L’episodio subito dopo il pilot di una nuova serie tv è un’arma a doppio taglio: da un lato deve confermare le aspettative generate dal primo episodio, dall’altro deve stabilizzarsi e gettare le basi per la trama orizzontale che si svilupperà nel corso della stagione. She-Hulk con “Superhuman Law” pare avere già ingranato.
In questo caso, se la series premiere era servita principalmente a svelare le origini della nuova supereroina verde, il secondo episodio prende una piega diversa affrontando le conseguenze di essere verdi, con superpoteri e non poter far finta di niente. SI parla quindi di diversità, accettazione e di un certo bisogno di mantenere le apparenze, il tutto però con un tono piuttosto leggero e mai veramente serio e negativo. Esattamente come è stato promesso.
LEGAL COMEDY
Dopo aver assistito alla storia dell’origine di Jennifer Walters, con “Superhuman Law” il pubblico si addentra nel territorio del legal-drama, condito da una buona dose di commedia che smorza i toni e rende scorrevole il minutaggio. Vedere Jen entrare in ufficio con le sue sembianze da Hulk porta l’MCU a un nuovo livello di surrealità/commedia, con il risultato che ne esce più fresco, senza prendersi troppo sul serio: una boccata di aria fresca in pratica anche se non è tutto oro ciò che luccica.
In alcune parti dell’episodio, quando Jen si ritrova alle prese con i colloqui di lavoro o alla cena di famiglia, la scrittura non convince completamente. Questa lacuna viene colmata dalla camaleontica Tatiana Maslany (già interprete della poliedrica protagonista di Orphan Black) che, con la sua mimica facciale e con la rottura della quarta parete in alcuni momenti perfettamente piazzati dagli sceneggiatori, riesce ad elevare la commedia al di sopra dello standard visto finora.
La sensazione che “Superhuman Law” faccia parte ancora del prologo c’è ed è anche comprensibile il perchè, però tutto sommato sarebbe stato sbagliato aspettarsi qualcosa di diverso dopo i primi due episodi e soprattutto considerando il bisogno di esplorare in lungo e in largo la trama per le nove puntate.
EMIL BLONSKY IS BACK!
Il primo caso di Jen, vincolante per l’assunzione, è proprio quello di Emil Blonsky, meglio conosciuto come Abomination, nonché il tizio che ha tentato di uccidere suo cugino Bruce molti anni fa.
Tim Roth non delude e riprende i panni di Abomination come se non fosse passato molto dalla sua prima apparizione. Roth convince ed è spassoso vederlo all’opera nel cercare di convincere la protagonista della sua bontà. Fortunatamente, la scrittice principale dello show Jessica Gao ha confermato che apparirà in più episodi, perciò il pubblico potrà godere della sua presenza ancora.
Abomination aveva avuto il suo momento nel corso de “L’Incredibile Hulk” film di Louis Leterrier uscito nel 2008, anno ufficiale dell’inizio del Marvel Cinematic Universe e fa parte della Fase 1. Il villain principale della pellicola è stato fondamentalmente ignorato a lungo, fino a quando inizia a riacquistare interesse nel pubblico con l’introduzione di Hulk all’interno degli Avengers. Per chi non lo ricordasse, Emil Blonksy era un soldato ambizioso, alla ricerca costante della perfezione. Dopo il suo incontro con Hulk, Blonsky si sente così impotente di fronte alla sua forza sovraumana che decide di iniettarsi il siero del super soldato, lo stesso di Captain America. Successivamente viene citato in Marvel’s Agents S.H.I.E.L.D., in cui Emil Blonsky viene collocato all’interno di una cella criogenica.
Abomination/Abominio ricompare poi a sorpresa in una scena del film Shang-Chi E La Leggenda Dei Dieci Anelli, intento a combattere in un fight club clandestino contro Wong, lo Stregone Supremo amico di Doctor Strange. Alla fine, Wong riporta Abomination nella propria cella.
Tra le varie cose da chiarire oltre al perchè sia scappato dal carcere all’improvviso, ancora non è chiaro cosa sia successo a Blonsky in seguito al “Blip” scaturito dall’uso delle Gemme dell’Infinito da parte di Thanos.
UNA BATTUTA BEN PIAZZATA
“I’m a different person now…“
La storyline di Abomination conduce anche ad alcuni attimi metacinematografici sottili che solo i più attenti fan possono cogliere. Quando Bruce dice a Jen che “è una persona completamente diversa ora” fa un velato ma inequivocabile riferimento al fatto che l’interprete di Hulk nell’omonima pellicola del 2008 non fosse Mark Ruffalo ma bensì Edward Norton.
Se all’apparenza può sembrare non riuscita, la battuta rende complici tutti i fan dell’MCU. È una mossa intelligente affidarsi all’assurdità, piuttosto che ruotare intorno ai buchi di trama generati nel corso di più di un decennio.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Se a tratti She-Hulk risulta ancora un po’ innaturale e forzato, in realtà ce la sta mettendo tutta per distaccarsi dal classico prodotto Marvel. Non tutto deve essere sempre necessariamente profondo o questione di vita o di morte.
La serie è fresca, ha una buona protagonista e offre spunti molto interessanti per gli sviluppi futuri. Ai prossimi episodi l’ardua sentenza.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.