Spesso negli anni scorsi si è detto di come la trilogia de Il Signore Degli Anelli abbia in un certo senso spalancato le porte al fantasy su schermo. Un fantasy moderno, abile nello sfruttare le tecnologie via via sempre più abilitanti. Un processo, avviato dai film di Peter Jackson, che, dopo aver fatto la storia del cinema, ha fatto anche la storia della televisione, attraverso colui che adesso viene considerato un suo competitor: Game of Thrones. Il legame tra le opere di Tolkien e quelle di Martin è particolare se si analizza come, tra grande e piccolo schermo, le influenze sono state reciproche e ricorsive. Non ci sarebbe potuto essere Game Of Thrones senza la trilogia, ma non sarebbe potuto mai esistere The Rings of Power senza il kolossal HBO.
Sia dal punto di vista produttivo che narrativo. Narrare una storia che si svolge in così tanti luoghi contemporaneamente, con così tanti protagonisti, in episodi così curati esteticamente e di lunga durata è senza dubbio una sfida complicatissima. Amazon Prime Video, però, ha deciso di sfoderare gli artigli (e circa 60 milioni di dollari per episodio) per accaparrarsi uno spazio importante sul panorama dello streaming. Chissà che con l’annuncio di una serie sequel di Blade Runner 2049 la battaglia dei colossi streaming non si sposti anche sul campo dello sci-fi.
Queen Míriel: “The faithful believe that when the petals of the White Tree fall it is no idle thing, but the very tears of the Valar themselves. A living reminder that their eyes and their judgement are ever upon us. There is a faithful hour in the destinies of men: an hour of judgement. In which each of us, every one, must decide who we shall be. Are our hearts become as the statues that sorround our isle? Or do they yet beat with the blood of the heroes that carved them? Is our valor confined to the graves of our slumbering fathers? Or is it here, amongst us even now, waiting to burst forth as the rising Sun? I would neither command you, nor invite you to any danger I myself would not face. And so, I’ve decided to personally escort the Elf back to Middle-earth. To aid our mortal brethren who are now besieged in the Southlands.“
NÚMENOR RISPONDE
Ecco che dopo l’introduzione avvenuta nella precedente puntata, Númenor inizia a prendere decisamente il sopravvento. Si fa da parte tutta la trama relativa ai Pelopiedi per approfondire le dinamiche tra Elfi e Uomini, pregiudicate da numerosi accadimenti di molto anteriori cronologicamente alla serie. In “The Great Wave” la narrazione si spalma principalmente tra tre diverse storyline.
La trama orizzontale fa piccoli ma decisivi passi e si approfondiscono maggiormente i personaggi. Se la freddezza iniziale che aveva diviso il pubblico era soprattutto ascrivibile all’introduzione di una storia complessa e molto articolata, ecco che con l’andare avanti degli episodi lo spettatore impara a riconoscere ed empatizzare con questo o quel personaggio, mostrando primi segni di affezione a characters come Elendil, Galadriel o Míriel. A questo si aggiungono elementi come il Palantír, piccoli dettagli che fanno drizzare le orecchie ai fan della saga, e strappano un sorriso ai lettori.
È stato già detto che lo show di Payne e McKay continua a prendersi “licenze poetiche”, così come se le prese Jackson ai suoi tempi, ma non è su questo che verrà valutato The Rings of Power. Piuttosto sulla sfida a distanza con il “cugino” House Of The Dragon, o semplicemente sulla capacità di emozionare grazie alle foglie che cadono dall’Albero Bianco di Númenor.
I SEGRETI DI KHAZAD-DÛM
Tornando nella Terra di Mezzo la lente d’ingrandimento si pone sulle Montagne Nebbiose, a Khazad-Dûm. Qui prosegue la porzione di trama che vede Elrond cercare di coinvolgere i Nani, guidati dal suo caro amico, il Principe Durin IV, nell’ingegnoso piano di Celebrimbor. A causa della loro natura rozza e schietta, i Nani più di tutti stanno sfruttando al meglio i minuti a loro disposizione. Il motore della trama sono gli Elfi, gli Uomini sono i personaggi chiave, ma i Nani sono i più definiti finora.
La caratterizzazione impressa è abbastanza scolastica, ma non si dica che Durin svolga il ruolo del comic-relief della serie. Anzi, la scrittura denota un certo coraggio attribuendo la scena più toccante dell’episodio proprio al Principe di Moria, con un delicato confronto padre-figlio che riesce nell’intento. A ciò si aggiunge poi la scoperta del mithril, mitico minerale estremamente resistente e molto leggero.
Dopo aver rinnovato definitivamente la fiducia tra Elrond e Durin potrebbe essere il momento di procedere con i piani di Celebrimbor, sempre che i Nani non scavino troppo a fondo.
DOV’È SAURON?
Infine bisogna un attimo spendere due parole sul grande assente (ma comunque presente) finora. In una serie sottotitolata The Rings Of Power, l’antagonista non può che essere l’Oscuro Signore di Mordor. Tuttavia gli autori hanno scelto, per questa prima metà di stagione, di tenerlo ancora celato nelle ombre. Varie sono le teorie che circolano, tra chi ritiene che sia proprio Adar (“Padre” in sindarin), o chi dice che Sauron ancora non si sia rivelato.
La storyline di Arondir e Theo, nelle Terre del Sud, risulta comunque come quella più intrigante tra le tutte, grazie all’azione messa in scena e i segreti rivelati poco a poco. L’elsa di Sauron è uno di questi, che si arricchisce di altre connotazioni anche dopo il dialogo che Theo ha con il vecchio Waldreg sul finale di puntata.
Gli Uomini sono sempre ritratti da Tolkien come personaggi corrotti e spesso servitori dell’oscurità. E non è un caso che la Terra del Sud che in futuro diverrà Mordor sia abitata da uomini. Il terreno per Sauron è stato ampiamente preparato, non resta che mostrarsi in scena.
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La confezione del prodotto è eccelsa e merita necessariamente perlomeno un televisore molto grande, ma anche una sala cinematografica. Il voto è un Thank Them All pieno stavolta per una serie che sta vivendo un discreto trend positivo. Dopo una partenza molto complicata, a causa dei numerosi antefatti fondamentali per lo spettatore, ecco che i meccanismi iniziano ad olearsi. La trama avanza e i personaggi cominciano ad essere familiari, ma serve un cambio di passo prima del finale di stagione.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.