Da molti questa nuova serie incentrata sulla ex Jedi Ahsoka Tano è stata rinominata ironicamente come la “quinta stagione di Rebels“. Un soprannome più che azzeccato, visto la grande mole di personaggi presi direttamente dal famoso show animato per dargli nuova vita in live action proseguendo storie già note. Tuttavia un aspetto da non dimenticare è che Dave Filoni ha furbescamente saputo spostare questa nuova serie molto in avanti nel tempo rispetto a Rebels, introducendo personaggi e situazioni del tutto nuove e sconosciute a tutto il pubblico, riequilibrando, di conseguenza, il livello di conoscenza tra gli spettatori che possono avere voglia o meno di recuperare un “cartone animato” come Rebels.
Tuttavia è innegabile che lo stile, la narrazione e il ritmo vengano proprio da quel modo di fare che ha da sempre caratterizzato quei prodotti animati di Star Wars, che vantano tantissimi fan e appassionati. Un bene e un male in quanto a un addestramento Jedi (trattato con un rispetto a dir poco “religioso”) si oppone la scelta di condensare l’episodio in un minutaggio molto breve che non sazia lo spettatore. La serie continua a promettere ma si ha la sensazione che forse sarebbe stato meglio far uscire anche stavolta due puntate nello stesso giorno. Non cambia di una virgola il parere sul prodotto, ma influisce senz’altro sulle sensazioni che lascia allo spettatore.
PS: fermo restando che il background necessario per conoscere meglio personaggi come Hera e Sabine è stato ampiamente fornito, su Disney+ esiste una playlist di episodi soprannominata “Ahsoka” che contiene i tasselli fondamentali dagli show animati. Ahsoka rimane perfettamente comprensibile per chi non vuole fagocitare ogni prodotto con l’etichetta Star Wars, ma se Filoni è riuscito a stuzzicare un po’ di curiosità ecco un buon compromesso.
ADDESTRAMENTO JEDI
“Time To Fly” inizia con una sequenza molto suggestiva, che è l’addestramento di Sabine Wren come padawan di Ahsoka Tano. L’addestramento è inizialmente condotto dal simpatico Huyang, doppiato ancora da David Tennant, che riprende il personaggio dopo The Clone Wars. Il droide è tra i personaggi più anziani della galassia lontana lontana, avendo vissuto circa 25 mila anni, addestrando nuovi padawan alle vie della Forza. Il ruolo di spalla comica viene ricoperto efficacemente da Tennant, anche in una scena dai toni seri, quasi religiosi, come un addestramento Jedi in piena regola.
Sebbene sia lievemente sensibile alla Forza, Sabine è agevolata all’uso della spada in quanto Mandaloriana. È infatti noto come il popolo di Mandalore creda nelle armi come i Jedi credono nella Forza. Sabine riuscirebbe quindi a configurarsi come ultima arrivata in una stirpe di Jedi non tradizionali:
- addestrata da Ahsoka, che lasciò l’Ordine Jedi, abbandonando il suo Maestro, Anakin, con un addestramento incompleto;
- Anakin fu un’eccezione fortemente voluta da Qui-Gon Jinn che vedeva nel giovane Skywalker il Prescelto e cominciò l’addestramento in età avanzata;
- lo stesso Qui-Gon è da considerarsi un Jedi anomalo, mai troppo ligio alle regole e ai dogmi dell’Ordine, per questo forzò l’addestramento di Anakin dopo essere stato addestrato da Dooku;
- infine il Conte Dooku, ex Maestro Jedi che sceglie di passare al Lato Oscuro ai tempi delle Guerre dei Cloni.
L’ennesima conferma della profondità nella scrittura di Dave Filoni, gran conoscitore dell’universo creato da George Lucas, e che non perde occasione di creare rime tra corsi e ricorsi stellari.
NUOVA REPUBBLICA DELLE BANANE
Non è una novità, se ne era già parlato ampiamente, ma anche Ahsoka, appartenente al mandoverse, ripresenta alcune tematiche già presenti nella serie madre (se The Mandalorian si può ancora considerare tale). Tra queste vi è sicuramente lo sforzo nel cercare di mostrare un collegamento tra la trilogia originale e la trilogia sequel, mostrando la fragilità della Nuova Repubblica e la nascita del Primo Ordine. In tutto ciò si configurano i vari senatori, tra cui un volto noto per i fan più hardcore come il senatore Xiono (Resistance), che sono il simbolo della fragilità a cui è aggrappata Mon Mothma (sempre più presente nei vari prodotti) e l’intera Nuova Repubblica.
Lo spettatore non può che simpatizzare per Hera in tale frangente, desiderosa di recuperare Ezra e, soprattutto, spaventata dall’ombra incombente del Grand’ammiraglio Thrawn. Infine c’è da segnalare anche la prima apparizione in live action di Jacen Syndulla, introdotto brevemente nel finale di Rebels e figlio del Jedi Kanan Jarrus: una nuova classe di Jedi è ormai alla finestra.
AHSOKA IN SPACE
Anche a causa della sua breve durata “Time To Fly” è un evidente episodio di passaggio, un tramite tra l’inizio e un punto di arrivo che dovrà essere per forza di cose l’Occhio di Sion e qualsiasi cosa si trovi nella galassia a cui mira Morgan. Non manca di certo l’azione, grazie ad un inseguimento mozzafiato e una scena veramente audace come quella di Ahsoka nello spazio aperto ad affrontare i caccia nemici. Momenti finora concepiti solo nelle serie animate che finalmente giungono in live action con una qualità cinematografica di VFX.
Cresce intanto la curiosità verso questa nuova galassia e questo viaggio iperspaziale che appare ormai imminente. Sono infatti un segnale chiaro anche i Purrgil, ovvero le “balene” sensibili alla Forza viaggiatrici iperspaziali con cui Grogu tentava di mettersi in contatto nella première della terza stagione. L’ennesimo collegamento che addolcisce i fan di Rebels e che invece catechizza tutti gli altri spettatori a una lore sempre più interconnessa e approfondita.
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È la durata a penalizzare questo terzo episodio di Ahsoka che continua a proseguire sulla buona scia tracciata dal doppio esordio, ma lascia con troppo appetito lo spettatore dopo la visione.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.