I primi due episodi di questa seconda stagione di Squid Game servivano semplicemente a fare un enorme recap della prima stagione e a servire un pretesto per riportare Gi-hun nel luogo dove, tre anni prima, aveva dovuto affrontare sfide, giochi di sopravvivenza e un vero e proprio massacro.
Già dalla prima scena la tensione è dunque molto palpabile, così come la sensazione costante di disagio da parte di Gi-hun nel ritrovarsi in un luogo (e in una situazione) dove non sarebbe mai voluto tornare. La regia di Hwang Dong-hyuk e l’interpretazione di Lee Jung-jae colgono per bene la sensazione di deja-vu e di spaesamento del protagonista principale.
Così, con questa puntata si apre definitivamente questa seconda edizione degli Squid Game (per quanto ne sa lo spettatore), con le stesse dinamiche e con la stessa “iniziazione” prevista per i nuovi giocatori. Ma con un paio di novità che potrebbero essere interessanti.
ANNO NUOVO… REGOLE VECCHIE!
L’episodio funge anche da introduzione per i nuovi character che, con Gi-hun, si contenderanno i famosi 45,6 miliardi di won in palio anche in questa edizione.
Si può tranquillamente affermare che, da questo punto di vista, i “nuovi” character sono di fatto un calco pressoché identico dei precedenti, per cui già dai primi secondi d’introduzione si possono già tirare le somme su chi sopravvivrà e chi no e chi farà parte dei due principali “team” dei “buoni” e dei “cattivi”. Di fatto anche quest’anno si ha una coppia madre-figlio attaccati in maniera fin troppo morbosa, una misteriosa ragazza, un personaggio femminile abbastanza cinico e saccente (che da come si comporta e delle sue parole puzza molto d’infiltrato dei VIP come l’anziano della scorsa stagione) e un “bullo/villain” che si è già connotato come il personaggio più antipatico e odioso di tutta la stagione (Thanos).
Ci sono ovviamente delle piccole novità che provano un po’ a smussare le situazioni che, altrimenti, sarebbero fin troppo simili alla prima stagione. Una novità positiva è l’attenzione data al fenomeno delle criptovalute e degli influencer finanziari che rappresentano un ulteriore motivo di critica sociale per la società contemporanea.
Dall’altro lato non si può non notare un inserimento un po’ troppo forzato di character “sui generis” (il vecchio milionario in rovina e la donna trans) che vorrebbero essere innovativi ma, al tempo stesso, risultano poi solo una riproposizione di altrettanti vecchi cliché.
LA VOTAZIONE
Una delle novità invece interessanti, a livello narrativo, è la possibilità che viene data ai giocatori, alla fine di ogni “gioco”, di votare se abbandonare la sfida, dividendosi però solo la parte di soldi raggiunta fino a quel momento (quindi molto meno rispetto alla somma totale) oppure continuare fino alla fine.
Il che porta ad un’interessante, e mirabilmente rappresentata, scena finale dove, nonostante l’esito della votazione sia scontato (anche perché altrimenti la stagione finirebbe subito), le reazioni dei vari character presenti riescono a rendere anche questo segmento estremamente combattuto. Molto interessante poi che a ribbaltare completamente la situazione sia il giocatore n.001 che altri non è che il Front Man (Lee Byung-hun). Anche in questo caso era prevedibile che gli organizzatori del gioco si preparassero a dover fare i conti con i tentativi di Gin-hu di sabotarli e dunque dover prepararsi con delle contro-mosse.
Da qui in poi dunque si presuppone che la storyline orizzontale si giochi tutto su questa “partita a scacchi” strategica fra questi due “infiltrati”. Una sorta di “sfida nella sfida” che rende il tutto un po’ meno scontato e più interessante da seguire nel suo sviluppo.
L’INUTILITÀ DI JUN-HO
Per il resto, la trama di questa seconda stagione, per come si è visto finora, è abbastanza scontata e ripetitiva. C’è solo da sperare che per i prossimi giochi gli autori siano riusciti ad inventarsi qualcosa di nuovo e non la solita riproposizione della prima stagione.
A tutto questo si aggiunge la storyline orizzontale “fuori dai giochi” (quella di Jun-ho e di Woo-seok alla ricerca di Gin-hu) che non riesce ad ingranare del tutto. Un po’ perché campata completamente in aria per via dei buchi di trama, non ancora risolti, di entrambi i character. E poi perché se non fosse per il tono drammatico mostrato si potrebbe quasi pensare che questa sia la “linea comica” dello show per le continue ingenuità dei personaggi e i risvolti quasi “fantozziani” della loro ricerca.
Finora dunque lo show si è concentrato più sul sembrare una brutta copia della precedente stagione. Ci sono alcuni elementi che potrebbero far sperare in qualcosa di diverso ma al momento è ancora troppo presto per dare un giudizio netto (e temere anche il peggio).
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Da questa puntata in poi comincia effettivamente la seconda stagione di Squid Game. E come si può ben immaginare, il risultato della votazione finale è più che scontato: si va avanti fino alla fine. Non senza però qualche sorpresa che, si spera, possa promettere bene per la storyline orizzontale.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!