Volente o nolente Il Signore Degli Anelli: Gli Anelli Del Potere è una delle serie dell’anno e sicuramente quella più chiacchierata del 2022. Dei record di budget e visioni per puntata (anche se il risultato è un po’ discutibile) si sono già parlati nelle scorse recensioni, ma probabilmente la serie basata sul mondo ideato da J. R. R. Tolkien ha battuto anche tutti i record di critiche. L’astio su cui si fondano queste recensioni sono su motivazioni più o meno valide, fortemente sentite dalla community del Signore Degli Anelli tanto da aver portato lo show, nei vari siti basati sulle votazioni, ad avere punteggi sostanzialmente negativi costringendo Amazon Jeff Bezos a tornare ai ripari impedendo a chiunque di dare un voto alla serie nelle prime 72 ore dopo il rilascio.
Il giudizio negativo più comune che fa da epicentro del problema del review boombing è la differenza sostanziale e fattuale con le opere del mondo de Il Signore Degli Anelli di Tolkien. Essendo questo un dato di fatto innegabile, è più che giusto affrontare l’argomento, ma questo deve avvenire in modo costruttivo, cosa che purtroppo e abbastanza scontatamente, in alcuni casi, non sta succedendo con diverse persone diversi leoni da tastiera che attaccano il prodotto con frasi razziste e misogine. In molti ci si dimentica di contestualizzare il periodo storico in cui si sta vivendo. In un 2022 ben lontano dal 1954, ma anche dai primi anni ’00, si deve venire a patti con la cultura moderna e i diversi movimenti sociali, cosa che ogni show (in certe misure certamente esagerato) sta facendo.
Altra cosa che non viene tenuta da conto è il fatto che Gli Anelli Del Potere è una serie ex-novo, con una base alle spalle estremamente solida ma che non ha l’intento di riportare a piè pari quanto narrato ne Il Simarillion, tanto da non averne i diritti.
Quindi il nuovo prodotto di punta di Prime Video ha attirato su di sé diverse aspettative praticamente impossibili da soddisfare e che deve per forza di cose ignorare, ma ha l’arduo compito di non stravolgere una lore estremamente solida confezionando un prodotto di qualità e d’intrattenimento che ne giustifichi l’esistenza.
L’ISOLA DI NÙMENOR
“Many ages ago, a man bearing that mark united the scattered tribes of the South lands under one banner. The very banner that might unite them again today. Against the evil that now seeks to claim their lands. Your lands, Halbrand. Your people have no king, for you are him.”
Al terzo atto della prima stagione de Gli Anelli Del Potere si fa la conoscenza con uno dei posti, probabilmente, più importanti dell’intera serie, cioè la bellissima isola di Nùmenor, presentata in un modo impeccabile tanto da rimpiangere di non poterla ammirare in una sala cinematografica.
L’arrivo di Galadriel e Halbrand in terra umana è una ventata d’aria fresca dopo l’alquanto dimenticabile avventura nel bel mezzo del mare dello scorso episodio. Tuttavia, la regina reggente Miriel non lascerà di certo ai due vita facile per il ritorno nella Terra Di Mezzo, incarnando in sé stessa il disprezzo e l’antipatia degli umani di Nùmenor verso gli stranieri, in primis gli elfi. Astio dovuto alla storia dell’isola, raccontata proprio all’interno della puntata, e che viene più volte rappresentato tanto da confinare Halbrand in cella dopo la più classica delle scazzottate.
Eppure, il loro destino, come detto dal personaggio interpretato da Morfydd Clark, non li terrà confinati a Nùmenor senza alleati a lungo, l’incontro con Isildur sembra essere imminente grazie all’intervento di Elendil. Un triangolo esplosivo di personaggi che faranno, a loro modo, la storia. Soprattutto ora che Galadriel ha scoperto la vera identità di Halbrand e che di lui ancora nessuno conosce il destino.
MEANWHILE NELLA TERRA DI MEZZO
“I know I’m not special. I know I’m just one little Harfoot in a grand wide world. But he is special. I can feel it.”
Nel frattempo, nella Terra Di Mezzo, i Pelopiedi incominciano la loro migrazione costruendo sempre di più la propria mitologia manifestando puntata dopo puntata le piccole ma grandi differenze con gli Hobbit che tutti conoscono. Nori risulta essere, per ora, il personaggio più sfaccettato all’interno della serie, segno che gli autori, fortunatamente, hanno incominciato a portare un po’ di tridimensionalità. Interessante poi la volontà della piccola pelopiede di esplorare il mondo, frase che potrebbe posizionarla come una lontana parente dei Tuc, i più avventurosi tra gli Hobbit.
Molto più sfortunati sono gli abitanti del sud che stanno affrontando un’avanzata del male sempre più violenta e astuta, un’ottima invenzione per cogliere impreparati gli eroi della storia. Colti in trappola ci sono anche gli Elfi Silvani tra cui Arondir che ha visto morire, sotto i propri occhi, i suoi compagni in un tentativo di rivolta finito nel peggiore dei modi. A rendere la faccenda interessante è, nel finale, l’arrivo di Adar, capo degli orchi e probabilmente uno dei seguaci di Sauron. Un arrivo che getta nuova linfa ad una trama che ha del potenziale ma ancora diversi punti interrogativi.
Dal punto di vista tecnico Gli Anelli Del Potere continua ad essere uno spettacolo per gli occhi: scenografia, costumi e ambientazione sono i veri punto forti della serie, ma tutto questo non può bastare per rendere lo show un must watch. Le storyline stanno procedendo con calma, ma sono necessari anche momenti catartici e pieni di pathos, situazioni emozionanti che per ora ancora mancano e che servirebbero a diminuire le critiche verso la serie.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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La fine della pace è ormai alle porte. Galadriel, Halbrand e Isildur si stanno per incontrare mentre Adar sta scendendo in campo. Gli Anelli Del Potere ha tutti gli ingredienti per dare spettacolo, ora ci vuole il coraggio di crearlo.
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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.