Tulsa King 2×10 – ReconstructionTEMPO DI LETTURA 5 min

/
4
(1)

“I’m taking all of this, every bit, ‘cause I got rid of Ming for you. And you should be thanking me because you were a dead man. But you know what you suffer from? Pride. Pride will get you killed faster than anything. This is not your world, pal. This is the underworld, and people like you should stay out of it. People like you get killed in the underworld. So you were born rich. You have oil money. Go live your rich life. And forget the gangster life. Leave the gangster life to fucking gangsters.”

Tulsa King si congeda dagli spettatori con un episodio finale anti-climatico, che scorre naturalmente – e senza troppi scossoni – verso la naturale conclusione.
Questo idillio è però interrotto da un cliffhanger che si palesa proprio prima dei titoli di coda e che – a pensarci bene – non è un vero colpo di scena. Parafrasando uno dei più grandi cliché del mondo del calcio, si potrebbe dire che cliffhanger che vince non si cambia. Questo pensiero deve aver attraversato la mente dei due sceneggiatori di eccezione di questa puntata – ossia Terrence Winter e Sylvester Stallone – in quanto la conclusione di questo secondo ciclo di episodi ricorda molto la fine della prima stagione.
Mancano circa 3 minuti al termine dell’episodio e Dwight Manfredi sta parlando di fronte ad amici e parenti. Tutto sembra andare per il meglio, ma qualche istante dopo accade qualcosa che sarà il fulcro della stagione successiva. Nella prima stagione Dwight era stato arrestato dai Federali, mentre questa svolta è stato rapito in piena notte e portato in gran segreto in una misteriosa – e oscura – sala interrogatori. Sarà la CIA? l’ATF? L’FBI? Lo scopriremo il prossimo anno.

LA FINE DEGLI INVERNIZZI


Prima del colpo di scena finale, un paio di accadimenti degni di nota si erano verificati, seppur all’interno del contesto anti-climatico di cui si è parlato in precedenza. Nel prossimo paragrafo, l’analisi riguarderà nel dettaglio l’uscita di scena alquanto ingloriosa di Cal Thresher. In questa sezione, invece, il focus sarà una fine ancora più patetica e al tempo stesso necessaria ai fini della narrazione, ossia quella di Chickie.
Nel corso della prima stagione, la presenza di Chickie Invernizzi aveva la sua ragion d’essere, in quanto rappresentava il rampollo incapace che nutre invidia verso Dwight, ossia il figlio che suo padre avrebbe voluto avere. Dopo il parricidio e l’assunzione del ruolo di capofamiglia, la trasformazione del suo personaggio in un villain credibile non è riuscita.
Chickie è debole, meschino, senza una visione strategica, poco carismatico. Di conseguenza, la sua figura ha comportato uno squilibrio nell’arco narrativo di questa stagione. Come detto diverse volte, infatti, uno degli obiettivi della seconda stagione era quello di rendere la narrazione più complessa, introducendo diverse storyline e molteplici nemici che Dwight e i suoi avrebbero dovuto affrontare.
Ming, Thresher e Bevilacqua si sono tutti rivelati personaggi interessanti, mentre Chickie non ha mai rappresentato una minaccia significativa. Per questo motivo, la sua uscita di scena era necessaria e – per di più – è avvenuta nel modo più rappresentativo del suo personaggio. Dwight scopre che Chickie è a Tulsa perché viene avvisato da Vince, un luogotenente degli Invernizzi che non ha alcuna stima per il proprio ex capo. Dopodiché, Chickie viene ucciso da Bevilacqua perché gli ha mancato di rispetto e lo ha sminuito con un’arroganza non giustificata dalla realtà dei fatti (dato che Bill Bevilacqua è un capo e un leader di gran lunga superiore a lui). Non se ne avvertirà la mancanza.

I NEMICI LOCALI E LE MINACCE GLOBALI


La seconda stagione ha rappresentato una notevole crescita di Tulsa King, in quanto lo show ha dimostrato di non essere più esclusivamente dipendente dalla presenza di Sylvester Stallone. Le storyline sono diventate più complesse, il numero di personaggi rilevanti nella narrazione è aumentato, e anche Dwight Manfredi ha guadagnato delle sfumature meno caricaturali.
La sensazione è che questo episodio finale rappresenti la conclusione della lotta tra Dwight e i nemici locali che ha imparato a conoscere nel corso della stagione. Il primo a uscire di scena – in maniera ingloriosa, come già anticipato – è stato Thresher. Si era presentato come un affarista brutale, spietato e brillante, ma ben presto ha mostrato di non essere in grado nemmeno di gestire i propri partner in affari. Il discorso con cui Dwight lo congeda dal mondo criminale non lascia diritto di replica: Thresher non è un gangster e non lo sarà mai.
Il secondo personaggio che sembra aver esaurito la propria funzione narrativa è Bill Bevilacqua. Essendo lo show ambientato in Oklahoma e avendo come protagonista un italoamericano, era doveroso inserire la mafia di Kansas City all’interno della storia. Al netto degli interessi divergenti, Bevilacqua e Manfredi si sono molto rispettati a vicenda, in quanto entrambi sono gangster vecchio stile. L’uccisione di Chickie da parte di Bill è il suggello della nuova alleanza tra Kansas City e The General.
Dwight ha oramai consolidato il proprio potere a Tulsa ed è diventato un alleato della mafia di Kansas City. A livello locale, dunque, non sono presenti altre minacce all’orizzonte. Proprio per questo motivo, il rapimento finale sembra indicare un ulteriore allargamento della narrazione (probabilmente inserendo agenzie federali all’interno della storia). L’importante, in ogni caso, è proseguire lungo la strada tracciata in questa seconda stagione.

 

THUMBS UP 👍 THUMBS DOWN 👎
  • Il discorso di Dwight a Cal Thresher
  • L’uccisione di Chickie
  • Il rapimento finale
  • Episodio forse troppo anti-climatico nella fase centrale

 

Tulsa King conclude in modo assolutamente soddisfacente una stagione che ha certificato la crescita dello show creato da Taylor Sheridan.

Quanto ti è piaciuta la puntata?

4

Nessun voto per ora

Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

Precedente

American Primeval 1×01 – Episodio 1

Prossima

Jude Law sarà Vladimir Putin in un film