Mr. Corman 1×03 – Happy BirthdayTEMPO DI LETTURA 4 min

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Mr. Corman 1x03 recensionePiù si guarda Mr. Corman e più si conferma l’impressione iniziale di essere di fronte ad un prodotto assolutamente non per tutti. La prospettiva univoca data dal punto di vista del character di Joseph Gordon-Levitt offre una buona dose di “virtual reality” aggiuntiva che sorprende, disorienta ma intriga allo stesso tempo.
“Happy Birthday” non è un episodio come i precedenti, che comunque non erano molto simili tra loro e sembravano essere stati concepiti più come un lungo pilot piuttosto che come due puntate disgiunte, ma è una terza rappresentazione di ciò che Mr. Corman potrebbe essere. Dopo gli attacchi d’ansia e dopo un rimorchio in discoteca finito male, ecco arrivare una reunion famigliare per esemplificare il ruolo di Josh all’interno della sua famiglia, specialmente con la sorella, il cognato, sua madre e la nipote. Sempre in attesa dell’arrivo della sua figura paterna.

MR. CORMAN È IL NUOVO KIDDING


Guardando “Happy Birthday” arriva la conferma di quanto la serie creata ed interpretata da Gordon-Levitt sia stata influenzata da un altro prodotto piuttosto unico e relativamente recente del panorama televisivo: Kidding. La serie interpretata e prodotta da Jim Carrey (ma non creata da lui) ha infatti ben più di un punto in comune con Mr. Corman tanto che sembra addirittura una sorta di spin-off del telefilm di Showtime.
Entrambi i protagonisti hanno infatti chiari problemi psicologici che, anche se dovuti a motivi differenti, li portano ad immaginare e vivere la realtà in maniera diversa rispetto agli altri. Se il character di Jim Carrey aveva creato un mondo fatto di pupazzi dove rifugiarsi e vivere una vita serena, quello di Gordon-Levitt soffre di allucinazioni che a volte prendono il sopravvento su di lui (tipo il meteorite in “Don’t Panic“) ed altre invece sono semplici vie di fuga mentali per la sua ansia. E un chiaro esempio di tutto ciò arriva dal momento musical (e molto in stile Kidding, giusto per reiterare il messaggio) con sua madre (un’ottima Debra Winger) che lascia lo spettatore sorpreso e, allo stesso tempo, interdetto.

DIO E L’INCOMPIUTEZZA  DELLA TRAMA


Sara:Is it because that’s just how God made the world?
Josh:Where’d you hear that?
Sara:Is it?
Josh:Was someone telling you the story about how God created the world in seven days?
Sara:It’s not a story.
Josh:Oh, it’s not?
Sara:No!
Josh:[…] Okay, can I ask you a question? Have you ever seen God?
Sara:Yeah. […] Have you ever seen him?
Josh:No.
Sara:Why?
Josh:Well, I haven’t seen him in real life, but that doesn’t mean that you can’t still see him.”
Sara:Why?
Josh:Um, why? Because… Well, God is sort of like the mouse you just ate for dinner. It’s pretend but it can feel real.

Un elemento molto interessante di questa puntata, toccato molto fugacemente ma nel complesso importante per capire le dinamiche relazionali di Josh, è il dialogo soprastante tra zio e nipote circa la figura di Dio. L’ateismo di Josh si scontra infatti contro un insegnamento cattolico che arriva direttamente dall’imposizione di suo cognato, molto religioso, e di sua sorella ossessionata dall’ordine e dalla pianificazione.
Le contraddizioni famigliari e religiose si intrecciano con dei classici preconcetti e con una storia dei protagonisti nascosta al pubblico ma molto comprensibile. La sceneggiatura in questo, anche grazie ai dialoghi in macchina tra mamma e figlio, fa capire molto della figura di Elizabeth, sorella di Josh, dell’opinione che tutti hanno di lei e, di riflesso, di suo marito. La religione in tutto ciò è solo la ciliegina sulla torta per far scatenare l’inferno e dar vita ad un classico litigio tra fratelli. Non male ma si potrebbe obiettare che, ancora al terzo episodio, non si capisca benissimo l’impostazione data alla serie, per ora senza una chiarissima direzione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Momento musical finale
  • Dialoghi in macchina tra madre e figlio
  • L’incontro con il fidanzato della madre
  • Dialogo sull’esistenza di Dio
  • Nella sua totalità, si fa fatica a capire il senso dietro questo episodio
  • Continuano i momenti in cui Josh guarda l’orizzonte e vede una figura sfocata che, verosimilmente, è suo padre

 

Questo “Happy Birthday” non è assolutamente un episodio facile, né da recensire, né da capire. Le intenzioni della serie sembrano ancora un po’ offuscate, all’improvviso gli attacchi d’ansia del protagonista sono spariti per lasciar posto a deliri fiabeschi e danzanti che stordiscono il pubblico. Nel complesso è sempre interessante vedere la puntata ma non si disdegnerebbe un po’ più di chiarezza per il futuro.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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