Alma 1×01 – NebbiaTEMPO DI LETTURA 4 min

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Un gruppo di studenti si concede una vacanza in montagna, nelle Asturie, poco prima della fine del liceo.
Tra di loro ci sono la disinibita Deva, Tomas, promessa del nuoto e soprattutto Alma, fresca di lutto per avere perso la gemella Lara, morta di tumore (entrambe le sorelle sono interpretate da Mireia Oriol).
Il tempo per romantici rimpianti (e anche per bere e impasticcarsi) è però ridotto al minimo. Sulla strada del ritorno, il pullman su cui viaggiano si trova ben presto avvolto da una fitta, inspiegabile nebbia e avviene un catastrofico incidente.
Catastrofico non solo per il numero di vittime e di feriti, ma anche perché aprirà la porta d’ingresso a presenze soprannaturali, non tutte particolarmente benigne, contro cui i sopravvissuti dovranno lottare.

NON SOLO UN TAPPABUCHI ESTIVO


Nonostante la collocazione estiva, questa serie spagnola approdata su Netflix si rivela una piacevole sorpresa.
Sarà perché l’ideatore, sceneggiatore e regista Sergio G. Sanchez ha una certa pratica del genere horror (suo è Marrowbone del 2017 con Anya Taylor-Joy). Questo si traduce in un sapiente dosaggio degli ingredienti della narrazione e delle rivelazioni sul mistero sottostante la brutta situazione in cui i ragazzi si trovano.
Anche Mireia Oriol non è nuova ad interpretare ruoli goticheggianti (ha già interpretato El Pacto). Si fa seguire con piacere mentre Alma cerca di venire a capo del mistero riguardante prima di tutto se stessa, perché dopo l’incidente non ricorda più nulla di un lungo periodo della sua vita precedente, morte della gemella compresa. Lei e i suoi colleghi, comunque, sono aiutati dal fatto che i ragazzi da loro interpretati sono descritti in modo tutto sommato realistico.
Si sente il prodotto europeo, privo di quella superficie patinata a cui i prodotti statunitensi non rinunciano mai, ma non ci sono quegli eccessi melodrammatici da telenovela, sempre dietro l’angolo quando si recita nella lingua di Cervantes. Il mistero e l’incubo si insinuano piano piano, sotto la pelle della banale quotidianità e dei ricordi d’infanzia.

USE THE FORCE, ALMA!


Uno dei segreti della digeribilità di questa serie, probabilmente, sta nell’usare ingredienti tipici del genere horror goticheggiante secondo una ricetta classica, proposta con uno stile adeguato ai gusti del telespettatore moderno.
Da un lato questo è positivo, perché la sceneggiatura già propone frequenti salti tra passato e presente, realtà, ricordi e allucinazioni. Il pubblico almeno non deve fare l’ulteriore fatica di imparare troppe novità stilistiche in breve tempo.
Dall’altro, questo ha un risvolto negativo: bisogna stare attenti a non cascare nel cliché e nella scopiazzatura. Un esempio lampante per tutti: quando, nell’ultima scena di questo episodio pilota, Alma vede l’anima della gemella, questa è vestita in modo da ricordare un po’ i Jedi di Star Wars. Evidentemente, le anime dei trapassati sono tutte unite nella Forza, o comunque si chiami il suo equivalente nel folklore spagnolo.
A questo proposito, Sergio G. Sanchez (o chi per lui) ha scelto di non percorrere la via maestra dell’inserire nella trama una vera leggenda della zona in cui sono ambientate le vicende in accordo con il locale ufficio del turismo. Therion, infatti, è un mostro inventato da Aleister Crowley ai primi del ‘900.

TENTATIVI (RIUSCITI E NON)


Probabilmente quest’ultima scelta è stata effettuata per non rischiare di cadere nel genere folk-horror con i giovani. Esperimenti in questo senso, negli anni scorsi, non hanno avuto esiti particolarmente brillanti.
Per distanziarsi ancora meglio da questo cliché, i genitori dei ragazzi protagonisti ci sono, inoltre sono amorevoli e non repressivi (tranne un paio di deprecabili eccezioni).
Fa poi innegabilmente piacere il degno livello di recitazione di tutto il giovane cast (e non è solo questione di storia ambientata ai giorni nostri invece che nel ‘600) che è sempre molto difficile da trovare soprattutto in prodotti giovanili dove vengono assoldati attori con poca esperienza e che, pertanto, magari non riescono ad esprimersi al loro meglio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ragazzi descritti realisticamente (e recitano pure)
  • Giusto passo, adatto al binge watching
  • Niente eccessi melodrammatici
  • I genitori ci sono, sono amorevoli e non repressivi
  • Niente di fondativo (anzi, qua e là si rischia la scopiazzatura)

 

La serialità europea sta facendo piccoli ma sicuri passi avanti. Alma non propone nulla di particolarmente innovativo, ma incastra i suoi elementi con una certa perizia e si rivela un prodotto particolarmente adatto per il binge watching. Per studenti che avessero raggiunto la meta Santo Graal di aver finito tutti i compiti delle vacanze prima della riapertura delle scuole, ma non solo.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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