Dicembre, pone allo spettatore senza però dare risposte. Dietro alla macchina da presa Sam Esmail, già noto per Mr Robot, che nel doppio ruolo di regista e sceneggiatore firma la trasposizione su pellicola del romanzo “Leave The World Behind” di Rumaan Alam finalista nel 2020 del premio letterario statunitense National Book Award for Fiction.
Difficile inquadrare la pellicola in un singolo genere cinematografico. Le prime scene sono quasi fuorvianti rispetto al resto del film. Julia Roberts, fidanzata d’America almeno dal 1990, regala ad Amanda un incipit da commedia ed Ethan Hawke, nel ruolo del marito Clay, le fa da spalla nel rappresentare una famiglia basso borghese alle prese con un leggero burnout. Anche i figli Archie (Charlie Evans) e Rose (Farrah Mackenzie) godono di buona salute nonostante il vizio, molto attuale, di essere iper-connessi al mondo digitale.
Nello svolgersi dei fatti, il regista prende per mano lo spettatore e lo porta molto troppo lentamente verso il genere drammatico, poi thriller, infine catastrofico, preferendo un punto interrogativo nel finale piuttosto che una morale ben confezionata.
Leave the world behind. That’s what it said on the rental listing, at least.
FASE 1: ISOLAMENTO
Sono proprio Amanda e Clay che decidono di isolarsi per una vacanza, lasciando (leave) la loro casa di New York (world behind). La scelta della casa è dannatamente politically correct. Un villino eco-green a ridotto impatto ambientale dove la famiglia, con una forte autocoscienza etica, consuma hamburger biologici giocando a Jenga nella cucina open space tutta legno e design.
I due genitori, infatti, nonostante l’età anagrafica degli attori, non sono boomer tecnologicamente incapaci ma due invidiabili adulti che, pur rimanendo a disposizione per qualche call di lavoro, si godono una vacanza permettendosi qualche ormai deprecabile vizio come fumare sigarette e permettere ai figli di guardare la TV senza limitazione di orario.
Tra le pagine del romanzo di Rumaan Alam, questa modern family che si sente eticamente integrata in una società corretta e virtuosa perché compra cibo biologico e vota democratico è perfettamente descritta attraverso le loro abitudini. Ciò permette al lettore di cogliere meglio il loro disagio quando Adam e Clay dovranno, loro malgrado, condividere la casa con i proprietari che si rifugeranno nell’eco villa dopo un total black out avvenuto a New York. Nonostante la durata complessiva del film sia molto alta, Sam Esmail taglia corto sugli affari di famiglia, che sono il punto centrale del racconto e che permetterebbero allo spettatore di comprendere meglio come il buonismo morale non corrisponda in effetti ad un animo etico.
FASE 2: CAOS SINCRONIZZATO
L’arrivo di G.H. (Mahershala Alì) e della giovane figlia Ruth (Myha’la Herrold) al villino è il casus belli che genera, seppur lentamente, l’inizio del caos. É una confusione morale per Adam e Clay che non si fidano dei nuovi arrivati ma anche un dilemma etnico per Ruth che, in una sorta di razzismo inverso, ricorda al padre che Adam e Clay “sono bianchi, non ci possiamo fidare di loro”. Non c’è tempo però di valutare il white guilt in una società fortemente multietnica come quella americana, perché l’arrivo della nuova famiglia coincide con una serie di default tecnologici che preoccupano molto più di un dilemma caucasico vs il resto del mondo.
Rimasti senza connessione e senza TV, sembra impossibile per i coniugi Sandford valutare la situazione come se il problem solving fosse un’attività che negli ultimi decenni avessimo relegato alla rete e non alle nostri personali capacità intuitive e di pianificazione. Isolati dal resto del mondo e pieni di dubbi, ognuno reagirà in modo diverso.
Clay, descritto all’inizio del film come un intellettuale compiacente nei confronti della moglie, rispolvera la sua parte alfa e si avventura fuori dalla casa per scoprire cosa c’è che non funziona nel mondo. G.H crede di conoscere, a detta sua, “persone molto influenti di cui non posso fare il nome” ed è convinto che dietro al cyberattacco si nasconda una congrega malvagia che governa il Mondo. Anche la figlia Ruth si limiterà a sviluppare diverse teorie cospiratorie comodamente seduta in giardino. Archie, invece, totalmente disinteressato al futuro del mondo, sarà solo impegnato nel gestire il proprio mondo ormonale. Di fronte a questa gruppo di inetti individui che, in realtà non capiscono nulla e non riescono a reagire, si scopre che la vera protagonista è la piccola Rose. É attraverso la sua insistenza nel voler vedere l’ultima puntata di Friends che si muove infatti l’intero film.
Le tante cose strane che accadono sviano abilmente lo spettatore da Rose che sembrerebbe solo una bambina capricciosa ma che invece rappresenta il Noi più concreto.
Tra petroliere che si arenano rumorosamente in spiaggia e Tesla zombificate, il ritmo sale, sostenuto da una colonna sonora efficace. C’è molto manierismo nella regia, nei movimenti di camera e nei colori contrastanti, ma è una scelta che funziona in un film la cui trama è scarna e la cui sceneggiatura risulta un dialogo tra immagini.
FASE 3: COLPO DI STATO
Mentre la pellicola procede verso la deriva apocalittica, ancora una volta lo storytelling destinato a Rose risulta quasi scollegato dall’intera vicenda. La piccola del gruppo, infatti, sta combattendo una battaglia personale contro l’ansia di non poter sapere se Ross e Rachel si rimetteranno insieme nell’ultimo episodio di Friends.
E mentre i grandi cercheranno risposte concrete ai loro bisogni primari andando a disturbare la quiete di Danny, un prepper pazzo, abilmente interpretato da Kevin Bacon, Rose tenterà di soddisfare un bisogno secondario, indotto dalla società in cui vive (viviamo) e diventato ormai primario: la ricerca di una connessione Wi-Fi.
Il vero colpo di Stato non è dunque il cyberattacco e infatti al regista non interessa spiegare nulla in merito, piuttosto è un cambio di stato dell’umanità che passa dall’interesse per il destino del Mondo al disinteresse del destino delle persone. Non ci sono eroi o villain in questa storia ma solo la consapevolezza che essere connessi digitalmente non significa esserlo spiritualmente e che i veri amici (Friends) si trovano dentro un televisore satellitare.
Il Mondo Dietro Di Te nasconde bene le intenzioni di critica sociale distraendo lo spettatore con le sue immagini apocalittiche. Questa distrazione generata nel pubblico è la stessa dei protagonisti ed è anche il motivo per cui il film non si presta ad una visione superficiale. Non è una pellicola perfetta, soprattutto nella parte centrale quando il regista allunga il brodo con una lunghissima scena di dialogo tra Amanda e G.H che aggiunge poco alla trama se non sottolineare le tre fasi di un ipotetico controllo delle masse. Difficile sapere se questo film verrà ricordato nei manuali di storia del cinema, tuttavia, nonostante alcuni difetti si tratta di un’opera non banale che opportunamente non lascia risposte certe. Tutti quelli che lamentano l’assenza di un finale degno, possono, per completare il film, fare un rewatch dell’ultima scena di Don’t Look Up dove Jennifer Lawrence e Leonardo DiCaprio attendono la fine del mondo in maniera più canonica.
TITOLO ORIGINALE: Leave The World Behind REGIA: Sam Esmail SCENEGGIATURA: Sam Esmail INTERPRETI: Julia Roberts, Mahershala Alì, Ethan Hawke, Myha’la Herrold, Farrah Mackenzie, Charlie Evans, Kevin Bacon DISTRIBUZIONE: Netflix DURATA: 141′ ORIGINE: USA, 2023 DATA DI USCITA: 08/12/2023 |