Arriva solo adesso in tutto il mondo, grazie al rilascio su Paramount Plus, la nuova serie australiana Love Me.
Prodotto e distribuito dalla Warner Bros. International Television Australia, questo drama si pone come prima produzione originale del servizio streaming australiano Binge. Una serie che in realtà si basa sull’acclamato show svedese Alska mig, creato da Josephine Bornebusch.
Love Me ha esordito in Australia nel dicembre 2021 con una prima stagione di appena sei episodi, ottenendo subito il rinnovo per un secondo ciclo. Un risultato favorito dall’ottimo riscontro ottenuto in patria che è valso allo show una serie di nomination nell’ambito dei TV Week Logie Awards, celebre premiazione annuale per i prodotti che si sono distinti nella televisione australiana.
La prima stagione ha visto alla regia la presenza di Emma Freeman, mentre in sala scrittura si sono susseguiti, tra gli altri, Alison Bell e Leon Ford. Nel cast, invece, si distinguono attori come Celia Pacquola e Bob Morley, mentre spiccano i nomi di Bojana Novakovic e, soprattutto, Hugo Weaving (tra i tanti ruoli, l’iconico Elrond ne Il Signore Degli Anelli).
TRAILER VS PILOT
Prima di approcciarsi a una qualsiasi serie tv, appare quasi scontato dare un’occhiata al trailer per avere un’anteprima non tanto della storia in sé, quanto di tutti quegli elementi più o meno tecnici che le fanno da contorno. Uno strumento utile per comprendere la prima essenza del prodotto. Ma si sa, come insegnava il personaggio di Amanda Woods, montare i trailer è un’arte e questi a volte possono creare aspettative diverse dalla realtà dei fatti.
Se, dunque, prima di lanciarsi nella visione di Love Me si è passati dal suo trailer, le aspettative maturate grazie al video di presentazione verranno probabilmente deluse dal pilot vero e proprio. Il promo, montato ad hoc, sembra infatti raccontare una storia più emozionate rispetto a quanto visto nei primi 40 minuti della serie. Una pecca che può andare ad inficiare la riuscita dell’intero show? Nonostante tutto, con la visione del solo pilot, il primo giudizio non è poi così tragico.
FAMILY DRAMA
Al contrario di quanto emerso dal trailer, dove la serie sembrava più propensa a raccontare una ben identificata love story, Love Me si presenta essenzialmente come un family drama. Per azzardare un paragone più attuale si potrebbe far riferimento a This Is Us, ma si sta ovviamente allargando fin troppo la prospettiva. La serie australiana, infatti, innanzitutto prende in considerazione una famiglia più ristretta e, con i suoi soli sei episodi, ha poco tempo per mettere in scena un materiale ad ampio raggio.
Nella presentazione dello show i temi principali che vengono presi in esame sono l’amore, la perdita e la difficoltà delle relazioni. E il pilot presenta tutti e tre questi temi affrontandoli attraverso le vicissitudini della famiglia Mathieson. Love Me vuole quindi mettere in primo piano i sentimenti e le emozioni e il primo assaggio è un miscuglio tra emotività e presentazione dei personaggi. E la non attendibilità del promo, in realtà, sta tutta qui.
Il pilot ha ovviamente avuto il compito di presentare i suoi protagonisti e creare velocemente un breve background per far immergere lo spettatore nelle vite dei Mathieson. Questo ha un po’ frenato la dinamicità di alcuni eventi che, per forza di cose, sono stati pura prefazione. Le storie dei due figli, Aaron e Clara, si sono così rivelate meno incisive, con soprattutto quest’ultima partita un po’ in affanno nonostante la donna sembrasse la protagonista principale sin dall’inizio. Molto più forte, invece, la presentazione del padre di famiglia, Glen, protagonista insieme alla moglie Christine della parte più emotiva del pilot e artefici anche del momento più significativo dell’episodio che sicuramente, da qui in poi, darà il via al resto della storia per tutti i membri della famiglia.
Le basi poste da tutti i character creano dunque buone premesse per i prossimi cinque episodi, anticipando un family drama abbastanza tradizionale ma che non crea problemi nel farsi guardare.
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Un family drama come tanti, eppure questo genere colpisce sempre.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.