The Chair 1×01 – Brilliant MistakeTEMPO DI LETTURA 4 min

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Recensione The Chair 1x01Non è sbagliato dire che The Chair sia una delle serie più attese di agosto. Che sia per la grandissima Sandra Oh (Grey’s Anatomy, Killing Eve) o per la prima collaborazione del famoso duo Benioff-Weiss con Netflix o per la creatrice Amanda Peet o per la promessa di un David Duchovny (X-Files) in costume rosso sta al gusto di ciascuno. Quel che è certo è che il prodotto sembra funzionare per il momento e promette davvero bene.
La scelta di usare il formato comedy per trattare temi difficili come la disuguaglianza di genere, la differenze culturali, il cambiamento dei tempi in un ambito come quello universitario ancorato alla tradizione (e, per certi versi, attempato) è molto intelligente. Il pregiudizio verso il mondo degli studi umanistici, in una società sempre più tecnocentrica e restia a indagare il valore, e l’utilità di quello che un tempo era il massimo programma di studio delle classi più colte danno i loro frutti perché con un po’ di leggerezza molte scomode verità lasciano il posto ad un sorriso, anche se amaro. Con destrezza e semplicità Amanda Peet rende perfettamente il clima che si respira in un ateneo e che poi, in fondo, è lo stesso che si può trovare in ogni ufficio, in ogni tipo di lavoro, ma anche in altri contesti.
A questo proposito, illuminante risulta il dialogo tra la professoressa Joan Hambling, interpretata dalla settantottenne Holland Taylor, famosa attivista gay, e la giovane consulente per le discriminazioni di genere. Tra le due si nota da subito la differente concezione della body positivity, o della sua applicazione in determinati contesti, derivante anche dalla differenza di età e che porta inevitabilmente a domandarsi quante differenze ci siano nella concezione della disuguaglianza di genere, che è già comunque molto sfaccettata. Dunque, il pilot riesce a rendere bene le mille variabili che possono essere presenti in un tema sociale così dibattuto e ripreso nel mondo delle serie tv così spesso ed in maniera quasi automatica da poter apparire ormai scontato ma che rimane, in fondo, poco analizzato.

VECCHIO VS. NUOVO


Ji-Yoon: “We can’t teach our students coding or engineering. What we teach them cannot be quantified or put down on a résumé as a skill. But let us have pride in what we can offer future generations. We need to remind these young people that knowledge doesn’t just come from spreadsheets or Wiki entries.”

Paradigmatico è il discorso di Ji-Yoon ai suoi colleghi: la sofferenza degli studi umanistici è nettamente percepibile e si può toccare con mano dando uno sguardo al numero di iscritti ogni anno a questo genere di facoltà. É importante sottolineare, però, che il disinteresse non nasce dal non voler avere a che fare con opere immense di autori morti e sepolti ma sulla convinzione comune che le facoltà umanistiche non diano alcun tipo di competenza: se il medico dopo cinque anni può curare dei malati, lo stesso non accade a chi ottiene una laurea umanistica in quanto ciò che si apprende non è immediatamente pratico, anche se può essere applicato ad ogni campo, ma, per questo, più trasversale. Si tratta dello spirito critico, ciò che serve per il futuro: gli studi umanistici sono il mezzo più diretto per arrivare a destinazione.
Gli studi umanistici però insegnano anche altro: il passato è fondamentale per capire il presente e, di conseguenza, provare a immaginare il futuro. Per questo motivo i vecchi e attempati professori sono ancora importanti e Ji-Yoon non vuole cedere al “nuovo” puro e semplice. Questo motivo dà modo all’autrice di analizzare molti altri temi come la disuguaglianza di genere, qui esaltata all’ennesima potenza dalla posizione di prestigio e potere della protagonista in un contesto ancora retrogrado, e le differenze culturali, ancora presenti nella protagonista di origini coreane. Il personaggio di Sandra Oh, per questo, riassume in sé tutti i propositi dell’autrice per questo progetto.

IL MONDO DEL FUTURO É SOLO DONNA?


La scelta di trattare un tema come il cambiamento dei tempi e l’attuazione pratica del cambiamento attraverso gli occhi di una donna come Ji-Yoo non deve far pensare, però, che la concezione di base sia che il futuro debba necessariamente sfociare in un matriarcato millenario di risarcimento per l’oppressione subita. La protagonista è a favore di un cambiamento radicale verso il futuro ma è dalla parte delle giovani menti che dovranno beneficiarne, in questo senso senza troppe distinzioni.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Sandra Oh
  • Il resto del cast
  • Temi difficili resi in chiave comedy
  • Riflessioni attuali in un inedito ma auspicabile contesto universitario
  • Le mille sfaccettature di uno stesso problema sociale
  • Per il momento nulla

 

Un pilot non male che non delude le aspettative. Si spera che le impressioni iniziali non vengano deluse con gli episodi a seguire anche se l’aspetto positivo del limitato tempo a disposizione potrebbe ben deporre a favore di The Chair.

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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.

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