Poker Face 1×01 – Dead Man’s HandTEMPO DI LETTURA 4 min

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Poker Face 1x01 recensioneDopo Russian Doll (che in questa sede fingeremo si sia fermata alla prima stagione), Natasha Lyonne torna nella duplice veste di produttrice e protagonista e il risultato è ancora una volta pregevole.
Questa volta l’ex star di Orange Is The New Black porta sulla scena un murder mystery che ha le sembianze di un procedurale ma pur sempre con dei connotati da comedy drama. Il progetto, creato da Rian Johnson (suo Glass Onion) e distribuito dal servizio streaming Peacock, comprende una prima stagione di ben 10 episodi di cui i primi quattro, rilasciati in un unico blocco, disponibili già online.

“Alright. Bullshit, true, bullshit.”

ISPIRAZIONE TARGATA TENENTE COLOMBO


Dopo la visione del solo pilot (comunque ben corposo dati i suoi oltre 60 minuti), appare chiara la peculiarità vincente di Poker Face nel presentare un prodotto di fondo basico ma caratterizzato da elementi che lo rendono diverso e “speciale”.
L’elemento primario che non ci si aspetta sta nel carattere procedurale, dato che al centro della trama ci sono dei comunissimi “casi del giorno” come in ogni procedurale che si rispetti. L’elemento murder mystery, dunque, viene affrontato attraverso diversi casi verticali che la protagonista Charlie Cale (appunto interpretata da Natasha Lyonne) si ritroverà ad affrontare di puntata in puntata. Un modus operandi che, per stessa ammissione del creatore Johnson, si ispira fortemente a serie di genere poliziesco-investigativo degli anni ’70-’80 come Magnum, P.I., The Rockford Files ma, soprattutto, Colombo.
E Poker Face è pieno di elementi tipici della serie con protagonista Peter Falk. A partire dalla scelta stilistica della fotografia color seppia che conferisce all’immagine un aspetto caldo e che rimanda ampiamente agli anni ’70-’80, seppur la storia sia palesemente ambientata in tempi più recenti (smartphone, tablet ecc. lo rendono chiaro).
Un altro elemento che Johnson prende in prestito da Colombo è la struttura denominata “howcatchem“, ossia la presentazione dell’assassino allo spettatore ad inizio episodio, per poi lasciare al detective il compito di andare a ritroso, costruire i passaggi del crimine e smascherarlo.
Tutti elementi che in Poker Face vengono utilizzati in maniera esemplare, proponendo un pilot riuscito sotto molteplici aspetti. La costruzione del puzzle, infatti, risulta ben studiata, con tutti i pezzi presentati ad inizio episodio che si collegano perfettamente tra loro a fine puntata. Una scelta narrativa che appare subito molto ricercata.

UN PROLOGO BEN COSTRUITO


Con queste premesse sarebbe facile aspettarsi una serie basata sul detective di turno impegnato a risolvere i diversi casi che gli si parano davanti. Poker Face sorprende anche in questa “ovvietà”, lasciando partire la propria storia da premesse decisamente diverse. Così, “Dead Man’s Hand” si pone come un vero e proprio prologo alla storia di Charlie Cale, dando inizio in modo differente e del tutto inaspettato al pattern “caso del giorno”. Dopotutto, seppur ispirato al personaggio di Colombo, quello interpretato da Natasha Lyonne ha inevitabilmente caratteristiche lontane dal celebre tenente che rispecchiano maggiormente sia l’attrice stessa che il tipo di prodotto presentato.
Charlie Cale è una donna in fuga che vive alla giornata, non ricopre nessun ruolo atto a far rispettare la legge, bensì, è una truffatrice e l’unico fattore che la porta in questa strana veste di detective è la sua capacità innata di capire se qualcuno stia mentendo o meno. Un mix di fattori paradossali ed esilaranti che ben si amalgamano tra loro, producendo un risultato vincente. Il tutto, ovviamente, facilitato anche dalla tipica caratterizzazione dei personaggi interpretati dalla Lyonne: così come Nicky Nichols e Nadia Vulvokov, anche in questo caso la protagonista Charlie Cale è un concentrato di amara ironia, cinismo e imperturbabilità alla vita che costituiscono il mix perfetto per coinvolgere lo spettatore.
Ma oltre alla sua protagonista, un’altra caratteristica vincente di Poker Face va riscontrata nella dinamicità del cast. Con la storia di Charlie Cale che si pone come unica trama orizzontale della stagione, le storie verticali dei “casi del giorno” portano inevitabilmente sulla scena un susseguirsi di volti diversi. Così, oltre a Benjamin Bratt e Ron Perlman che risultano gli unici due recurring character della stagione, per tutti gli altri sarà un festival di guest star, già iniziato dal pilot con Adrien Brody e Dascha Polanco. Un altro elemento preso in pieno da Colombo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Natasha Lyonne sempre perfetta nella caratterizzazione imperturbabile e ironica dei suoi personaggi 
  • Un pilot che fa partire il tutto in modo inaspettato 
  • Versione innovativa, dinamica e ironica della struttura “caso del giorno”
  • Trama costruita nei dettagli, con ogni pezzo che trova la quadra nel finale 
  • Piccole incongruenze qua e là, ma sono dettagli

 

Natasha Lyonne e Peacock presentano un murder mystery atipico e fortemente ironico. Il risultato è un pilot notevole e ben curato che regala una visione decisamente piacevole.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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