Lo scorso 1 aprile la AMC ha confermato la presenza di Samantha Morton nel cast della nuova serie antologica Tales Of The Walking Dead. I fan della serie originale sono andati letteralmente in visibilio, in quanto il nome della Morton significava solo una parola: Alpha.
La leader dei Sussurratori ha rappresentato una grande sferzata di aria fresca per le stagioni 9 e 10 di The Walking Dead ed il suo personaggio è stato uno dei migliori villains della serie, seconda forse solo a Negan.
L’interpretazione della Morton, infatti, ha toccato vette altissime durante gli episodi dedicati al suo alter ego sul piccolo schermo. L’escalation dei cattivi che si sono susseguiti all’interno dell’universo di The Walking Dead (il Governatore, Gareth e Terminus, i Lupi, Negan e i Salvatori) ha raggiunto il suo picco massimo con la sadica pazzia e visione del mondo di Alpha.
Ancora adesso si rabbrividisce al pensiero del macabro e sconvolgente finale di “Calm Before”, il quindicesimo episodio della nona stagione.
WELCOME BACK, ALPHA!
Il nome di Samantha Morton ha sicuramente aiutato a trainare l’hype per Tales Of The Walking Dead, vuoi per l’occasione di rivedere un volto conosciuto, vuoi per la possibilità di far luce sul passato di Dee prima della sua trasformazione finale in Alpha.
Già nella nona e decima stagione il pubblico aveva avuto modo di ripercorrere alcune tappe importanti dell’evoluzione del personaggio: i primi giorni dopo lo scoppio dell’epidemia zombie, l’uccisione del marito e il primo incontro con Beta.
Alpha viene mano a mano dipinta come una psicopatica sadica ed egoista, completamente priva di empatia verso gli altri, pronta ad uccidere a sangue freddo senza il minimo rimorso, una leader nata che, però, non lascia spazio a critiche e discussioni, una sopravvissuta che ha abbandonato qualsiasi traccia di umanità.
Le doti recitative della Morton brillano di luce propria e la sua presenza ha contribuito ad innalzare l’asticella di uno show altrimenti condannato a monotonia e piattezza fisiologiche.
Ciononostante, le aspettative per questo terzo episodio sono state ampiamente deluse, data l’inutilità della trama e un finale che più anticlimatico di così si muore.
ANCHE SE QUESTA SERIE UN SENSO NON CE L’HA
Il brand di The Walking Dead è stato sfruttato fino all’osso e in cantiere ci sono ancora svariati progetti legati a questo universo.
Mancano pochissime settimane alla conclusione della serie madre, con gli ultimi episodi dell’undicesima stagione, ma il sipario non verrà mai calato del tutto. Nei prossimi anni usciranno lo spin-off su Daryl Dixon (nonostante la recente defezione di Melissa McBride), la miniserie incentrata su Rick e Michonne e Isle Of The Dead con protagonisti Negan & Maggie, la coppia che scoppia.
C’è da chiedersi, dunque, quale sia il senso di un prodotto come Tales Of The Walking Dead che funge solo da riempitivo in attesa di progetti molto più accattivanti.
I primi due episodi non hanno di certo brillato per originalità e magnetismo narrativo, confezionando delle storylines completamente inutili e dimenticabili. Spremere fino all’ultima goccia il franchise di The Walking Dead non è quello che il pubblico si merita, ma a Scott M. Gimple e Channing Powell tutto questo non interessa.
La situazione non migliora con questa terza puntata che spreca una ghiotta occasione e sembra quasi gettare alle ortiche un personaggio carismatico come Alpha.
TRA BARCHE, PALUDI E ORSACCHIOTTI DI PELUCHES
“Dee” si apre in un tempo indefinito e non è dato sapere quanti anni siano trascorsi dall’inizio dell’apocalisse zombie. Una donna di nome Brooke è riuscita a ricreare una sorta di paradiso terrestre a bordo di un’imbarcazione, dove i passeggeri continuano a vivere come se nulla fosse, navigando nelle paludi infestate da coccodrilli e walkers affamati. Una piccola Woodbury galleggiante con qualche sprazzo di opulenza alla Commonwealth.
Qui fanno capolino Dee e Lydia che partecipano attivamente alle attività della comunità, sebbene la donna faccia fatica a nascondere il suo vero carattere. Il resto della puntata trascorre lento con rari picchi di tensione narrativa, risoluzioni semplicistiche e il solito sadismo di Dee Alpha che emerge preponderante.
Come detto precedentemente, Scott M. Gimple e Channing Powell avrebbero potuto costruire la puntata in mille modi diversi, pescando a piene mani dal misterioso passato di Alpha, dalla sua infanzia piena di traumi e dalla nascita dell’oscurità dentro di lei.
Eppure, si è preferito seguire la strada più facile, senza nemmeno sforzarsi di approfondire un personaggio multisfaccettato servito su un piatto d’argento. Anche l’incontro con Hera, l’allora leader dei Sussurratori, viene relegato a poche, insignificanti scene, se non per mostrare l’origine della maschera dai capelli biondi di Alpha.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Alpha ha rappresentato la luce in fondo al tunnel per le stagioni 9 e 10 di The Walking Dead. Rivedere, quindi, il nome di Samantha Morton tra il cast di questa nuova serie antologica aveva fatto ben sperare. Il potenziale c’era tutto, così come la possibilità di esplorare il passato di Dee/Alpha e aggiungere sfaccettature al suo personaggio. La gestione della puntata, però, non è stata all’altezza delle aspettative e il pubblico, più che congratularsi con la Morton, non può fare nient’altro.
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.