Una serie tv considerata tristemente fra le più sottovalutate della storia del panorama seriale è Bloodline (consiglio spassionato: è presente nel catalogo di Netflix per chi volesse recuperarla, ndR). In essa venivano narrate le vicende di una famiglia particolarmente disfunzionale, i Rayburn, in cui ogni singolo membro nascondeva segreti inconfessabili agli altri parenti. Nell’ultimo episodio della terza stagione, la matriarca Sally (interpretata dall’indimenticabile Sissy Spacek) è protagonista di un intero monologo in cui racconta i singoli parti dei propri figli e di come questi, in sostanza, siano stati in un certo senso “premonitori” della psicologia di questi da adulti.
Un dialogo molto intenso ed emozionante a cui evidentemente si sono ispirati anche Joanna Calo e Christopher Storer, rispettivamente sceneggiatrice e showrunner di The Bear, per questo episodio.
SUGAR E DONNA
Tutta la puntata, infatti, verte sul rapporto fra Sugar (Abby Elliott) e sua madre Donna (una Jamie Lee Curtis in stato di grazia) nel momento forse peggiore del complicato rapporto fra le due. Si parte infatti dal precedente cliffhanger di “Legacy” in cui a Sugar, alle prese con l’acquisto dei C-Folds, si erano improvvisamente rotte le acque.
I primi minuti dell’episodio sono dunque estremamente concitati e l’uso della telecamera a mano con i suoi movimenti discontinui rende molto bene tutto lo stress della situazione (bravo Storer). Sugar, disperata, prova a chiamare qualcuno del ristorante che la aiuti, ma ovviamente nessuno sente le sue chiamate. Nessuno a parte Donna, scelta ovviamente come ultima spiaggia ma che si rivelerà preziosa come supporter durante il parto. Ma soprattutto come confidente di paure e insicurezze della neo-mamma e come attenta e silenziosa psicologa di tutta la famiglia. Il racconto dei parti di ciascuno dei suoi figli è palesemente ispirato a quello di Sissy Spacek in Bloodline, ma qui usato in maniera più auto-critica e quasi auto-ironica.
L’episodio dunque è un mini-percorso di formazione di queste due character che, alla fine, si ritroveranno più complici e unite che mai dopo questa esperienza.
UN “PARTO” DI PUNTATA
Un episodio del genere è quindi puramente dialogico e teatrale, soprattutto per quanto riguarda la location che è, per quasi tutto il tempo, unica. Una scelta fatta certamente non a caso, data soprattutto per sottrazione di tutti quegli elementi non necessari che avrebbero altrimenti distolto l’attenzione dai dialoghi fra le due.
Invece, la scelta di Christopher Storer e di Joanna Calo è quella di concentrarsi su questo piccolo pezzo di trama orizzontale distogliendo, per un attimo, lo sguardo da tutte le altre vicende. Una scelta che, a prima vista, potrebbe apparire come un autogol, in quanto il rischio di diventare il classico “episodio di transizione” è sempre dietro l’angolo ma per fortuna viene confezionata una bella puntata con dei dialoghi estremamente brillanti che passano dal comico (soprattutto per le sclerate di Donna) alle riflessioni più serie.
Il tutto in un’intimità costruita appositamente per suscitare empatia con lo spettatore che riesce così ad arrivare al tanto sospirato finale in cui le due donne si sciolgono in un abbraccio dolcissimo e materno (seguito poi da quello fra Donna, Theo e Neil che è la vera ciliegina sulla torta dell’episodio).
CONCLUSIONI
Per cui, nonostante il difetto di minutaggio (più che di stile), “Ice Chips” si rivela uno degli episodi migliori di questa terza stagione di The Bear. I dialoghi sono scritti in maniera decisamente brillante, e le interpretazioni delle due co-protagoniste sono pressoché eccellenti e rendono in maniera pienamente credibile tutte le sensazioni contrastanti della situazione che si viene a creare in quel momento. Una piccola parentesi nella trama orizzontale dolce e commovente per rappresentare comunque un percorso di formazione e consapevolezza davvero particolare da parte di due character minori (ma non troppo).
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Episodio di raccordo certamente ma che riesce, nel complesso, ad imprimersi nella mente dello spettatore e non solo per il suo fortunato epilogo. Il rapporto che si viene a creare fra Donna e Sugar è commovente e spiazzante al punto giusto e dimostra il livello di maturità raggiunto da tali character.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!