The Terminal List non è Band of Brothers, non poteva mai esserlo e non ha mai avuto l’ambizione (o la presunzione) di raggiungere quel livello. Questa frase iniziale è, almeno all’apparenza, scontata e banale. Eppure, leggendo molte delle recensioni della stampa a stelle e strisce, l’impressione è che il concetto di cui sopra non sia stato completamente recepito. In termini generali, le recensioni di The Terminal List sono state ben poco lusinghiere, con pareri particolarmente negativi che si riferivano alla trama. Tutta la storyline principale, infatti, è stata descritta come molto articolata, ma al tempo stesso esagerata nei termini e – nel complesso – poco appassionante. Certo, The Terminal List, oltre a non essere Band of Brothers, non è neanche un romanzo di John Le Carré. Non ci sono colpi di scena imprevedibili, non c’è un approfondimento caratteriale complesso e sofisticato. Non ci sono discussioni sui massimi sistemi. The Terminal List si basa su una logica molto semplice: il plotone e la famiglia di James Reece sono stati uccisi. Per questo motivo, James Reece ucciderà tutte le persone coinvolte in questi omicidi. Si tratta di una logica terrificante nella sua semplicità, che rimanda allo ius in omnia di Hobbes. Ma siamo davvero sicuri che questa logica non sia aderente alla realtà, al netto delle esagerazioni sulle capacità di far fuori da solo interi gruppi di uomini armati fino ai denti?
DISPOSTA AL SACRIFICIO…. DEGLI ALTRI
Nei film e nelle serie tv a tema militare, uno dei concetti più utilizzati è quello di sacrificio. La carriera militare, il servire il proprio paese per difendere libertà e democrazia, è visto come un sacrificio personale in nome di un bene più grande. Anche la Segretaria alla Difesa Lorraine Hartley ha agito decidendo di effettuare un sacrificio in nome di un bene più grande. L’unico problema, in questo caso, è che il sacrificio non ha riguardato lei, ma il plotone di James Reece. In loro nome, Lorraine Hartley ha deciso che essi, se avessero saputo dei vantaggi della sperimentazione del medicinale, avrebbero autonomamente deciso di sacrificare le proprie vite in nome del bene più grande.
Questo ragionamento, il quale è stato raccontato con sincerità, può sembrare straniante nella sua assurdità. Eppure è la conseguenza di un rapporto non salutare e problematico con il mondo militare, che deriva dalle sue vicende familiari (e, in particolare, da quanto successo a suo padre). Questo elemento era il penultimo tassello mancante della vicenda. Katie Buranek ha trovato questo tassello, nonostante il non aiuto di James Reece
ONCE BROTHERS
Come detto in precedenza, il ruolo di Lorraine Hartley era il penultimo tassello del puzzle. Lei non appariva nella Cap Table, e questo è forse ancora più spaventoso. Gli altri personaggi, infatti, hanno agito per soldi, che è una motivazione più comprensibile nella sua semplicità. L’ultimo nome della Cap Table, dunque, non era del Segretario, era di Ben. In completa onestà, un possibile coinvolgimento di Ben era preventivatile anche senza aver letto il libro da cui è tratta la serie. Nel corso degli anni, lo spettatore ha imparato a diffidare dagli amici che sono incondizionatamente dalla parte del protagonista.
Il regolamento di conti tra Ben e James è breve, ma efficace. Per di più, esso avviene al termine della missione compiuta da parte di James. Tutte le persone coinvolte nell’omicidio della sua famiglia e del plotone sono state uccise. Il complotto è oramai di dominio pubblico. Ben lo ha aiutato molto, sia per via di un’amicizia sincera che a causa di un bisogno implicito di ripulirsi la coscienza. Su quella barca in Perù, Ben ha semplicemente accettato il suo destino. Con la sua morte, la vendetta di James Reece era finalmente completa.
E ORA?
James Reece, dopo il suicidio di Lorraine Hartley, stava per essere arrestato. Tuttavia, l’agente Layun ha deciso di lasciarlo andare. Sin dall’inizio, l’agente ha mostrato una malcelata comprensione nei confronti di Reece e del suo piano di vendetta. Nel corso delle puntate, ad esempio, lo ha più volte definito come una vittima.
Tuttavia, questa insperata libertà non dovrebbe portare a nuove avventure e ad una seconda stagione, come indicato dagli ultimi istanti dell’episodio. Nel dialogo con Layun, Reece dice chiaramente di essere già morto. La sua vendetta è completa, la malattia è oramai inarrestabile. L’ultimo ricordo di James Reece deve essere su una barca in Perù. Una seconda stagione toglierebbe valore a quanto raccontato in queste otto puntate.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Terminal List doveva essere una classica serie estiva, un film d’azione in 8 puntate per contrastare i 45 gradi all’ombra. Per quanto ci riguarda, ha adempiuto pienamente al proprio scopo.
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.