Sconfort Zone 1×01 – DeadlineTEMPO DI LETTURA 3 min

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Sconfort Zone è la nuova serie ideata, interpretata e diretta da Maccio Capatonda, distribuita da Prime Video.
Si tratta di un prodotto in cui si percepisce molto del vissuto personale di Maccio, una crisi creativa e il suo essere incatenato ad un passato da cui vorrebbe in parte staccarsi che già anni fa lo aveva riavvicinato ad una serie di personaggi che lo avevano lanciato ai tempi della Gialappa’s. A fine 2021, infatti, su Micidial Shop venne lanciata la campagna “Erano meglio i trailer collection”, un modo tutto particolare per rispondere alla domanda: “Devo tornare a fare le cose vecchie? Che cosa devo fare?”. La risposta, arrivata dalla bocca di Riccardino Fuffolo, all’epoca fu “Speculaci”, mentre questa volta la traslazione in prodotto televisivo richiede un approccio più elaborato e profondo.

IL PERSONALE DIVENTA FICTION


Maccio Capatonda deve consegnare una nuova serie televisiva al suo produttore (anche qui, metatestualità), ma la crisi creativa che lo affligge lo blocca totalmente lasciandolo in balia di pensieri, dubbi e perplessità. Un blocco che pesa anche nei suoi rapporti personali (con la famiglia e con la fidanzata). Si imbatte nello psicologo Braggadocio (Giorgio Montanini) che gli promette di poterlo aiutare con una terapia d’urto costituita da una serie di test della durata di una settimana l’uno.
Un salto nel vuoto che inizialmente viene fatto con estrema superficialità da parte di Maccio, ma che acquista credibilità ai suoi occhi giorno dopo giorno tanto da “lasciarsi andare” e fidarsi di quanto detto/richiesto dallo psicologo.
Il percorso di cura è quindi iniziato, ma sarà fondamentale vedere quanto sarà di aiuto effettivamente questo percorso e quanto, invece, si ripercuoterà sulla vita attuale di Maccio: la serie di test, infatti, è studiata per allontanare il comico dalla sua comfort zone, per metterlo alla prova e riportarlo in una situazione mentale simile a quella antecedente tutto il suo successo.

UNA STORIA DIVERSA DAL SOLITO, PER MACCIO


Il taglio del prodotto è diverso rispetto alle precedenti produzioni seriali di Maccio: Mario, The Generi e anche Maccioverse sono accomunati da quella che può essere tranquillamente etichettata “comicità alla Maccio” con l’aggiunta di una morale che bene o male fa da filo conduttore alla storia.
Mario contava sulla sua unicità come prodotto, forte anche di essere la vera prima serie tv proprio di Maccio.
The Generi puntava sulla peculiarità della struttura, addentrandosi nei generi del cinema per presentare la crescita di Gianfelice.
Qui, in Sconfort Zone, c’è la presentazione della realtà (molto personale) e il tentativo di dissezionarla di fronte al pubblico accompagnandolo sì in un percorso condito di surrealismo e comicità alla Maccio, ma anche con molte riflessioni e idee.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Volti noti della comicità italiana
  • Una serie tv di Maccio con una storia particolare
  • Il tentativo di profondità nel legare reale a fiction
  • La metafora della morte per iniziare a raccontare del percorso “riabilitativo” di Maccio
  • Un Maccio Capatonda serio
  • Reggerà questa storia così seria, per le corde di Maccio? Ha abituato il proprio pubblico ad aspettarsi un tipo di storia che Confort Zone sembra non voler prendere in considerazione, almeno nel pilot

 

L’aggiunta di volti noti come Francesca Inaudi, Edoardo Ferrario, Gianluca Fru, Valerio Lundini e il già citato Giorgio Montanini permettono allo show di non pesare totalmente e sempre sulle spalle di Maccio Capatonda, nonostante quest’ultimo sia chiaramente il personaggio principale a cui tutto ruota attorno.
Si tratta di un prodotto particolare considerato l’ideatore, ma sei puntate da circa mezz’ora l’una non sono uno scoglio insormontabile e si possono tranquillamente vedere in una rapida sessione di binge watching. Siamo arrivati al momento di piena maturità artistica di Maccio? Questa è la vera domanda a cui porta il prodotto e che amplifica la curiosità della visione.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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