Mr. Corman 1×01 – Good LuckTEMPO DI LETTURA 3 min

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Una nuova serie di Apple TV dove l’attore Joseph Gordon-Levitt si lascia andare alle sue ansie tramite il personaggio dell’insegnante Josh Corman, un insegnante di scuola media, originario di Los Angeles.

CHIEDIMI SE SONO FELICE


Gordon-Levitt, che figura anche come creatore, produttore e regista di alcuni episodi della serie,  si mette in gioco raccontando la storia dell’insegnate Josh e la sua crescente insoddisfazione per la propria vita e il rimpianto di cosa sarebbe potuto essere se avesse fatto scelte diverse (in questo caso, una carriera da musicista). Lo stesso attore non nasconde che molte caratteristiche del protagonista siano le sue, nonostante apparentemente la vita di Gordon-Levitt possa essere considerata di successo. Il punto della serie infatti è che, nonostante le apparenze sembrino mostrare un certo equilibro, l’ansia e l’insoddisfazione possono rendere l’essere umano infelice, facendo crollare poco a poco tutte le proprie certezze.

UN METEORITE CI SEPPELLIRA’ TUTTI


Josh è un insegnate di prima media (o, essendo negli Stati Uniti, di 5th grade) che affronta sfide importanti già attraverso le domande di bambini molto più svegli di quello che pensa. Vive col suo amico Victor (Arturo Castro) in un appartamento condiviso. Si è lasciato da un anno con la sua fidanzata e non ha una rapporto semplice con sua madre. Voleva fare il musicista ma le responsabilità l’hanno portato verso una direzione socialmente giusta (l’insegnamento) anche se non lo rispecchia nel profondo. Vittima di un forte attacco di insoddisfazione, esce e va in un bar. Conosce una ragazza che sembra non essere “banale”, prova ad andarci a letto ma una serie di parole e gesti “sbagliati” di lei gli spengono la libido e fugge via dopo una forte discussione rivelatrice dei suoi limiti sociali. La serie non ha una trama precisa ma attraverso le parole dei protagonisti si riesce a ricostruire chi è Josh e perché crede che un meteorite stia arrivando per distruggere tutto.

E SE FOSSE SEMPLICEMENTE UNO SNOB?


L’episodio mostra diversi registri narrativi. Comico e drammatico con scene che virano sul fantastico. Ogni situazione è vista dal punto di vista di Josh e di cosa prova. Lui è fondamentalmente uno snob. Abbastanza colto, vede i limiti del mondo che giudica sostanzialmente inferiore a sé, pieno di persone incapaci di tenere una conversazione meritevole di attenzione. La sua rete sociale è molto limitata. Spiccano il suo amico Victor, pacifico e accomodante, che tenta spesso di aiutare Josh a uscire dai suoi vortici psichici, e sua madre Ruth (Debra Winger), una donna molto sagace, non sempre disposta ad ascoltare i sentimenti del figlio.
Purtroppo non si sente capito veramente da nessuno, forse perché il mondo non è abbastanza capace per lui. Cominciano ad arrivare gli attacchi di ansia e nulla sembra tenerli a bada.
La serie affronta un tema importante e lo fa con passione. Il grosso rischio qui è che possa risultare troppo elitaria e poco empatica. Si vede che Gordon-Levitt ci tiene parecchio a questo progetto e la produzione è molto curata. Il punto è che potrebbe essere l’ennesima serie solo per il ristretto gruppo degli intellettuali frustrati. Questo almeno considerando solo il primo episodio. Va detto che si tratta di un’impressione che traspare da questo primo, singolo episodio e non è detto che il personaggio di Josh possa essere “portato alla realtà” dei prossimi eventi, permettendo di esplorare questo scarto e introducendo un punto di vista interessante, forse non nuovo ma sicuramente appassionante.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Joseph Gordon-Levitt è semplicemente perfetto per questo ruolo (infatti se l’è prodotto su misura)
  • La parte produttiva e attoriale è molto ben curata
  • Rischia di essere una serie troppo elitaria

 

Apple TV produce uno show dalle interessanti potenzialità in cui traspare la volontà di Gordon-Levitt di parlare di qualcosa che gli sta a cuore. Questo si vede ed è la molla per dargli speranza verso uno sviluppo interessante e originale.

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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