“E questo dove l’ho già visto?” una frase ripetuta spesso dallo spettatore medio ormai sempre più bombardato da film e serie tv tanto da iniziare a confonderne aspetti, dinamiche e… volti.
Un approccio che sicuramente riguarda perlopiù quei prodotti meno popolari a cui ci si approccia quasi per caso senza conoscerne trama o interpreti. E in questa descrizione trova riscontro The Suspect, procedurale poliziesco made in UK che ha esordito sulla rete ITV la scorsa estate per poi approdare solo adesso a livello più globale su Sundance Now.
Dopo aver premuto play e iniziato la visione del pilot di The Suspect, l’apparizione del suo protagonista apre subito un cassettino della memoria dello spettatore che riconosce l’attore e cerca di piazzarlo all’interno delle mille serie tv viste nel corso degli ultimi mesi o anni. Viene fuori così che a prestare il volto al character principale è Aidan Turner che, oltre ad un ruolo nella trilogia Lo Hobbit, negli ultimi anni si è consolidato a livello televisivo come protagonista della serie inglese Poldark e dell’opera italiana su Da Vinci, Leonardo.
Una scoperta che porta sempre una certa soddisfazione quando si riesce ad associare un volto conosciuto ad un prodotto visto in precedenza e che, in questo caso, ha reso più interessanti i primi minuti di The Suspect. Si, perché questo è il punto principale di tutta questa introduzione: non avere molto altro da dire sui quasi 50 minuti di “Episode 1”.
“So what we got, rooftop hero or sick killer? Perhaps he is both.”
QUEL SOSPETTO DI GIÀ VISTO
Ma la frase “questo l’ho già visto” non si presta solo al riconoscimento del suo protagonista dato che può benissimo essere esteso anche all’intero racconto di The Suspect. Basata sull’omonimo romanzo del 2004 di Michael Robotham, la serie viene divisa in cinque episodi scritti da Peter Berry e prodotti da Natasha Romaniuk. La trama è piuttosto semplice e porta con sé forti sensazioni di già visto con l’unico elemento che dona una certa diversità racchiuso nel modo in cui il tutto viene messo in scena.
Il protagonista, tale Joe O’Loughlin (interpretato appunto da Aidan Turner), è uno psicologo che, nonostante personali problemi di salute, sembra condurre una vita normale e tranquilla: rispettato e apprezzato sul lavoro e con una famiglia amorevole alle spalle. Una caratterizzazione che si prende abbondantemente il suo tempo mostrando e sottolineando una certa aura da eroe del protagonista.
L’episodio, infatti, si apre con una cold open tutta dedicata a Joe e al suo valoroso tentativo di salvare la vita ad un paziente intento a buttarsi dal tetto dell’ospedale. Una scelta ben precisa che mira a far risaltare la personalità altruista dell’uomo presentandolo al pubblico come l’eroe di giornata, così come appare agli occhi di colleghi e tv locale.
UN THRILLER POCO THRILLER
Dopo la prima rappresentazione, “Episode 1” continua a mostrare un protagonista apprezzato e considerato, disposto a collaborare con la polizia in un caso di omicidio. Joe, infatti, dall’alto del suo lavoro da psicologo, viene interpellato dalle autorità sulle dinamiche mentali che possono aver dato vita ad un caso di morte sospetta di una donna.
Da qui, però, l’episodio prende un’altra piega quando, tra ricordi flash appena accennati e indizi raccolti, il legame del medico con la vittima si fa sempre più stretto, presentando un quadro diverso e pronto ad ampliarsi nei prossimi episodi. Uno sviluppo degli eventi che non regala niente di nuovo agli amanti del genere. Il coinvolgimento del protagonista, apparente estraneo e poi ritrovatosi coinvolto nell’omicidio, è infatti un pattern abusato ma che, nonostante la ripetitività, racchiude sempre il suo fascino, regalando intrighi e sotterfugi interessanti da sciorinare e scoprire nel corso delle varie puntate. Questo, però, se la narrazione riesce nel suo intento, cosa che non si può dire per The Suspect.
“Episode 1” è infatti un concentrato di situazioni altamente diluite, con dialoghi vuoti sicuramente non aiutati dal carisma dei due detective impegnati nel caso. Il mistero e la componente thriller si perdono così in una sequela di momenti vacui che non favoriscono nessun coinvolgimento per la storia. Almeno per ora.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Nonostante la ripetitività della trama, un thriller ben fatto e messo in scena cattura sempre l’attenzione. The Suspect, invece, non riesce nell’intento, mancando la costruzione di un vero coinvolgimento.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.