No Escape 1×01 – The BlueTEMPO DI LETTURA 3 min

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No Escape 1x01 recensioneArriva solo ora, sul finire di settembre, la serie inglese di Paramount Plus No Escape. Un prodotto in realtà già distribuito dalla piattaforma streaming lo scorso maggio nel Regno Unito ma che solo in questi giorni ha visto la luce anche a livello globale.
No Escape è una serie diretta da Hans Herbots e scritta per la tv da Kris Mrska ma che basa la sua storia sul romanzo di Lucy Clarke intitolato The Blue. Un drama che sin dal pilot si presenta carico di tinte thriller con tanti misteri da risolvere. Forse troppi.

VIBES DA 1889


Si è a lungo discusso sulla riuscita o meno della serie Netflix 1889 (cancellata dopo appena la prima stagione). Un prodotto che portava dietro di sé la grande eredità di Dark dovuta agli stessi autori Baran bo Odar e Jantje Friese. Senza entrare nel merito qualitativo della serie (per quello ci sono le nostre recensioni), va messo in chiaro che un paragone tra 1889 e No Escape è assolutamente impensabile. Allora perché tale riferimento? Semplicemente perché ci sono alcuni elementi che riportano un po’ alla mente lo show di Netflix fatto di navi abbandonate, passeggeri scomparsi e misteri un po’ confusi.
La trama di No Escape si suddivide in due linee temporali, con un presente che vede il personaggio di Lana (Abigail Lawrie) impegnata a nascondersi in Australia con una nuova identità e i flashback che iniziano a mostrare vari tasselli di un puzzle più grande.

THE BLUE


É ovviamente la parte dedicata ai flashback quella più corposa dal punto di vista narrativo, dove vi è la presentazione di luoghi, personaggi e dinamiche. Una presentazione che risulta abbastanza allungata a causa del solito minutaggio eccessivo con i suoi circa 53 minuti. Quest’oretta scarsa di visione si focalizza essenzialmente su due personaggi: Lana e Kitty (Rhianne Barreto). Poco si sa del loro background tranne che le due ragazze sono in fuga da Londra, ricercate apparentemente per furto.
Ma il nocciolo della storia di No Escape parte essenzialmente con l’incontro con un altro gruppo di ragazzi, l’equipaggio dello yacht The Blue, dove a prestare il volto ad alcuni di questi passeggeri vi sono gli attori Jay Ryan, Sean Keenan e Colette Dalal Tchantcho.
The Blue diventa il centro della narrazione per gran parte dell’episodio quando, contemporaneamente a Lana e Kitty, anche lo spettatore si ritrova a fare la conoscenza dei nuovi personaggi. Questa parte di trama appare fin troppo diluita, con dinamiche interne tra i ragazzi che bevono e si raccontano e con la regia che usufruisce di tali scene per mostrare in maniera più dettagliata lo yacht, con luoghi che sicuramente in futuro torneranno utili.

MISTERO O CONFUSIONE?


Con gran parte dell’episodio mirato alla presentazione di luoghi e personaggi, rimane ben poco per permettere ai misteri che aleggiano nell’aria di lasciare un segno più netto nella narrazione. Dopo 50 minuti di languida amministrazione, infatti, l’attenzione dello spettatore potrebbe essere fin troppo compromessa per apprezzare gli innumerevoli enigmi emersi sul finale.
Le domande con cui termina “The Blue” sono sicuramente tante, da cosa è successo sullo yacht, a che fine hanno fatto tutti gli altri passeggeri, fino a ricollegarsi al flashforward iniziale che vede la sola Lana interrogata da alcuni agenti. Il ritrovamento di un cadavere proprio in chiusura, poi, non fa altro che far sorgere altre domande aprendo infinite possibilità riguardo il mistero della nave abbandonata incontrata sul cammino di The Blue. Il tutto, considerando anche l’incognita sul background delle due protagoniste ad inizio episodio.
Tante, troppe domande che creano sicuramente curiosità ma anche eccessiva confusione. E chissà se si arriverà mai ad una risposta o si rimarrà col dubbio perenne come accaduto ai fan di 1889.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Misteri interessanti che creano curiosità
  • Il flashforward su Lana fa nascere tante domande
  • Minutaggio eccessivo
  • Troppo lenta la parte centrale dell’episodio con la presentazione dei protagonisti
  • Rischio confusione a causa di troppo materiale

 

No Escape si presenta come una serie dall’alto potenziale misterioso, con un pilot che lascia aperte molte domande e tanti dubbi. Purtroppo però, la messa in scena del primo episodio risulta fin troppo lenta e dispersiva per catturare in pieno l’attenzione con il rischio di perdersi e annoiarsi prima del tempo.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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