Surface 1×01 – IctusTEMPO DI LETTURA 4 min

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Un’elegante giovane donna finisce in mare, cadendo da un traghetto al largo di San Francisco. Viene salvata, ma non ricorda più nulla della sua vita precedente, nemmeno se si sia trattato di un tentato suicidio o di un tentato omicidio. Accanto a lei c’è un premuroso marito che, però, potrebbe nascondere diversi segreti. Segreti da sommarsi a quelli custoditi dalla stessa protagonista, difficili da gestire quando una persona non se li ricorda, come viene rimarcato proprio nei dialoghi.
Queste le intriganti premesse di un giallo che vede come protagonisti Gugu Mbatha – Raw e Oliver Jackson – Cohen.
Molto saggiamente Apple Tv+ ha deciso di distribuire nello stesso giorno i primi tre episodi di questa miniserie: il passo della narrazione, infatti, è assai lento e acquista velocità progressivamente. Almeno, alla fine della terza puntata, lo spettatore può farsi un’idea più chiara della situazione.

MONDI A CONFRONTO


La storia non solo procede lentamente, ma riesce anche a trasmettere allo spettatore il senso di straniamento provato da una persona che si ritrova in un ambiente che le dovrebbe essere familiare, quando in realtà le è estraneo. La frammentarietà e brevità dei ricordi che ogni tanto affiorano risulta, nella maggior parte dei casi, più spiazzante che d’aiuto.
Cercare di capire cosa si nasconde in realtà sotto una superficie di patinato benessere, tra le pieghe di una vita piacevolmente mondana è un tema portante dello show. Per ora, qualcosa si intravede grazie all’entrata in scena di Thomas Baden. Poliziotto sotto copertura, porta Sophie (così viene chiamata la protagonista) in quartieri che sono nella stessa città, ma sembrano in tutt’altro mondo rispetto a quello in cui lei vive. Baden è anche protagonista del colpo di scena del finale di puntata dove viene a galla il vero legame tra lui e Sophie. Allo stato attuale Thomas sembrerebbe l’unica persona sincera del cast.

NARRATORI INAFFIDABILI


Capita di avere storie con il cosiddetto “narratore inaffidabile”. Si tratta di un consolidato artificio stilistico.
Qui, però, di narratori inaffidabili ce ne sono diversi. Prima di tutto, il già citato marito di Sophie. Sembra varcare spesso il confine tra le premure verso una persona ancora in fase di recupero dopo un grave trauma e la mania del controllo (vedere la scena in cui fa cambiare vestito alla moglie).
Oliver Jackson – Cohen ha raccontato in un’intervista di aver girato una scena da 25 minuti, semplicemente seduto al tavolo con Gugu Mbatha – Raw, in cui James, ovvero il suo personaggio, spiega tutta la verità alla moglie. Sarà proposta negli episodi finali e quello che si vedrà dipenderà dal montaggio.
Ci sono poi il circolo di signore – bene, amiche della protagonista e Harrison, l’amico socio di James. Sembrano più che altro pronti a nascondere e insabbiare quello che sanno, o a dimenticare tutto molto comodamente.

IL RESPONSO DEL TERAPEUTA


Ben poco conforto Sophie riceve anche da chi la assiste nel suo percorso di riabilitazione dopo il trauma subito.
Una vecchia rottura dell’ulna scatena sospetti di violenza domestica. Una particolare desolazione traspare dallo schermo quando l’analista dubita del racconto della sua paziente: l’uomo che la donna dice di aver visto sul ponte del traghetto prima di cadere “potrebbe essere tutta una proiezione dell’inconscio”.
Difficilmente, date queste premesse, Sophie riuscirà a trasformare la sua situazione nell’occasione di rinascita che la psicologa le prospetta ma la speranza, come si dice, è l’ultima a morire.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Eleganza dell’ambientazione
  • Confezione accurata 
  • Rivedere Marianne Jean – Baptiste (la psicologa) e François Arnaud (Harrison) di nuovo nello stesso progetto dopo Blindspot
  • Passo lento
  • Sensazione di straniamento fin troppo accentuata

 

Il prodotto sembra potersi inserire nel genere di quei gialli dove personaggi ambiziosi costruiscono castelli di bugie per arrivare ad avere una vita di lusso. Non sarebbe strano scoprire, nel finale, una complessa architettura di menzogne: alcune dette da James all’origine, altre dette da Sophie, altre ancora concordate tra i due. Sarà molto interessante vedere cosa potrà accadere riguardo queste ultime ora che lei non se ne ricorda più. Anche l’invito da parte di Thomas a diffidare del marito rientra nella migliore tradizione del thriller.
Ci si mantiene su un Save data la confezione accurata che tuttavia non propone niente di nuovo o strepitosamente eccezionale. Come si diceva, merita una particolare fiducia la progressiva accelerazione del ritmo con cui la storia procede.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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