The Terminal List 1×06 – TransienceTEMPO DI LETTURA 3 min

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L’episodio inizia esattamente dove finiva il precedente, con la fuga di Reece dopo l’attentato bombarolo da lui organizzato contro la Nubellum.
C’è solo una piccola digressione per mostrare l’approvazione dei suoceri al progetto di vendetta del comandante dei Navy Seals.
Mentre, dunque, il protagonista fugge, inseguito dall’F.B.I. in assetto di guerra, nella sua mente ogni tanto si insinuano visioni e allucinazioni, miste ai veri ricordi. La fusione fra delirio e realtà non manca di tocchi retorici (la campanella in mezzo al nulla, pronta a ricordare la campanella che i Marines devono suonare se si arrendono), ma è molto più riuscita rispetto ai primi episodi.
Solo un appunto: dopo aver mostrato in ogni puntata la scena degli uccelli morti contro la vetrata, gli sceneggiatori sono ormai moralmente obbligati a spiegarne il significato.

JOHN WICK – JOHN RAMBO – JAMES REECE


Secondo alcuni, questa serie è “un John Wick fatto bene”.
Però c’è un veterano di guerra, segnato nel corpo e nello spirito. Torna negli Stati Uniti e non viene certo accolto con tutti gli onori e coccolato. Fugge nei boschi e dà molto filo da torcere ad un intero plotone di soldati addestrati sulle sue tracce. Più che John Wick, ricorda John Rambo. Manca giusto un superiore che intervenga presso l’esercito “non per salvare lui da voi, ma per salvare voi da lui”.
Si può lodare la spettacolarità della scena in cui Reece fa crollare la montagna in testa ai suoi inseguitori (e anche a se stesso), poi salva l’amica Mac. Qui però emerge uno dei difetti che impedisce a questa serie di brillare: quando bisogna gestire i momenti chiave e le scene madri, si ricorre sempre a cliché ben consolidati. Basti pensare che il primo film di Rambo risale al 1982.

LA LISTA DI REECE


Molto più riuscita è la rappresentazione di certi piccoli dettagli. Un esempio su tutti: quando Reece cancella un nome dalla sua lista nera e lo fa col proprio sangue, essendo ferito.
A questo proposito, ci si chiede chi sarà il prossimo obiettivo del capitano dei Navy Seals. Steve Horn, imputato di avere incoraggiato la sperimentazione medica per sete di guadagno, senza contare i disastrosi effetti collaterali, ora è morto. Sono morti anche, nella frana, alcuni dei soldati che conoscevano e ammiravano Reece.
Di sicuro, la caccia agli obiettivi non sta seguendo un’escalation. Sembra piuttosto un girovagare in un labirinto, in cerca di una via d’uscita. Questo è coerente col protagonista e con la sua storia. Non è provata, però, la coincidenza fra eliminazione dei bersagli e soluzione del problema, anche solo quello di mettersi l’anima in pace.

SECONDA STAGIONE(?)


Nel finale, dopo essere stato ferito, medicato ed essere riemerso dalla frana, il protagonista si butta col paracadute e atterra in riva al mare. Lì lo attende, bello bello, il suo amico Ben.
Questo, più che rappresentare la gioiosa conclusione delle fatiche del guerriero, svolge una funzione di alleggerimento dei toni, dopo quasi un’ora di cupe scene di guerriglia. Segna anche una gradita pausa, prima di ripartire per l’ultimo segmento della storia. Mancano infatti ancora due puntate alla conclusione di questa prima stagione e attualmente non si sa ancora se ce ne sarà una seconda. Di certo c’è un elemento rassicurante: Jack Carr, autore dei romanzi da cui è tratta la serie, è molto produttivo e sforna un libro l’anno dedicato alle avventure di James Reece. Il materiale a cui ispirarsi, quindi non mancherebbe.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Allucinazioni e ricordi ben amalgamati
  • Scena dell’esplosione della montagna
  • Quando si arriva al dunque, la soluzione è sempre cliché
  • Molto irritante vedere in ogni episodio la scena degli uccelli morti, senza alcuna spiegazione

 

Se questa serie intende essere un aggiornamento delle tematiche tradizionali dell’uomo patriota e guerriero, l’episodio precedente ha svolto il suo compito meglio di quello in oggetto. Il tema del vaccino contro il PTSD e il gioco di scatole cinesi della ditta portano decisamente la storia ai giorni nostri.
La narrazione, per fortuna, si è fatta molto più interessante, dopo un inizio non particolarmente attraente, in cui non si capiva quale fosse la realtà. Questo spinge comunque a proseguire la visione.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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